La Nuova Sardegna

Sassari

Sassari, nel cortile dell’ospedale civile c’è il regno dei maleducati

di Luigi Soriga
Sassari, nel cortile dell’ospedale civile c’è il regno dei maleducati

I fumatori accendono le sigarette esattamente sotto i cartelli di divieto Il parcheggio è senza regole: auto sugli stalli moto, vetture sui camminamenti

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SASSARI. Sembra che l’ospedale cominci solo quando si varca l’ingresso trasparente del Santissima annunziata. Tutto ciò che sta intorno, il cortile, i parcheggi, le scalinate, per la gente che entra ed esce è un inutile orpello, una sorta di zona franca estranea alle regole di un presidio sanitario.

Fumatori. I più disinvolti sono senza dubbio i fumatori. Hanno un tempismo formidabile nell’accendere la sigaretta non appena mettono un piede fuori dalla porta. Eppure quel gesto è severamente vietato, perché l’area sanitaria comprende tutta la zona recintata che insiste intorno all’edificio ospedaliero. Della serie: se il giardino che fa da cornice al Santissima Annunziata si estendesse per due ettari, in tutto quello spazio verde le sigarette sarebbero bandite. Accenderne una nei parcheggi, o fumarne un’altra dentro il reparto di degenza, per la normativa non fa differenza.

Eppure tutti se ne infischiano, e la scalinata di ingresso diventa il luogo di condivisione di chiacchiere affumicate. I responsabili della sicurezza dell’ospedale conoscono bene questa pessima abitudine, e infatti hanno tappezzato ogni muro e colonna di cartelli con espliciti divieti. Niente da fare: fumare sotto esattamente sotto l’avviso è il più classico dei classici. Anche le piante che hanno la sfortuna di crescere vicino all’ingresso traslocherebbero volentieri, perché il concime a base di cicche e nicotine non le fa più verdi. C’è una pianta che addirittura si ribella, e nel vasetto ha esposto un foglietto che dice: «Sono una pianta, non un posacenere». In tutto questo niente multe, nessun rimprovero e, la cosa più grave, niente buon esempio: a fumare sono anche infermieri, medici, e soprattutto le guardie stesse addette al portierato.

Parcheggi. Anche sul versante parcheggi regna una certa tendenza al fai da te. Vige infatti la convinzione sbagliata che le aree interne siano una sorta di prateria interdetta ai vigili urbani e quindi alle sanzioni. Perciò le regole talvolta vengono ignorate senza troppe remore. La prima è quella degli stalli riservati alle moto. Siccome sono a due passi dall’ingresso, e siccome per un mezzo a due ruote è più semplice infilarsi in uno spazietto alternativo, allora gli automobilisti colonizzano tutti gli stalli moto. E saturati quelli, allora le vetture, in questo regime di tolleranza assoluta, si fermano anche sui camminamenti tracciati per i pedoni. E difficilmente chi deve pagare il ticket lo fa prima di salire a bordo della propria auto. Così si ferma in mezzo alla strada, di fronte al chiosco, paga il parcheggio, ma nel frattempo intasa il passaggio degli altri utenti.

Ultimo dato: se davvero c’è carenza di stalli disponibili, allora non si comprende come mai ancora non siano stati aperti e resi disponibili i parcheggi interrati realizzati sotto l’ospedale.

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