La Nuova Sardegna

Sassari

L’inchiesta

«Soldi e pane dati ai poveri»

«Soldi e pane dati ai poveri»

L’inchiesta per peculato e riciclaggio dei 2 milioni della Diocesi di Ozieri. Mario Becciu su Facebook: «Mio fratello Tonino non ha intascato un solo euro». L’avvocato Ivano Iai: tutte le risorse della Spes alle parrocchie e alla Caritas

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Sassari La Procura di Sassari, nella chiusura delle indagini, parla di oltre 2 milioni di euro provenienti dai fondi per l’8 per mille della Diocesi di Ozieri, fatti confluire nell’arco di dieci anni nelle casse della Cooperativa sociale Spes, della quale è responsabile Antonino Becciu, uno dei fratelli del Cardinale di Pattada Angelo Becciu. «Tutte le risorse che pervengono alla Spes – spiega l’avvocato Ivano Iai – non finiscono nelle tasche di Antonino Becciu. Anzi, vengono utilizzate interamente per scopi di carità, e solidali, ovvero i principi che animano la Diocesi e la Caritas».

La Procura, nel suo faldone, parla anche di una delega non autenticata, che contiene una firma falsa, per aprire un conto corrente alla Caritas. I legali della difesa ribattono tuttavia che la procedura si è svolta in maniera corretta, e ogni passaggio è stato anche controllato dai vari vescovi che si sono succeduti. C’è ancora un aspetto evidenziato dai magistrati nell’avviso di chiusura delle indagini: le bolle di consegna di 32mila chili di pane che la Procura ritiene false, per un totale di oltre 100mila euro. La difesa, su questo aspetto specifico, ritiene che «i prodotti della Spes siano stati sempre consegnati integralmente alle parrocchie e alle Caritas parrocchiali». E un’ultima precisazione dei legali riguarda proprio il Cardinale Angelo Becciu: «È del tutto estraneo a questa indagine». Al momento si trovano nella posizione di indagati per i reati di peculato e riciclaggio dei menzionati 2 milioni di euro, Antonino Becciu, il vescovo di Ozieri Corrado Melis, e altre sette persone.

Sono difesi dal legale Ivano Iai: «L'inchiesta della Procura di Sassari sulla presunta distrazione di risorse destinate alla Diocesi di Ozieri e utilizzate dalla cooperativa sociale Spes, guidata da Antonino Becciu, è partita tre anni fa e a gennaio 2024 c'è stata la chiusura indagini. Preoccupa il circolo vizioso realizzatosi con la rogatoria che ha visto intersecarsi le procedure vaticana e italiana e che ha di fatto determinato una sistematica violazione dei diritti di alcuni tra gli indagati nel procedimento, insistentemente e illegittimamente citati dal Tribunale vaticano a rendere testimonianza, in quel processo, sugli stessi fatti oggetto dell'indagine sarda, senza il rispetto delle regole rogatoriali, eppure sanzionati poiché non presentatisi».

Invece Mario Becciu, fratello del cardinale Angelo e di Antonino – quest’ultimo indagato dalla Procura di Sassari – difende l’operato della sua famiglia attraverso un post pubblicato su Facebook.

«La Spes non è di Tonino Becciu – si legge nella pagina social – È una cooperativa di tipo B. Istituita dal Vescovo di Ozieri Sanguinetttti come “braccio operativo della Caritas’. Così come si evince dallo Statuto. Per la legge italiana il rappresentante legale non è il proprietario e gli utili non possono essere divisi tra i soci. Nel caso di fallimento, i soci hanno diritto al recupero della quota soci che nel caso in questione ammonta a 25 euro. Tonino è proprietario di ben 25 euro. Dalle indagini risulta che Tonino non si è appropriato di un solo euro. Tutti i soldi sono andati alla cooperativa per sostenere gli svantaggiati del territorio. Risulta, però, che è il fratello del Cardinale Becciu. Il Vescovo di Ozieri monsignor Melis ha testimoniato nel processo in Vaticano a favore del Cardinale smentendo tutte le accuse nei confronti di quest’ultimo». E conclude con una frecciata nei riguardi del telegiornale Rai che in questi giorni si sta occupando della vicenda giudiziaria della famiglia Becciu. «Il TG1 fa disinformazione – dice Mario Becciu – Aspettiamo fiduciosi il confronto con i giudici che nello Stato italiano equiparano l’accusa alla difesa».

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