«Rischio disastro sulla Sassari-Alghero», indagati i vertici Arst
di Nadia Cossu
La Procura ha aperto un’inchiesta dopo un esposto della Faisa Cisal: «Pericoli costituiti da alberi, frane e recinzioni assenti»
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SASSARI. «Lungo l’intera tratta ferroviaria Sassari-Alghero, a ridosso di entrambi i lati della massicciata, si ergono, raggiungendo l’altezza di oltre dieci metri, alberi di alto fusto, alcuni in pessime condizioni, che se dovessero finire sui binari potrebbero provocare seri incidenti con possibile deragliamento del treno (...)». Un esposto firmato dalla segreteria provinciale della Faisa Cisal di Sassari aveva fatto scattare, lo scorso novembre, un’indagine della Procura della Repubblica. L’allora segretario provinciale Francesco Boe aveva messo nero su bianco tutta una serie di criticità spiegando che le organizzazioni sindacali e il personale in servizio sui treni più volte le avevano segnalate all’azienda «ma l’Arst nulla ha fatto per risolvere le situazioni di pericolo».
Il sostituto procuratore Paolo Piras, per far luce su questa situazione, ha iscritto nel registro degli indagati il direttore generale dell’Arst Carlo Poledrini e l’amministratore unico Roberto Neroni (entrambi difesi dall’avvocato Nicola Satta). L’ipotesi di reato contestata è quella prevista dall’articolo 450 del codice penale che fa riferimento ai “delitti colposi di pericolo”. Nel caso specifico, per l’accusa, i due indagati «non provvedendo ai lavori di protezione delle tratte ferroviarie Sassari-Alghero e Sassari-Sorso facevano sorgere il pericolo di un disastro ferroviario in quei luoghi fino a gennaio 2021».
In seguito alla richiesta del pm di incidente probatorio il gip Carmela Rita Serra ha disposto l’esecuzione di una perizia ingegneristica per accertare «quali siano le condizioni di quella tratta ferroviaria e se dalle carenze riscontrate possa generarsi “un reale ed effettivo stato di pericolo” di un disastro ferroviario, nonché determinare “in ipotesi di accertato stato di pericolo, quali siano i provvedimenti idonei alla messa in sicurezza dei luoghi”».
L’allarme era stato lanciato dal sindacato che, oltre agli alberi, aveva anche evidenziato «il pericolo di caduta massi e frane e la mancanza, in alcuni tratti, della recinzione che delimita il percorso ferroviario da terreni e strade confinanti». In particolare era stato segnalato un rischio elevato vicino alla stazione di Olmedo, dove «la mancanza di recinzione può costituire gravissimo pericolo in quanto il percorso è altamente frequentato da lavoratori e studenti che spesso, per abbreviare il percorso sino alla stazione, attraversano i binari anche se sta sopraggiungendo il treno, inoltre c’è sempre il pericolo dell’attraversamento di animali vaganti che non trovando in alcuni tratti le barriere della recinzione spesso transitano sui binari con tutti i rischi del caso». Per la Faisa Cisal, di fronte a queste criticità, l’Arst si sarebbe limitata «a informare i macchinisti e i capitreno con degli appositi moduli relativi alle consegne di viaggio, contenenti le prescrizioni e i comportamenti da tenere nelle situazioni di pericolo».
Un’altra potenziale circostanza di rischio per il personale sarebbe costituita da una disposizione di servizio «in base alla quale – è scritto nell’esposto – il personale sarà costretto a saltare da un’altezza di circa un metro e mezzo dalla motrice giù per la scarpata, ogni qualvolta vi sia il transito presso i passaggi a livello – per motivi anche imprevisti non custoditi o nel caso di quelli automatizzati non funzionanti – al fine di bloccare l’eventuale passaggio di autoveicoli durante la marcia del treno».
Disposizioni che secondo il segretario provinciale Francesco Boe sarebbero «in palese violazione di tutte le norme di sicurezza, considerando anche che l’età media dei capitreno del compartimento ferroviario Arst di Sassari è di 55 anni». Da qui la richiesta alla magistratura di disporre tutti gli accertamenti opportuni.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Il sostituto procuratore Paolo Piras, per far luce su questa situazione, ha iscritto nel registro degli indagati il direttore generale dell’Arst Carlo Poledrini e l’amministratore unico Roberto Neroni (entrambi difesi dall’avvocato Nicola Satta). L’ipotesi di reato contestata è quella prevista dall’articolo 450 del codice penale che fa riferimento ai “delitti colposi di pericolo”. Nel caso specifico, per l’accusa, i due indagati «non provvedendo ai lavori di protezione delle tratte ferroviarie Sassari-Alghero e Sassari-Sorso facevano sorgere il pericolo di un disastro ferroviario in quei luoghi fino a gennaio 2021».
In seguito alla richiesta del pm di incidente probatorio il gip Carmela Rita Serra ha disposto l’esecuzione di una perizia ingegneristica per accertare «quali siano le condizioni di quella tratta ferroviaria e se dalle carenze riscontrate possa generarsi “un reale ed effettivo stato di pericolo” di un disastro ferroviario, nonché determinare “in ipotesi di accertato stato di pericolo, quali siano i provvedimenti idonei alla messa in sicurezza dei luoghi”».
L’allarme era stato lanciato dal sindacato che, oltre agli alberi, aveva anche evidenziato «il pericolo di caduta massi e frane e la mancanza, in alcuni tratti, della recinzione che delimita il percorso ferroviario da terreni e strade confinanti». In particolare era stato segnalato un rischio elevato vicino alla stazione di Olmedo, dove «la mancanza di recinzione può costituire gravissimo pericolo in quanto il percorso è altamente frequentato da lavoratori e studenti che spesso, per abbreviare il percorso sino alla stazione, attraversano i binari anche se sta sopraggiungendo il treno, inoltre c’è sempre il pericolo dell’attraversamento di animali vaganti che non trovando in alcuni tratti le barriere della recinzione spesso transitano sui binari con tutti i rischi del caso». Per la Faisa Cisal, di fronte a queste criticità, l’Arst si sarebbe limitata «a informare i macchinisti e i capitreno con degli appositi moduli relativi alle consegne di viaggio, contenenti le prescrizioni e i comportamenti da tenere nelle situazioni di pericolo».
Un’altra potenziale circostanza di rischio per il personale sarebbe costituita da una disposizione di servizio «in base alla quale – è scritto nell’esposto – il personale sarà costretto a saltare da un’altezza di circa un metro e mezzo dalla motrice giù per la scarpata, ogni qualvolta vi sia il transito presso i passaggi a livello – per motivi anche imprevisti non custoditi o nel caso di quelli automatizzati non funzionanti – al fine di bloccare l’eventuale passaggio di autoveicoli durante la marcia del treno».
Disposizioni che secondo il segretario provinciale Francesco Boe sarebbero «in palese violazione di tutte le norme di sicurezza, considerando anche che l’età media dei capitreno del compartimento ferroviario Arst di Sassari è di 55 anni». Da qui la richiesta alla magistratura di disporre tutti gli accertamenti opportuni.
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