Il reato è prescritto, ma finisce in carcere per 12 giorni
Il caso vede protagonista un 62enne di Sorso che ora chiede il risarcimento allo Stato
Sassari Un’ordinanza datata 15 ottobre 2024 con la quale il giudice monocratico del tribunale di Firenze dichiarava l’estinzione della pena (per intervenuta prescrizione). Provvedimento depositato nei termini ma notificato con tre mesi di ritardo. E proprio questo lasso di tempo ha avuto terribili conseguenze per un artigiano 62enne di Sorso: l’uomo, incensurato, è stato arrestato e portato nel carcere di Bancali dove è rimasto rinchiuso per 12 giorni. Ora i suoi avvocati Michele Torre e Antonio Secci hanno presentato alla corte d’appello di Cagliari quella che tecnicamente si chiama “istanza di riparazione per ingiusta detenzione”.
Per comprendere meglio i contorni di questa vicenda che i legali del 62enne non esitano a definire un “clamoroso errore giudiziario”, bisogna fare un passo indietro nel tempo. A febbraio del 2009, per la precisione, quando il tribunale di Firenze condanna l’artigiano di Sorso a otto mesi di reclusione per non aver corrisposto il mantenimento familiare, deve anche risarcire i danni alla parte civile, con una provvisionale (provvisoriamente esecutiva) di 7mila euro. La stessa sentenza subordina il beneficio della sospensione condizionale della pena (che gli era stata concessa dal giudice) al pagamento della provvisionale. Il 31 maggio del 2013 la corte d’appello di Firenze ridetermina la pena in 5 mesi e conferma le statuizioni civili (compresa la provvisionale). Il 62enne, però, non provvede ancora al pagamento e a quel punto – a seguito di giudizio – gli viene revocata la sospensione della pena. Il 17 giugno 2024 l’artigiano presenta al tribunale di Firenze “istanza di declaratoria di intervenuta prescrizione della pena” che, il 14 ottobre del 2024, ottiene un esito favorevole.
Ma il provvedimento del giudice viene notificato, via Pec, solo il 24 gennaio del 2025. Tre mesi dopo, quindi. Ed ecco che si materializza l’errore. Nelle more, ossia il 7 gennaio 2025, viene emesso dalla Procura generale un ordine di carcerazione (eseguito il 13) e il 62enne di Sorso viene accompagnato a Bancali dove rimane rinchiuso fino al 24 gennaio e cioè fino a quando è stata data esecuzione del decreto di sospensione dell’esecuzione della pena detentiva con ordine di immediata scarcerazione da parte della Procura generale di Firenze, cui si erano rivolti i legali. «Un’esperienza traumatica sotto ogni profilo – descrivono gli avvocati Secci e Torre il periodo di detenzione del loro assistito – con un impatto emotivo devastante a cui deve aggiungersi la materiale condivisione di spazi angusti al di sotto della superficie minima vitale da essere ritenuta legittima per motivi igienico sanitari e per la stessa dignità umana». I legali, nell’istanza presentata alla corte d’appello di Cagliari, evidenziano come l’ingiusta detenzione sia “imputabile esclusivamente al ritardo nella notifica dell’ordinanza depositata il 15 ottobre del 2024 ma notificata solo il 24 gennaio 2025. Si tratta di un errore giudiziario non riconducibile a dolo o colpa grave del nostro assistito, il quale ha solo subìto gli effetti nefasti del patologico ritardo nella notifica di un provvedimento di dichiarazione di estinzione della pena la cui omissione o colpevole comunicazione tardiva ha determinato l’entrata in carcere e la sua ingiusta permanenza per ben 12 giorni”. © RIPRODUZIONE RISERVATA