Conto pignorato per una bolletta: il giudice dà torto ad Abbanoa
Un pensionato del Sassarese aveva un debito di 2500 euro ma il gestore non poteva bloccare i suoi soldi
Sassari A settembre dello scorso anno una bolletta non pagata ad Abbanoa di circa 2500 euro, lo aveva fatto finire quasi in disgrazia. Il gestore idrico aveva chiesto di pignorare il conto di un pensionato di un piccolo paese della provincia di Sassari e Poste Italiane - nonostante l’uomo avesse solo una piccola pensione sociale e un’indennità di accompagnamento - aveva eseguito il pignoramento, lasciando l’uomo senza un euro. Il legale del pensionato, l’avvocato Antonello Fancellu, facendo proprio leva sul fatto che per l’ordinamento giudico italiano le categorie come quella del pensionato rientrano tra quelle con beni impignorabili, ha intentato una causa civile che ha restituito al pensionato serenità e i soldi del suo conto corrente postale, circa 10mila euro. I giorni scorsi il giudice dell’Esecuzione Tamara Greco ha accolto infatti la domanda del legale, dichiarato inefficace il pignoramento e ordinato a Poste Italiane di mettere a disposizione del pensionato le somme bloccate, condannando Abbanoa Spa, in seguito alla soccombenza al pagamento delle spese legali.
«Fermo restando che le bollette relative a qualsivoglia utenza vanno sempre pagate – commenta l’avvocato Antonello Fancellu – sono molto soddisfatto della sentenza e felice per il mio cliente che ha vissuto veramente male la vicenda e che per le condizioni in cui si trova non doveva essere lasciato senza un soldo».
Quella del pensionato del paesino della provincia di Sassari è la seconda vittoria contro Abbanoa in pochi mesi da parte di un cittadino. A febbraio di quest’anno lo stesso giudice Tamara Greco aveva preso la stessa decisione nei confronti di un novantenne, un passato da grande lavoratore, titolare di un’azienda di trasporti che fino a un certo punto aveva dato i suoi frutti. Poi gli affari non erano andati più bene e per l’uomo ed era arrivato anche il fallimento e con esso i guai finanziari e i pignoramenti. Il novantenne aveva perso tutto e anche la sua casa era finita all’asta. E anche per lui, nonostante una disabilità che lo costringe a stare su una sedia a rotelle, Abbanoa aveva chiesto un’ingiunzione di pagamento e successivamente il pignoramento del conto corrente postale per via di una bolletta da oltre 12mila euro non pagata.
Il giudice dell’Esecuzione aveva però dato ragione al 90enne, assegnando in pagamento ad Abbanoa l’importo di 1681 euro “dovuto da Poste italiane al debitore a totale soddisfo delle spese della procedura e del credito vantato” e ordinato a Poste Italiane spa di corrispondere quella somma “entro il termine di venti giorni dalla notifica del presente provvedimento, con avvertimento che in difetto sarà apposta sull’originale della copia notificata dell’ordinanza la formula esecutiva”. Nella stessa ordinanza il giudice aveva aggiunto che “con il pagamento dichiara Poste italiane spa liberata nei confronti del debitore, dichiara estinta la procedura e autorizza la parte al ritiro dei titoli”. In soldoni: il conto del novantenne va sbloccato.