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Il caro-voli su Sardegna e Sicilia finisce in tribunale: guerra giudiziaria Enac-Ryanair

Il caro-voli su Sardegna e Sicilia finisce in tribunale: guerra giudiziaria Enac-Ryanair

La compagnia low cost chiede un milione di euro all’ente nazionale per l’aviazione civile

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Le tensioni tra Michael O’Leary, numero uno di Ryanair, e Pierluigi Di Palma, presidente dell’Enac, si trasformano in un duello giudiziario. Sul tavolo del Tribunale di Roma ci sono richieste di risarcimento per centinaia di migliaia di euro, nate dalle polemiche sul caro-voli che hanno infiammato l’estate e l’autunno 2023, soprattutto verso Sardegna e Sicilia, regioni al centro di un controverso decreto governativo per calmierare le tariffe.

Tutto comincia il 1° luglio 2023, quando il Corriere della Sera denuncia che, nonostante il crollo del costo del carburante del 45%, i biglietti aerei in Italia sono aumentati del 50%. Pochi giorni dopo, il Garante dei prezzi convoca le compagnie, mentre il governo inserisce in un decreto omnibus il tetto ai prezzi sulle rotte nazionali insulari.

Una mossa subito bocciata dalle compagnie e definita “spazzatura” da O’Leary in un’intervista a Corriere.it, nella quale attacca frontalmente l’Enac: «I clown all’Enac pensano che la soluzione sia mettere un tetto alle tariffe». Parole che Di Palma e l’Enac ritengono diffamatorie: chiedono 160 mila euro di risarcimento. Ma Ryanair contrattacca: definisce “inaccurata” la relazione dell’Enac sul caro-voli, nega ogni ipotesi di oligopolio e chiede un milione di euro per danni d’immagine.

Il dibattito si sposta anche sul piano linguistico: secondo i legali della low cost, termini come “clown” hanno sfumature diverse in inglese rispetto all’italiano. Ma per la difesa dell’Enac, conta la percezione nel contesto culturale locale. Come riportato ancora da Corriere.it, l’udienza decisiva è stata fissata per il 28 ottobre 2025. Di Palma parla di uno scontro evitabile, “se ci fosse stato rispetto istituzionale”.