La Nuova Sardegna

Itinerari

Una Sardegna tutta da scoprire tra arte, storia e calici pregiati

di Roberto Sanna
Una Sardegna tutta da scoprire tra arte, storia e calici pregiati

Riparte la stagione del Movimento del Turismo del vino. Viaggio dal Logudoro alla Gallura passando per l’Anglona

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Sassari Arriva la primavera e con le giornate più lunghe e le temperature più miti si rimette in moto l’attività del Movimento del Turismo del Vino. Una visione alternativa di fare turismo, capace di far scoprire le zone interne e mostrare in una luce diverse zone spesso poco battute. Un settore in crescita grazie anche all’opera di quello che, in questi anni, si è rivelato il più grande movimento di enoturismo in Italia, presente in tutte le venti regioni e con oltre ottocento cantine iscritte. Anche in Sardegna il Movimento del Turismo del Vino ha messo radici e di anno in anno aumenta i numeri, sia sul versante degli iscritti (sono in tutto quarantuno le cantine affiliate all’associazione presieduta da Valeria Pilloni) sia su quello delle presenze agli eventi nazionali come Cantine aperte e Calici di Stelle e a quelli locali organizzati dalle dinamiche cantine che fanno parte del Movimento sardo. La novità, quest’anno, è l’ideazione di quattro itinerari dentro l’isola, che è stata divisa in altrettanti quadranti che mettono insieme quello che è il senso dell’enoturismo: visitare i posti più belli, degustare i vini migliori e concedersi una pausa nei luoghi del gusto.

Il primo, lungo circa 260 km, propone un viaggio a cavallo tra Logudoro, Anglona e Gallura, attraversando soprattutto le zone interne senza però escludere la possibilità di una puntatina sulle coste. La partenza è da uno dei simboli del Romanico in Sardegna, la basilica di Saccargia, nel territorio di Codrongianos considerata una delle più belle chiese della Sardegna e uno dei siti più visitati del Nord Ovest dell’isola , dove è anche situata la cantina della Tenuta Soletta. Da lì una deviazione per Alghero, uno dei punti forti di questo itinerario. Una visita all’affascinante centro storico della cittadina catalana, uno dei siti più visitati nell’isola durante l’estate, è d’obbligo. Infinita la scelta dei siti da vedere, entrando dai bastioni che dominano il porto per poi perdersi nei caratteristici vicoli. Tre le tappe per le degustazioni, tutte fuori città: le due grandi e storiche cantine di Sella & Mosca e Santa Maria La Palma,e il wine resort Ledà d’Ittiri.

Il percorso a questo punto si sposta decisamente verso est e dopo aver lambito Sassari, facendo una deviazione per ammirare il lago di Baratz, unico bacino naturale dell’isola, la nuova tappa è a Sorso nei terreni della Cantina Nuraghe Crabioni, dove è possibile abbinare una visita al nuraghe situato all’interno della stessa tenuta alla degustazione dei vini prodotti dalla stessa azienda. Si prosegue poi lungo la litoranea che costeggia la spiaggia di Platamona con vista sul Golfo dell’Asinara, addentrandosi poi all’interno in un territorio nel quale in un raggio di pochi chilometri c’è solo l’imbarazzo della scelta: si va dal centro storico di Sedini, gioiellino spesso sottovalutato, al castello di Casteldoria, nel territorio di Santa Maria Coghinas, fino alla conosciutissima fortezza dei Doria che domina la rocca di Castelsardo. Due le tappe per le degustazioni, con una pausa nella Cantina Costadoria di Valledoria oppure in quella di Li Duni a Badesi.

A questo punto l’itinerario devia decisamente dalle coste e si addentra verso l’interno per sconfinare, dopo la valle del Coghinas, nella parte interna della Gallura, lontana dalla parte più tradizionalmente turistica ma non per questo meno ricca e affascinante. Tra le tantissime cose da vedere, il Movimento segnala due siti. Il primo è l’Eremo di San Trano nel territorio di Luogosanto, un monastero che, situato in cima a un pianoro granitico, offre ai visitatori anche la vista delle bocche di Bonifacio e dei monti della Corsica, con la Cantina Canu a poca distanza. Non lontano, nel territorio di Luras, imperdibile un passaggio per ammirare i dolmen funerari di Ladas e Ciuledda, edificati durante l’età del rame 5.000 anni fa, e, con un’altra piccola deviazione, anche gli olivastri millenari, con le degustazioni di fine viaggio nella Tenuta Muscazega.

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