Stefano Udassi: «Sì, questa Torres può andare lontano»
Il presidente traccia un bilancio positivo dopo i primi tre mesi di gestione del gruppo Insula Sport
SASSARI. Cento giorni. I primi cento giorni. Il momento per una prima verifica, per capire se il seme ha messo radici, se il progetto studiato e annunciato sta diventando fatto e atto. E come. Una prima pausa di riflessione, anche se la Torres avrebbe preferito non fermarsi. La quarantena per il contatto con il passeggero del Roma-Alghero positivo al Covid continua, è imminente il secondo tampone per tutto il gruppo e se anche questo sarà negativo potranno riprendere gli allenamenti normali, e non più individuali. Intanto, è saltata la sfida di ieri con la Vis Artea, e salterà anche quella dell'infrasettimanale mercoledì ad Afragola. Ma il presidente Stefano Udassi sorride. La classifica è buona, le radici del seme piantato quattro mesi fa con InsulaSport sono già salde, e dopo tre mesi di campionato...
Presidente Udassi, il primo bilancio?
«Su tutto, la soddisfazione per i frutti del lavoro che cominciano a intravedersi. C'è ancora tanto da fare però mi pare che in questo primi mesi abbiamo cominciato a far vedere che il progetto Torres può avere un futuro importante».
Lo dite voi e lo conferma la città. Il pubblico risponde.
«Finalmente intorno alla Torrs si è riaccesa la passione. Era il nostro primo obiettivo, riavvicinare la Torres alla città e al territorio, alle istituzioni. Coinvolgere. Questo entusiasmo e questa passione per noi sono una responsabilità che ci sprona a fare sempre meglio, e comunque sono solo un punto di partenza. Ora devono essere messe a frutto, devono diventare produttive. Non ci sentiamo certo arrivati».
Dal punto di vista sportivo?
«Sono stati mesi intensi, siamo soddisfatti del lavoro di staff e squadra»Obiettivo?«Migliorarci sempre, ed è facile con un gruppo che sta bene insieme anche fuori dal campo. C'è rispetto, viviamo e ci divertiamo insieme».
Siete in corsa su due fronti, campionato e Coppa Italia
«Vogliamo fare il meglio possibile fino alla fine, abbiamo un gruppo che per numero e qualità può arrivare fino in fondo. Il campionato è importantissimo ma non lasceremo niente di intentato anche in Coppa».
Tante squadre si stanno rafforzando. La Torres?
«Il nostro direttore sportivo è sempre attento, ma crediamo di avere un gruppo valido. Forse faremo qualcosa per quanto riguarda i fuoriquota, ma non vediamo altre esigenze».
Si aspettava così tanti spettatori all'Acquedotto?
«Me lo auguravo e sognavo che potesse accadere, Sassari ha fame di calcio e di calcio importante. E un po' me lo aspettavo, i segnali c'erano. Viviamo in città, abbiamo il polso della situazione e le indicazioni erano quelle».
Rispondono anche gli sponsor. Sono già un bel pacchetto.
«E anche questo non è da sottovalutare. Il territorio e Sassari rispondono e io ringrazio chi ha sposato il nostro progetto senza se e senza ma. E' stata una risposta di grande maturità e di fiducia verso la proprietà, e noi ricambieremo».
Prossimi passi? Lo stadio?
«Ci sono dei professionisti che se ne stanno occupando ma non voglio creare aspettative. Resta comunque un argomento centrale».
Un giocatore che l'ha sorpresa?
«Non uno solo ma il gruppo nell'insieme. In fase di mercato sapevamo chi prendevamo e anche chi conoscevamo meno era monitorato. E il gruppo funziona, fuori e dentro il campo».
Le altre squadre sarde?
«Una sorpresa, tra virgolette, è l'Atletico Uri. Ma gli addetti ai lavori sanno che la società ha fatto un ottimo percorso. L'Arzachena credo sia in linea con le sue aspettative, è una buona squadra con dei giovani interessanti e la giusta esperienza. Considerando il mercato fatto, mi aspettavo qualcosa in più dal Muravera: è un po' indietro. Il Latte Dolce ha avuto un cammino condizionato dai troppi infortuni ma sono convinto che saprà recuperare, anche con qualche movimento sul mercato. Il Lanusei è giovane, e come i giovani alterna prestazioni di grande spessore a qualche inciampo dovuto all'inesperienza. Più in difficoltà il Carbonia, li abbiamo incontrati e sono una buona squadra ma molto giovane. In questo girone si è sollevato moltissimo il livello tecnico, gli serve qualcosa per trovare i punti necessari per la salvezza».
Udassi ex giocatore, ex allenatore e ora presidente. Dopo tre mesi ha già capito come si fa? Come interpreta il suo ruolo?
«Ora è completamente diverso. Da allenatore vivi 24 ore su 24 lo spogliatoio, ora sono sempre presente ma con un rapporto più distaccato, come è giusto che sia. Ma sempre pronto per una chiacchierata o un consiglio. Sono ragazzi intelligenti, il mio vissuto è a loro disposizione. E anche con l'allenatore se serve un altro punto di vista sono pronto. E' un rapporto otimo, funziona».