La Nuova Sardegna

 Sassari Una violenza sessuale che, all’esito del dibattimento, si è rivelata inesistente considerato che il collegio presieduto dal giudice Giancosimo Mura (a latere Monia Adami e Sara Pelicci) ha pronunciato una sentenza di assoluzione “perché il fatto non sussiste”. Ad essere scagionato con la formula ampia è stato  un 43enne di Villanova Monteleone, incensurato, che dopo dieci anni vede chiudersi il processo di primo grado che lo vedeva imputato di violenza sessuale e sequestro di persona.

All’epoca dei fatti l’uomo, difeso dagli avvocati Giuseppe Lepori e Pietro Piras, aveva 33 anni mentre la persona offesa – una donna di origine straniera – ne aveva 21. E sarebbero state proprio alcune sue dichiarazioni contraddittorie e incongruenze emerse durante il dibattimento a convincere lo stesso pubblico ministero Angelo Beccu a chiedere l’assoluzione dell’imputato. Richiesta alla quale si erano associati i due difensori che avevano sottolineato come il loro assistito fosse una persona stimata e di quanto queste terribili accuse gli avessero distrutto la vita.

La donna aveva raccontato di esser stata violentata sulla litoranea Alghero-Bosa dove l’imputato aveva fermato la macchina «e approfittando del fatto che la persona offesa fosse scesa dall’auto – era scritto nel capo di imputazione – dopo il netto rifiuto della stessa ad avere un rapporto sessuale, la spingeva con forza dentro l’abitacolo e abusava di lei».

L’avrebbe anche portata nella propria abitazione costringendola a rimanerci contro la sua volontà, chiudendo la porta a chiave dall’esterno. Reato, quest’ultimo, per il quale è stato ugualmente assolto. A rendere poco credibile la versione fornita dalla giovane anche il fatto che dopo questo presunto episodio, per circa due anni i due avevano avuto una relazione.