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Isola del Dono: la Sardegna nel podio dei consensi al trapianto

Massimo Sechi
Isola del Dono: la Sardegna nel podio dei consensi al trapianto

La nostra Regione al terzo posto nella classifica nazionale. Preoccupa il calo nel resto del Paese, con opposizioni in aumento del 3% rispetto all'anno scorso.

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Sassari La Sardegna si conferma tra le regioni più generose d'Italia nella donazione di organi. I dati dei primi tre mesi del 2025, diffusi dal Centro nazionale trapianti in occasione della giornata nazionale della donazione, evidenziano una percentuale eccezionale di adesioni nell'isola, superata solo dalla Provincia autonoma di Trento e dalla Valle d'Aosta. Oltre il 72% dei sardi che hanno rinnovato la carta d'identità ha espresso il consenso al prelievo degli organi post mortem, posizionando la regione ai vertici nazionali. Analizzando nel dettaglio le performance delle città e delle province, il quadro è ancor più incoraggiante: tra i comuni con più di centomila abitanti, Sassari conquista il secondo posto nazionale con il 77,2% di consensi, preceduta solo da Trento, mentre Cagliari si attesta al settimo posto. A livello provinciale, Nuoro detiene il primato nazionale con un impressionante 81,2% di adesioni all’espianto, seguita da Oristano al quinto posto e Sassari al sesto. Particolarmente significativo il caso di Cardedu che, nella classifica di tutti i comuni italiani, brilla con un indice di donazione superiore al 90%. Il contrasto con il quadro nazionale è evidente. Mentre in Sardegna la generosità si manifesta in numeri concreti, il Centro Trapianti segnala per il resto d'Italia un preoccupante calo dei consensi. Quasi il 40% degli italiani si oppone ormai al prelievo, con un incremento superiore al 3% rispetto al 2024. Sebbene i "sì" mantengano ancora la maggioranza, il progressivo restringimento della forbice tra consensi e dinieghi desta preoccupazione tra gli esperti. «Negli ospedali del nostro Paese non sono mai stati realizzati tanti trapianti e prelievi di organi come nell'ultimo anno, grazie alla generosità dei tanti donatori, mentre nei Comuni non accennano a diminuire i nostri concittadini che scelgono di dire 'no' alla donazione», dichiara Giuseppe Feltrin, direttore del Centro nazionale trapianti. «Da un lato, prosegue Feltrin, la nostra rete trapiantologica migliora dal punto di vista clinico-scientifico e sotto il profilo organizzativo, ed è in grado di individuare un numero crescente di donatori potenziali, anche grazie alla donazione a cuore fermo. D'altro canto, però, soprattutto in alcune fasce d'età, tante persone faticano a dichiarare la propria volontà di donare mentre rinnovano il documento e finiscono per registrare un 'no' che, pur revocabile, potrebbe in futuro rischiare di condizionare in negativo la nostra capacità di trovare organi compatibili per i tantissimi pazienti in attesa di trapianto». Il direttore conclude sottolineando una sfida cruciale: «Un dato sul quale dobbiamo lavorare è quello dei perplessi, persone alle quali probabilmente non è arrivato correttamente il messaggio sul valore del dono. E sarà questo uno dei nostri impegni».

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