Il Cagliari affondato dall’Inter
di Roberto Muretto
Il crollo nella ripresa. Cragno para un rigore a Lautaro, nerazzurri al comando da soli
13 dicembre 2021
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INVIATO A MILANO. L'Inter è sola in testa alla classifica, il Cagliari resta terz'ultimo ed esce dal "Meazza" con una pesantissima sconfitta. I rossoblù hanno retto un tempo alla forza dei nerazzurri, hanno provato a contrastarli, ma si sono dovuti arrendere ad un avversario che in questo momento è quasi ingiocabile e che nel secondo tempo ha affondato nel burro. Un crollo inaspettato quello degli isolani dopo una prima parte dignitosa. La nuova capolista a tratti ha dato spettacolo con giocate da manuale, anche se qualcosa ha concesso, ma i rossoblù non sono stati capaci di approfittarne perchè il loro palleggio non è stato fluido e hanno sempre sbagliato l'ultimo passaggio. L'ex Barella ha fatto ciò che ha voluto, dimostrando di avere dimenticato la sciocchezza fatta a Madrid che gli costerà probabilmente due turni di squalifica. La squadra di Mazzarri ha tenuto tutto sommato bene il campo fino a quando ha mantenuto strette le distanze tra i reparti, ma quando le maglie si sono allargate ha subito la goleada. Senza le parate di Cragno sarebbe stata una Caporetto. Si dirà: non era quasi la partita nella quale bisognava raccogliere i punti salvezza. Ma visto la situazione di classifica, ogni giornata che passa, diventa tutto più difficile. La vittoria resta un sogno, il Cagliari ci proverà sabato con l'Udinese, sperando che sia la volta buona. Chissà cosa frulla nella testa di Mazzarri dopo una batosta che rischia di lasciare il segno.
Ceppitelli ko. Il difensore viene bloccato da un attacco influenzale (tampone negativo) e non siede nemmeno in panchina. Al suo posto gioca Godin nel 3-5-2 che Mazzarri schiera. L'uruguaiano torna titolare dopo l'infortunio. Caceres e Carboni completano il "trio" arretrato. Nel centrocampo a cinque c'è Deiola, Marin è il riferimento in mezzo al campo, Bellanova e Dalbert gi esterni. Scontata in avanti la coppia Joao Pedro-Keita. Stesso modulo per il campioni d'Italia che ritrovano d e Vrij in difesa. Dumfris e Perisic i corridori sulle corsie, l'ex Nicolò Barella e Calhanoglu pronti ad attaccare gli spazi. Dzeko parte dalla panchina, a fare coppia con Lautaro Martinez è Sanchez. Simone Inzaghi decide di dare una chance al cileno. Stadio tutto in piedi quando è viene ricordato l'avvocato Peppino Prisco a vent'anni dalla morte.
Monologo. Prevedibile: il pallino del gioco è nella mani dell'Inter. Il Cagliari resta raccolto, si difende, prova a ripartire in velocità. La pressione della squadra di casa aumenta col passare dei minuti perchè i rossoblù non riescono a fare più di due passaggi di fila , poi sono costretti a lanciare lungo, agevolando così il compito dei difensori nerazzurri. Barella sembra ispirato, nei primi 4 minuti va due volte al tiro e sbaglia la mira di pochissimo. I ritmi nella fase iniziale sono blandi e si gioca in una sola metà campo. La pressione dell'Inter è altissima, i Quattro Mori sono costretti a liberarsi subito del pallone.
Lautaro colpisce e sbaglia. L'inter la sblocca col "Toro" che di testa anticipa Joao Pedro e la mette dentro. La pressione della squadra di casa dà i suoi frutti quando il Cagliari sembrava essere riuscito a imbrigliare un avversario superiore sul piano tecnico ma che fino a quel momento non aveva creato tantissimo. In realtà i tiri nello specchio li aveva fatti la formazione isolana che nelle poche occasioni nelle quali è ripartita in contropiede ha trovato varchi invitanti, creando qualche preoccupazione ai nerazzurri, non sempre puntuali nei ripiegamenti difensivi. Il gol, comunque, non fa cambiare atteggiamento ai rossoblù, consapevoli che allargare le maglie della difesa sarebbe un suicidio. Nel finale di tempo Cragno (autore del fallo su Dumfris) para un rigore a Lautaro, nato da un'ingenuità difensiva .
Colpo di grazia. L'Inter è sempre padrona del campo. Ci mette pochi minuti a mettere la gara in ghiaccio. Lo fa con un gran bel gol di Alexis Sanchez, al volo su un assist perfetto di Barella, che quasi si rammarica per averlo fatto. La gara è in discesa, il Cagliari non sembra avere armi per reagire ed è costretto ad aprirsi. Mazzarri avanza l'impalpabile Dalbert nel ruolo di mezzala, facendo uscire Grassi per Lykogiannis che sta a sinistra. Cragno diventa protagonista con alcuni interventi da campione. Ma nulla può su Calhanoglu che fa tris. La barca rossoblù affonda definitivamente quando Lautaro Martinez fa poker. Il "Meazza" è in festa, per il Cagliari è notte fonda. In tutti i sensi.
Ceppitelli ko. Il difensore viene bloccato da un attacco influenzale (tampone negativo) e non siede nemmeno in panchina. Al suo posto gioca Godin nel 3-5-2 che Mazzarri schiera. L'uruguaiano torna titolare dopo l'infortunio. Caceres e Carboni completano il "trio" arretrato. Nel centrocampo a cinque c'è Deiola, Marin è il riferimento in mezzo al campo, Bellanova e Dalbert gi esterni. Scontata in avanti la coppia Joao Pedro-Keita. Stesso modulo per il campioni d'Italia che ritrovano d e Vrij in difesa. Dumfris e Perisic i corridori sulle corsie, l'ex Nicolò Barella e Calhanoglu pronti ad attaccare gli spazi. Dzeko parte dalla panchina, a fare coppia con Lautaro Martinez è Sanchez. Simone Inzaghi decide di dare una chance al cileno. Stadio tutto in piedi quando è viene ricordato l'avvocato Peppino Prisco a vent'anni dalla morte.
Monologo. Prevedibile: il pallino del gioco è nella mani dell'Inter. Il Cagliari resta raccolto, si difende, prova a ripartire in velocità. La pressione della squadra di casa aumenta col passare dei minuti perchè i rossoblù non riescono a fare più di due passaggi di fila , poi sono costretti a lanciare lungo, agevolando così il compito dei difensori nerazzurri. Barella sembra ispirato, nei primi 4 minuti va due volte al tiro e sbaglia la mira di pochissimo. I ritmi nella fase iniziale sono blandi e si gioca in una sola metà campo. La pressione dell'Inter è altissima, i Quattro Mori sono costretti a liberarsi subito del pallone.
Lautaro colpisce e sbaglia. L'inter la sblocca col "Toro" che di testa anticipa Joao Pedro e la mette dentro. La pressione della squadra di casa dà i suoi frutti quando il Cagliari sembrava essere riuscito a imbrigliare un avversario superiore sul piano tecnico ma che fino a quel momento non aveva creato tantissimo. In realtà i tiri nello specchio li aveva fatti la formazione isolana che nelle poche occasioni nelle quali è ripartita in contropiede ha trovato varchi invitanti, creando qualche preoccupazione ai nerazzurri, non sempre puntuali nei ripiegamenti difensivi. Il gol, comunque, non fa cambiare atteggiamento ai rossoblù, consapevoli che allargare le maglie della difesa sarebbe un suicidio. Nel finale di tempo Cragno (autore del fallo su Dumfris) para un rigore a Lautaro, nato da un'ingenuità difensiva .
Colpo di grazia. L'Inter è sempre padrona del campo. Ci mette pochi minuti a mettere la gara in ghiaccio. Lo fa con un gran bel gol di Alexis Sanchez, al volo su un assist perfetto di Barella, che quasi si rammarica per averlo fatto. La gara è in discesa, il Cagliari non sembra avere armi per reagire ed è costretto ad aprirsi. Mazzarri avanza l'impalpabile Dalbert nel ruolo di mezzala, facendo uscire Grassi per Lykogiannis che sta a sinistra. Cragno diventa protagonista con alcuni interventi da campione. Ma nulla può su Calhanoglu che fa tris. La barca rossoblù affonda definitivamente quando Lautaro Martinez fa poker. Il "Meazza" è in festa, per il Cagliari è notte fonda. In tutti i sensi.