Sassari, musica fino all’una: la città si divide
La soddisfazione dei gestori dei locali del centro si contrappone alla paura dei residenti: «Il sabato non si dormirà più»
SASSARI. Per qualcuno è una boccata d’aria fresca che aiuterà la città a svegliarsi dal torpore, per altri un incubo che si ripresenterà puntuale ogni sabato sera. La mozione approvata i giorni scorsi dal consiglio comunale - a cui farà seguito un’ordinanza temporanea che prolungherà fino all’una del mattino solo per il sabato l’orario in cui si può far musica in città - come era facilmente prevedibile divide i cittadini.
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«Era già un problema riuscire a prendere sonno fino ad oggi - si lamenta una signora che risiede in uno dei palazzi tra via Roma e via Mazzini - con quest’ora in più il sabato non prenderemo sonno. Nel nostro palazzo vivono persone anziane e famiglie con bambini piccoli - aggiunge la donna che preferisce rimanere anonima - non so come faremo a riposare». Nello stesso incrocio si trova il Caffè Divino di Fabrizio Cosso, storico gestore di locali della città. «Capisco che in tanti si lamenteranno - spiega davanti ai tavolini del suo locale -ma il problema sono le abitudini di questa città. Se tutto venisse anticipato, dalla chiusura dei centri commerciali, dall’ora in cui si va a cena per arrivare al dopo cena - spiega Cosso - tutti ne potremmo trarre vantaggio. Ma purtroppo in questa città i centri commerciali chiudono alle 22, si va a cena alle 23 e il dopo cena inizia anche a mezzanotte e mezza. Per questo dico - conclude Cosso - che per come stanno le cose ora io avrei fissato il limite ultimo della musica alle 2 del mattino, con pene severe per chi non rispetta le regole».
La pensa come lui Piero Muresu, anche lui storico gestore di locali e presidente provinciale della Società italiana locali da ballo. «Un’ora in più - spiega dal Caffè Accademia di via Torre Tonda - può aiutarci a offrire un servizio migliore ai turisti che da qui alla fine dell’estate sceglieranno Sassari. Il vero problema - conclude - sono i circoli privati che si trasformano in discoteche facendo una concorrenza sleale che nessuno punisce». Salvatore Deriu, sassarese che dal 1969 lavora in Costa Smeralda invita la città a svegliarsi. «Sassari può attirare un gran numero di turisti - spiega - ma deve offrire qualcosa in più, ben venga un po’ di musica, non cadrà il mondo».
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