La Nuova Sardegna

Sassari

Senes: la politica si svegli o sarà la rovina

di Giovanni Bua
Senes: la politica si svegli o sarà la rovina

Il presidente di Confapi attacca: «Puc, industria, commercio e turismo. Tutto è fermo e il sistema ormai è al collasso»

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SASSARI. Confindustria, che vuol comandare rappresentando meno del 4 per cento delle attività produttive. I sindacati, che a esser buoni sono poco efficaci. Le grandi imprese, inaffidabili e poco chiare. Ma soprattutto la politica. Che pensa solo a se stessa e non capisce che non c’è più tempo da perdere.

Ha perso davvero la pazienza Italo Senes, presidente di Confapi Sassari, l’ex Api che tiene ancora insieme 250 piccole e medie imprese, da 2 fino a 300 addetti. «Siamo il famoso indotto – inizia Senes – quello che quando la grande industria cade, spesso in piedi, prende i calci sui denti. Siamo quelli che in 4 anni hanno perso una settantina di imprese. E che ora dice basta».

A far saltare i nervi al presidente provinciale: «l’avvio lento del nuovo sindaco, nel quale riponevamo grande fiducia. La politica non si può permettere di perdere nemmeno un secondo nelle sue lotte di potere». Molti i temi sul tappeto. A inziare dal Puc. «Negli ultimi giorni – spiega Senes – abbiamo letto che in autunno sarà approvato. Ci auguriamo in quello di quest'anno, perché l'abbiamo sentito così tante volte nell'ultimo decennio. Chiediamo pertanto un incontro urgente per sentire da fonti credibili a che punto è l'interlocuzione con la Regione. E per favore il comune non si metta di traverso sulla proroga del Piano Casa, opportunità di rinnovo e riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, spesso fatiscente. L'edilizia deve tornare ad essere il motore dell'economia in un quadro di deindustrializzazione ormai acclarato».

E proprio l’industria è il punto più dolente: «Matrica a breve terminerà i lavori della prima fase: prima che rinizi la seconda, ci sarà un periodo di "vacatio" occupazionale, in cui circa 400 lavoratori rimarranno senza lavoro e ammortizzatori sociale Sull’E.ON: anche qui siamo all'interno di quella "nebulosa" che avvolge tutto il territorio industriale: vende, vende "a spezzatino", rimane? Nonostante il protocollo di intesa sottoscritto, non si vede neanche lontanamente l'investimento del 5 gruppo, e per i gruppi 1 e 2, finalmente fermati, forse solo adesso inizia realmente il percorso di smantellamento (ovviamente anche qui con grosso apporto di aziende e manodopera non sarda)».

Sul consorzio industriale poi: «Il recente rinnovo del cda sta creando parecchi malumori nei confronti di un ente che ha un'importanza vitale per il territorio Speriamo si possa trovare al più presto una sintesi che veda ricomporre la frattura anche col comune di Porto Torres e rimediare a questa falsa partenza». E ancora turismo: «Con un’assoluta mancanza di programmazione e progettazione coordinata da parte degli enti dell'Area Vasta», trasporti (a cui Confapi ha di recente dedicato un covengo), commercio e patto di stabilità. «Con le amministrazioni locali devono fare pressione sulla regione affinchè la somma (350 milioni circa) sbloccata recentemente dalla trattativa regione-governo, che rappresenta solo una parte di quanto dovuto, sia utilizzata per alleggerire il carico fiscale per le imprese (100milioni almeno) e per dare copertura per la Cig in deroga (altri 100 milioni circa): altrimenti – chiude Senes – si rischia seriamente lo sconquasso sociale, perché il sistema non è più in grado di reggere».

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