Sassari città metropolitana, primo sì
Ok della Commissione all’area vasta. L’opposizione: testo sconclusionato
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CAGLIARI. La Città metropolitana di Sassari, allargata a 66 Comuni, ha superato il primo scoglio. La commissione autonomia del Consiglio regionale ha approvato l’articolo che «istituisce l’area vasta». Invece il resto della legge, sono altri 10 articoli, cammina a rilento, nonostante il centrodestra al governo abbia confermato: «Vogliamo consegnarla all’Aula subito dopo Ferragosto». Però dai banchi delle opposizioni Massimo Zedda, Progressisti, e Roberto Deriu, Pd, continuano a contestare il testo, definendolo «sconclusionato dall’inizio alla fine». Fino al punto d’aver presentato mille emendamenti, anche se gran parte sono stati dichiarati inammissibili. C’è un’altra novità sempre su questo fronte: «Se questa legge di propaganda sarà approvata così com’è, saremo costretti a organizzare un referendum abrogativo per fermare gli effetti devastanti di questa presunta riforma». Comunque i lavori della commissione andranno avanti a oltranza. A confermarlo è il presidente Pierluigi Saiu della Lega: «Stiamo lavorando per arrivare in Aula con un testo che recepisca tutte le indicazioni arrivate dai territori in questi mesi. Abbiamo ascoltato molti sindaci e tutti ci hanno sollecitato il ritorno delle Province. Andremo avanti nonostante il desiderio dell'opposizione di rallentare una riforma necessaria, che vogliamo approvare e sulla quale non possiamo perdere altro tempo». I nodi da superare sono sempre un bel po’. Uno su tutti: nella bozza non c’è scritto che la scelta di appartenere a una Provincia o all’altra, soprattutto per quanto riguarda i Comuni confinanti, deve passare attraverso un referendum fra gli elettori. La correzione è stata proposta da più parti, ma ancora non è chiaro come l’articolo sarà scritto. Un altro punto controverso sono i confini della Città metropolitana di Cagliari: continuerà a essere composta da 17 Comuni, com’è ora, oppure allargata a 72? Sulla scelta non esiste ancora un fronte compatto e anche nella maggioranza di centrodestra le divisioni sono più d’una.