La Nuova Sardegna

Sassari

Zirattu: «Il Puc va soltanto approvato»

di Vannalisa Manca
Zirattu: «Il Puc va soltanto approvato»

L’ex assessore all’Urbanistica ribatte alle affermazioni di Alessio Marras, attuale delegato della giunta Sanna

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SASSARI. Sono quattro i capisaldi su cui si basa un Piano urbanistico comunale per essere approvato: il Pai, Piano di assetto idrogeologico; la Vas, la Valutazione ambientale strategica; la copianificazione dei beni identitari e infine, la valutazione di incidenza (lo strumento che garantisce, dal punto di vista procedurale e sostanziale, il raggiungimento di un rapporto equilibrato tra la conservazione soddisfacente degli habitat e delle specie e l'uso sostenibile del territorio). «Il Puc di Sassari presentato alla Regione dalla precedente amministrazione comunale, ha tutte queste carte in regola per ottenere l’approvazione e la pubblicazione, esattamente come aveva ribadito il commissario straordinario del Comune, Guido Sechi. Non ci sono incompatibilità con il Piano paesaggistico regionale, non ci sono “pesanti sottolineature dei tecnici di Cagliari” e le correzioni possono essere fatte, dopo la pubblicazione del Puc, con delle normali varianti successive».

Gavino Zirattu, ex assessore all’Urbanistica della giunta Ganau, smentisce quanto affermato nei giorni scorsi, da queste colonne, dall’attuale assessore Alessio Marras, che ha anche messo in dubbio il lavoro certosino di cui ha sempre parlato Zirattu, a proposito delle interlocuzioni serrate avvenute con la Regione per rettificare le osservazioni e per concludere il lungo lavoro sulla copianificazione. «Non ci sono le mie parole, che potrebbero essere facilmente smentite - dice l’ex delegato all’Urbanistica -. Ci sono i report della Regione a testimoniare riunioni e operazioni: date precise, non invenzioni. Eccole qua», afferma mostrando un carteggio. «Documenti che rappresentano una ricchezza per la città. La copianificazione, con 84 beni identitari presenti nel Ppr, e che ha visto al tavolo la Soprintendenza ai Beni archeologici e culturali e il Ministero insieme alla Regione, è diventata un autentico patrimonio per la città. Ogni sito è stato catalogato, beni archeologici e paesaggistici che oggi rappresentano dei piccoli piani particolareggiati nel territorio di Sassari».

E anche sul centro matrice Zirattu dice «non abbiamo fatto di testa nostra. La scelta di ampliare il perimetro del centro matrice era stata fatta per evitare gli ampliamenti (o abbattimenti) di edifici di pregio, possibili grazie al piano casa».

E qui Zirattu, si toglie un primo sassolino dalla scarpa: «Il nuovo assessore e lo stesso sindaco Nicola Sanna, con i quali abbiamo amministrato insieme la città per cinque anni, ne sono sempre stati al corrente (il provvedimento, tra l’altro era passato in consiglio comunale) e hanno condiviso queste scelte dell’amministrazione Ganau, in quanto assessori di quella giunta».

L’ex assessore si sofferma sui vari capitoli trattati dall’assessore all’Urbanistica Marras, ma dice che le osservazioni della Regione non sono rilevanti e certo non occorrono né task force di correttori, né un lavoro di altri sei mesi.

Insomma, per Zirattu il Puc è davvero pronto e non si può invece continuare a lasciare la città senza uno strumento urbanistico qualificante, soprattutto occorre dare stimolo all’imprenditoria snellendo la burocrazia ora piuttosto complessa, a causa della doppia procedura dovuta alla vigenza del vecchio Piano regolatore generale che si interseca con il Puc non ancora pubblicato.

Che qualcosa non funzioni tra la gestione Ganau e la nuova amministrazione Sanna lo si è capito da tempo. Difficile pensare, però, che sullo stesso documento possano essere fatte valutazioni contradditorie e interpretazioni opposte. Tanto che cominciano a diffondersi le voci che il Piano urbanistico alla fine sia la vera “vittima” della diatriba interna al Partito democratico.

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