«Case a un euro nel cuore di Sassari? Parliamone»
Roberto Sanna
La mozione di Brianda e Dettori non convince molto ma apre comunque la porta a una discussione
3 MINUTI DI LETTURA
SASSARI. Il centro storico di Sassari come quello di Ollolai o Nulvi, con le case abbandonate offerte a un euro. Non svendute, ma cedute in cambio di una ristrutturazione e una conseguente rivitalizzazione di tutto l’abitato. La proposta che i consiglieri comunali di Futuro Comune Marco Dettori e Mariano Brianda porteranno all’attenzione del consiglio comunale con una mozione apre, se non nuovi scenari, comunque un dibattito su quale potrebbe essere la strategia per interrompere finalmente il degrado di quello che un tempo era il cuore della città e che negli anni la città stessa ha abbandonato uscendo dalle mura fino a spingersi a Predda Niedda.
Certamente paragonare il centro di una città di 130mila abitanti a paesini a rischio spopolamento è un’acrobazia ardita, ma la proposta è di quelle che fanno discutere anche fuori delle stanze di Palazzo Ducale. «Può essere una strada da percorrere – dice Giovanni Ruiu, presidente del Comitato per il centro storico –, io vedo dei pro e dei contro: potrebbe esserci la possibilità di attrarre nuovi residenti al centro, ma il rischio è quello di dare il via a speculazioni edilizie e vedere palazzi-formicai. E non possiamo permettercelo. Un problema è sicuramente quello della proprietà di molti immobili, spesso divisi tra diverse famiglie che magari non vivono più nemmeno in Italia. Il Comune, dovendo percorrere questa strada, dovrebbe individuare quali di queste case possano essere realmente messe in vendita». «Non credo che il centro di Sassari abbia bisogno di un progetto come questo – dice Piergiuseppe Canu, presidente della Confcommercio territoriale – ma questa mozione mi rincuora perché è il segnale che la nostra classe politica si è finalmente resa conto del degrado del centro cittadino. A mio parere sarebbe più utile un progetto di rigenerazione urbana, non legato a singoli atti come quelli di una casa venduta a un euro. Noi stiamo predisponendo una proposta di “zone franche interne”, legata sicuramente al commercio ma capace di trascinare tutto ciò che lo circonda». «Parlare di case a un euro al centro di Sassari è delicato – dice Mariolino Andria, consigliere comunale del Psd’Az e candidato sindaco alle scorse elezioni –. Io comunque questa mozione non la butto via a prescindere, nel senso per il centro stiamo facendo pochissimo e ogni proposta serve a scuoterci dall’indifferenza e mettere in piedi una discussione. Certamente un ostacolo è quello della proprietà indivisa, ho lavorato spesso al centro storico e ci sono case frazionate anche fra trenta persone e mettere in piedi una cessione in questi casi è molto complicato dal punto di vista tecnico».
Resta da capire se un’operazione di questo genere, a Sassari, possa anche andare avanti dal punto di vista degli affari immobiliari. Raimondo Orrù della Real Estate Solution, che gestisce tra le altre cose il destino dell’ex Ufficio del catasto in via Roma, pone una domanda concreta: «Perché un sassarese proprietario di un immobile che vale poco ma comunque ventimila euro dovrebbe disfarsene a un euro? In ogni caso, ventimila sono meglio di niente. L’idea di per sé è buona, la fattibilità è complicata: bisognerebbe trovare proprietari che da quegli immobili hanno solo spese e vogliono disfarsene. Se invece parliamo di altri edifici di valore presenti in città, vuoti e che attendono un proprietario, certamente non a un euro, il discorso potrebbe essere diverso e si potrebbe cercare anche un’intermediazione».
Certamente paragonare il centro di una città di 130mila abitanti a paesini a rischio spopolamento è un’acrobazia ardita, ma la proposta è di quelle che fanno discutere anche fuori delle stanze di Palazzo Ducale. «Può essere una strada da percorrere – dice Giovanni Ruiu, presidente del Comitato per il centro storico –, io vedo dei pro e dei contro: potrebbe esserci la possibilità di attrarre nuovi residenti al centro, ma il rischio è quello di dare il via a speculazioni edilizie e vedere palazzi-formicai. E non possiamo permettercelo. Un problema è sicuramente quello della proprietà di molti immobili, spesso divisi tra diverse famiglie che magari non vivono più nemmeno in Italia. Il Comune, dovendo percorrere questa strada, dovrebbe individuare quali di queste case possano essere realmente messe in vendita». «Non credo che il centro di Sassari abbia bisogno di un progetto come questo – dice Piergiuseppe Canu, presidente della Confcommercio territoriale – ma questa mozione mi rincuora perché è il segnale che la nostra classe politica si è finalmente resa conto del degrado del centro cittadino. A mio parere sarebbe più utile un progetto di rigenerazione urbana, non legato a singoli atti come quelli di una casa venduta a un euro. Noi stiamo predisponendo una proposta di “zone franche interne”, legata sicuramente al commercio ma capace di trascinare tutto ciò che lo circonda». «Parlare di case a un euro al centro di Sassari è delicato – dice Mariolino Andria, consigliere comunale del Psd’Az e candidato sindaco alle scorse elezioni –. Io comunque questa mozione non la butto via a prescindere, nel senso per il centro stiamo facendo pochissimo e ogni proposta serve a scuoterci dall’indifferenza e mettere in piedi una discussione. Certamente un ostacolo è quello della proprietà indivisa, ho lavorato spesso al centro storico e ci sono case frazionate anche fra trenta persone e mettere in piedi una cessione in questi casi è molto complicato dal punto di vista tecnico».
Resta da capire se un’operazione di questo genere, a Sassari, possa anche andare avanti dal punto di vista degli affari immobiliari. Raimondo Orrù della Real Estate Solution, che gestisce tra le altre cose il destino dell’ex Ufficio del catasto in via Roma, pone una domanda concreta: «Perché un sassarese proprietario di un immobile che vale poco ma comunque ventimila euro dovrebbe disfarsene a un euro? In ogni caso, ventimila sono meglio di niente. L’idea di per sé è buona, la fattibilità è complicata: bisognerebbe trovare proprietari che da quegli immobili hanno solo spese e vogliono disfarsene. Se invece parliamo di altri edifici di valore presenti in città, vuoti e che attendono un proprietario, certamente non a un euro, il discorso potrebbe essere diverso e si potrebbe cercare anche un’intermediazione».