Sassari, vessata e umiliata a lezione di danza: maestre condannate
di Luca Fiori
La bimba di 10 anni era stata chiusa al buio negli spogliatoi. Alle due donne inflitti quattro mesi di reclusione e una multa
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SASSARI. Ridicolizzata davanti alle altre allieve, umiliata e vessata con frasi offensive e in qualche occasione rinchiusa addirittura nello spogliatoio, con la luce spenta mentre le altre compagne erano impegnate negli esercizi.
Le lezioni di danza per una bambina sassarese di dieci anni, quattro anni fa si erano trasformate in un vero e proprio incubo. Dopo aver subìto per un paio d’anni le umiliazioni in silenzio, alla fine la piccola ballerina aveva raccontato tutto alla mamma che si era immediatamente rivolta alla polizia e a quel punto erano scattare le indagini.
Ieri mattina due sorelle sassaresi, A.S. insegnante di danza e L.S, segretaria della stessa scuola dove oltre alla danza si apprendono anche musica e teatro (difese entrambe dall’avvocato Attilio Pinna), sono state condannate dal giudice Elena Meloni a quattro mesi di reclusione e al pagamento di una provvisionale immediatamente esecutiva di cinquemila euro. Le due donne erano accusate di abuso dei mezzi di correzione o disciplina. Entrambe erano accusate inizialmente di maltrattamenti, poi il reato era stato derubricato. Quattro anni fa, dopo la denuncia presentata agli agenti della squadra mobile, l’inchiesta era stata affidata al sostituto procuratore Giovanni Porcheddu.
Durante le indagini insieme agli agenti della squadra mobile erano stati coinvolti gli specialisti della Sezione minori. La bambina era stata sentita in ambiente protetto alla presenza di una equipe di psicologi. Un lungo racconto tra le lacrime che poi era stato supportato da una serie di conferme raccolte durante lo svolgimento dell’attività investigativa.
Il suo disagio tenuto nascosto in famiglia, era emerso quando la giovane aspirante ballerina aveva trovato la forza per raccontare tutto alla mamma. La piccola aveva descritto una situazione terribile, alla quale aveva cercato di resistere per via della sua grande passione per la danza. Ma a un certo punto il suo atteggiamento aveva innescato i primi sospetti: la bambina infatti non riposava la notte e di punto in bianco aveva chiesto ai genitori di non andare più alle lezioni di danza. Una richiesta che aveva sorpreso i familiari che nel processo di sono costituti parte civile con l’avvocato Marco Palmieri.
Alla fine, dopo un pianto liberatorio, aveva raccontando tutto a casa. La piccola, era emerso dalla indagini, sarebbe stata ridicolizzata davanti alle altre allieve e in più occasioni l’insegnante le avrebbe urlato frasi irrispettose e offensive.
«Sei solo una bambina viziata, sei tonta e non apprendi niente», queste alcune delle frasi urlate alla giovane allieva. Ma nei due anni, gli episodi sarebbero stati sempre più numerosi, anche con situazioni che avrebbero portato l’insegnante a strattonare fisicamente la bambina. Ma non ci sarebbe solo questo. La piccola sarebbe stato costretta anche a restare all’ingresso della sala dove si svolgevano le lezioni e in alcune occasioni rinchiusa nello spogliatoio, con la luce spenta mentre le altre allieve erano impegnate negli esercizi. Violenze psicologiche sopportate per tanto tempo per amore della danza, fino al crollo e alla richiesta d’aiuto.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Le lezioni di danza per una bambina sassarese di dieci anni, quattro anni fa si erano trasformate in un vero e proprio incubo. Dopo aver subìto per un paio d’anni le umiliazioni in silenzio, alla fine la piccola ballerina aveva raccontato tutto alla mamma che si era immediatamente rivolta alla polizia e a quel punto erano scattare le indagini.
Ieri mattina due sorelle sassaresi, A.S. insegnante di danza e L.S, segretaria della stessa scuola dove oltre alla danza si apprendono anche musica e teatro (difese entrambe dall’avvocato Attilio Pinna), sono state condannate dal giudice Elena Meloni a quattro mesi di reclusione e al pagamento di una provvisionale immediatamente esecutiva di cinquemila euro. Le due donne erano accusate di abuso dei mezzi di correzione o disciplina. Entrambe erano accusate inizialmente di maltrattamenti, poi il reato era stato derubricato. Quattro anni fa, dopo la denuncia presentata agli agenti della squadra mobile, l’inchiesta era stata affidata al sostituto procuratore Giovanni Porcheddu.
Durante le indagini insieme agli agenti della squadra mobile erano stati coinvolti gli specialisti della Sezione minori. La bambina era stata sentita in ambiente protetto alla presenza di una equipe di psicologi. Un lungo racconto tra le lacrime che poi era stato supportato da una serie di conferme raccolte durante lo svolgimento dell’attività investigativa.
Il suo disagio tenuto nascosto in famiglia, era emerso quando la giovane aspirante ballerina aveva trovato la forza per raccontare tutto alla mamma. La piccola aveva descritto una situazione terribile, alla quale aveva cercato di resistere per via della sua grande passione per la danza. Ma a un certo punto il suo atteggiamento aveva innescato i primi sospetti: la bambina infatti non riposava la notte e di punto in bianco aveva chiesto ai genitori di non andare più alle lezioni di danza. Una richiesta che aveva sorpreso i familiari che nel processo di sono costituti parte civile con l’avvocato Marco Palmieri.
Alla fine, dopo un pianto liberatorio, aveva raccontando tutto a casa. La piccola, era emerso dalla indagini, sarebbe stata ridicolizzata davanti alle altre allieve e in più occasioni l’insegnante le avrebbe urlato frasi irrispettose e offensive.
«Sei solo una bambina viziata, sei tonta e non apprendi niente», queste alcune delle frasi urlate alla giovane allieva. Ma nei due anni, gli episodi sarebbero stati sempre più numerosi, anche con situazioni che avrebbero portato l’insegnante a strattonare fisicamente la bambina. Ma non ci sarebbe solo questo. La piccola sarebbe stato costretta anche a restare all’ingresso della sala dove si svolgevano le lezioni e in alcune occasioni rinchiusa nello spogliatoio, con la luce spenta mentre le altre allieve erano impegnate negli esercizi. Violenze psicologiche sopportate per tanto tempo per amore della danza, fino al crollo e alla richiesta d’aiuto.
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