Quattro milioni per il Viadotto
di Giovanni Bua
Muove i primi passi il progetto di messa in sicurezza della struttura in grave stato di degrado
06 maggio 2021
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SASSARI. Muove i primi importanti passi il progetto di messa in sicurezza del Viadotto Don Sturzo, la via principale di collegamento tra il Monte e Prunizzedda che, inaugurato nel 1982 mostra già evidenti i segni del tempo. Niente che per ora ne mini la stabilità, ma un degrado costante da arginare con urgenza con un risanamento strutturale, il ripristino degli apparecchi di appoggio e dei giunti di dilatazione e il ripristino della pavimentazione e dell’impermeabilizzazione del viadotto.
Lavori importanti, per i quali il Comune ha già presentato una richiesta di finanziamento alla Regione da 3 milioni e 750mila euro, che richiede però tutta una serie di operazioni preliminari. La prima è stata fatta l’altro ieri, con la giunta che ha approvato il “Documento Preliminare alla Progettazione per la messa in sicurezza e risanamento conservativo del Viadotto Don Sturzo”, per mandare avanti il quale ha richiesto e ottenuto un finanziamento per servizi di ingegneria e architettura per 187mila euro dal Ministero dell’Interno lo scorso 7 dicembre.
«Procediamo nel percorso tracciato – sottolinea l’assessore ai Lavori Pubblici Gianfranco Meazza – di mettere in sicurezza le principali infrastrutture della città, dopo il viadotto Rosello, interveniamo ora sul viadotto Don Sturzo, per la predisposizione della progettazione sulla sicurezza funzionale al risanamento strutturale, ripristino di tutte le strutture di appoggio vetuste, dei giunti di dilatazione, della pavimentazione e dell’impermeabilizzazione del viadotto».
Il viadotto è stato progettato dall’ingegnere Montresori e il progetto esecutivo fu approvato dal Consiglio comunale nel 1976 e realizzato tra il 1979 ed il 1982, (l’ultimazione dei lavori è del 30 giugno 1982). Negli anni è diventata una delle principali arterie di collegamento, non solo tra i quartieri di Prunizzedda e del Monte Rosello ma tra le due parti della città separate dalla valle dell’Eba Giara.
Il viadotto ha una luce complessiva da spalla a spalla di oltre 234 metri ed è realizzato su due vie a doppia corsia di marciapiede, ciascuna di sette campate con travi appoggiate. Le due vie di corsia costituiscono delle strutture completamente indipendenti, ma identiche, le quali hanno in comune solamente le fondazioni e le murature delle spalle.
Gli interventi previsti in progetto prevedono il risanamento strutturale del viadotto, delle pile, dei pulvini, dei baggioli, dei cordoli laterali e della porzione di cemento armato delle solette in prossimità dei giunti di dilatazione e degli scarichi dell'acqua, dove sono evidenti distacchi del calcestruzzo corticale per la corrosione dei ferri di armatura.
E’ previsto il sollevamento delle travi prefabbricate per la rimozione e sostituzione dei dispositivi di appoggio esistenti. Si prevede inoltre la sostituzione dei giunti di dilatazione elastomerici esistenti, che non risultano più efficaci per garantire l'impermeabilità del viadotto.
E’ prevista la rimozione della pavimentazione stradale esistente sino all’estradosso della soletta in cemento armato, la posa in opera di una nuova impermeabilizzazione, la realizzazione di un nuovo strato di binder e tappetino di usura. Per garantire l’ispezionabilità delle parti del viadotto non accessibili (pulvini, baggioli, apparecchi di appoggio) ubicate in corrispondenza delle teste delle pile, si prevede l'esecuzione di passi d’uomo con chiusini carrabili realizzati in corrispondenza di ogni pila. L'intervento risponde alle disposizioni di legge sul controllo, manutenzione e sostituzione dei vincoli, che devono essere accessibili al fine di consentire il controllo, la manutenzione e l'eventuale sostituzione senza eccessiva difficoltà.
Lavori importanti, per i quali il Comune ha già presentato una richiesta di finanziamento alla Regione da 3 milioni e 750mila euro, che richiede però tutta una serie di operazioni preliminari. La prima è stata fatta l’altro ieri, con la giunta che ha approvato il “Documento Preliminare alla Progettazione per la messa in sicurezza e risanamento conservativo del Viadotto Don Sturzo”, per mandare avanti il quale ha richiesto e ottenuto un finanziamento per servizi di ingegneria e architettura per 187mila euro dal Ministero dell’Interno lo scorso 7 dicembre.
«Procediamo nel percorso tracciato – sottolinea l’assessore ai Lavori Pubblici Gianfranco Meazza – di mettere in sicurezza le principali infrastrutture della città, dopo il viadotto Rosello, interveniamo ora sul viadotto Don Sturzo, per la predisposizione della progettazione sulla sicurezza funzionale al risanamento strutturale, ripristino di tutte le strutture di appoggio vetuste, dei giunti di dilatazione, della pavimentazione e dell’impermeabilizzazione del viadotto».
Il viadotto è stato progettato dall’ingegnere Montresori e il progetto esecutivo fu approvato dal Consiglio comunale nel 1976 e realizzato tra il 1979 ed il 1982, (l’ultimazione dei lavori è del 30 giugno 1982). Negli anni è diventata una delle principali arterie di collegamento, non solo tra i quartieri di Prunizzedda e del Monte Rosello ma tra le due parti della città separate dalla valle dell’Eba Giara.
Il viadotto ha una luce complessiva da spalla a spalla di oltre 234 metri ed è realizzato su due vie a doppia corsia di marciapiede, ciascuna di sette campate con travi appoggiate. Le due vie di corsia costituiscono delle strutture completamente indipendenti, ma identiche, le quali hanno in comune solamente le fondazioni e le murature delle spalle.
Gli interventi previsti in progetto prevedono il risanamento strutturale del viadotto, delle pile, dei pulvini, dei baggioli, dei cordoli laterali e della porzione di cemento armato delle solette in prossimità dei giunti di dilatazione e degli scarichi dell'acqua, dove sono evidenti distacchi del calcestruzzo corticale per la corrosione dei ferri di armatura.
E’ previsto il sollevamento delle travi prefabbricate per la rimozione e sostituzione dei dispositivi di appoggio esistenti. Si prevede inoltre la sostituzione dei giunti di dilatazione elastomerici esistenti, che non risultano più efficaci per garantire l'impermeabilità del viadotto.
E’ prevista la rimozione della pavimentazione stradale esistente sino all’estradosso della soletta in cemento armato, la posa in opera di una nuova impermeabilizzazione, la realizzazione di un nuovo strato di binder e tappetino di usura. Per garantire l’ispezionabilità delle parti del viadotto non accessibili (pulvini, baggioli, apparecchi di appoggio) ubicate in corrispondenza delle teste delle pile, si prevede l'esecuzione di passi d’uomo con chiusini carrabili realizzati in corrispondenza di ogni pila. L'intervento risponde alle disposizioni di legge sul controllo, manutenzione e sostituzione dei vincoli, che devono essere accessibili al fine di consentire il controllo, la manutenzione e l'eventuale sostituzione senza eccessiva difficoltà.