Un 80enne a giudizio per stalking a una coetanea compaesana, il pm chiede l’assoluzione
I due (lui sposato, lei vedova) avevano una relazione e l’imputato avrebbe più volte prestato dei soldi alla donna. Quando ha cominciato a chiederne la restituzione è stato querelato
Sassari Lei 80 anni, lui stessa età. Nel 2013 tra i due nasce prima un’amicizia, poi una relazione quasi essenzialmente telefonica. Lui è sposato, lei è vedova. Insieme decidono - per opportunità, considerato che vivono in un piccolo paese del Sassarese e “la gente mormora” – di mantenere nascosto il loro rapporto.
A un certo punto la donna avrebbe cominciato a chiedere in prestito dei soldi al suo “amato”. Per motivi di svariata natura: l’acquisto di un pc per il figlio, la denuncia di successione di un terreno e altro ancora. In tutto, tra il 2013 e il 2017, lui le avrebbe consegnato circa 15mila euro.
All’ennesima richiesta l’uomo, che è un semplice pensionato, è costretto a dirle di no, non ne ha a sufficienza. E quando anzi chiede la restituzione di quelli già prestati, la signora – stando alla tesi di lui – avrebbe iniziato a diventare sempre più sfuggente e a farsi sentire sempre meno, fino a sparire del tutto.
E così il pensionato, non ottenendo risposte da lei, le lascia prima un biglietto nella cassetta delle lettere avvisandola che si sarebbe rivolto ai figli e poi lo fa davvero. Ma questi cadono dalle nuvole e quando chiedono all’uomo se per caso avesse delle ricevute che attestassero il prestito, quest’ultimo risponde di no e a quel punto spariscono pure loro. Allora l’uomo si rivolge a un avvocato che invia una raccomandata alla signora che per tutta risposta denuncia l’ex per atti persecutori. Tra le altre cose la donna sosteneva che lui la chiamasse più volte al giorno e che lei per lungo tempo, dopo il 2014, era stata costretta a riattaccare, esasperata e impaurita.
Nella mattinata di oggi 18 ottobre 2024 l’uomo è comparso davanti al giudice nell’udienza dove era prevista la discussione delle parti. Il pubblico ministero Lara Senatore ha chiesto l’assoluzione dell’imputato ritenendo inverosimili le accuse della persona offesa, richiesta cui si è associato l’avvocato difensore Salvatore Castronuovo che aveva prodotto i tabulati telefonici che certificavano lunghissime telefonate tra i due, anche della durata di oltre un’ora, smentendo quindi ciò che la donna aveva sostenuto: cioè che lui la chiamasse e lei riattaccasse per non sentirlo.
Mentre l’avvocato di parte civile Giancarmelo Serra ha insistito per la condanna. Il giudice Silvia Masala ha rinviato per repliche e sentenza.