Energia, l'accusa del sindaco di Porto Torres: «Sardegna trattata come una colonia»
Massimo Mulas boccia il decreto predisposto dal ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani
PORTO TORRES. Il sindaco di Porto Torres, Massimo Mulas, boccia il decreto predisposto dal ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, lo scorso 15 febbraio, ora all'attenzione del Cdm, con cui si traccia il futuro programma energetico nazionale. «Il Dpcm sulla transizione energetica nell'isola riporta la Sardegna all'epoca in cui era una colonia», sostiene Mulas.
«Non è il frutto di alcuna attività di concertazione: siamo stati consultati marginalmente; inoltre, prospetta un risultato inaccettabile: la Sardegna dal punto di vista energetico non sarà autosufficiente, ma dipendente da depositi in Continente e da un cavo collegato alla Sicilia», attacca il sindaco di Porto Torres.
«Il gas metano - aggiunge - inoltre è una soluzione che poteva essere considerata innovativa quarant'anni fa: mentre in altre regioni del mondo si guarda avanti e si ragiona sull'idrogeno, ai sardi viene prospettato un intervento che nasce vecchio. Senza contare che, sul tema delle rinnovabili, il decreto è assolutamente fumoso». Per il primo cittadino il parere degli enti locali e dei cittadini è stato ignorato: «Il territorio si era espresso a favore del deposito a terra, una soluzione che sarebbe stata idonea anche per un futuro utilizzo dell'idrogeno, oltre che per l'impatto occupazionale. Invece avremo a che fare con un deposito galleggiante a mare, da soli 25mila metri cubi che, teoricamente, dovrà servire tutto il Nord Sardegna, ma forse a malapena utilizzabile solo per la centrale di Fiumesanto».
Quindi Mulas avanza una richiesta: «Chiediamo con forza che, prima della sottoscrizione del Dpcm da parte dei ministeri dello Sviluppo economico e delle Infrastrutture, enti locali e parti sociali siano coinvolte e consultate. Non si può fare la rivoluzione energetica se non si porta il resto della Sardegna fuori dal passato: è necessario dotare l'isola di reti ferroviarie e stradali moderne e funzionali, rilanciare i porti e gli aeroporti e riprogettare il ciclo dei rifiuti». (ANSA)