Il Cagliari ci prova, la Juventus ci riesce
Vantaggio con JP10, poi i bianconeri vincono in rimonta
CAGLIARI. Batte forte il cuore del Cagliari. Ma non basta. Contro la Juventus arriva la quinta sconfitta di fila, al termine di una partita generosissima da parte dei rossoblù che hanno cercato in tutti i modi di contrastare la superiorità tecnica degli avversari, ma l’impresa è stata solo sfiorata.
Al disegno tattico di Mazzarri è giusto però fare subito un appunto. La sua squadra ha ripiegato troppo su se stessa. Giocare prevalentemente nella propria meta campo a rintuzzare le iniziative avversarie, che schierano attaccanti del calibro di Vlahovic e Dybala, alla fine non è servito. Per carità, poteva anche andare bene, Invece la Juve, che pure ha mostrato problemi in fase di costruzione e difficoltà nel rifornire il suo cannoniere principe, alla fine è riuscita a trovare il bandolo della matassa e portarsi a casa i tre punti.
Il Cagliari è partito bene, cercando di ribattere colpo su colpo e ha trovato al 10’ addirittura il vantaggio su un break di Marin e una sontuosa conclusione di destro di Joao Pedro. Il brasiliano-azzurro evidentemente ha il piede caldissimo in questo periodo e ha ripreso a segnare con continuità dopo un appannamento e un digiuno durato sette partite. La rete ha avuto il potere di far rinserrare le fila alla squadra.
Che però ha pagato lo stesso errore di una settimana fa a Udine. Scampato il pericolo del gol di Pellegrini annullato dal Var per un, dubbio, fallo di gomito di Rabiot che ha causato una deviazione della traiettoria dell’ex rossoblù che ha spiazzato Cragno, il Cagliari si è giocato il futuro della partita nel minuto finale della frazione. Se in Friuli la rete di Beto aveva portato già avanti gli avversari, stavolta invece gli avversari hanno semplicemente pareggiato. Un gol peraltro evitabilissimo, perché sulla sinistra Cuadrado è stato lasciato libero di crossare da Bellanova per pescare sull’altro lato dell’area piccola de Ligt tutto solo: l’olandese ha ringraziato e di testa ha fatto 1-1.
E’ successo insomma che i rossoblù sono tornati negli spogliatoi ancora una volta abbacchiatissimi. E l’inizio della ripresa ha rivelato subito una squadra chiusa a riccio, in cui il modulo disegnato dal tecnico, un 3-5-2 si trasformava spesso in un 5-3-2, con il rinculo dei due difensori laterali.
Con questo quadro il secondo tempo è andato avanti sino alla mezz’ora. Da una parte il Cagliari, nel quale era anche entrato Rog per sostituire l’infortunato Dalbert, che si difendeva con le unghie e con i denti, dall’altra la Juve che pazientemente provava a fare breccia. Chissà perché la soluzione è arrivata quando finalmente, per i tanti tifosi bianconeri sugli spalti, la squadra di Allegri ha pensato di provare a servire bene Vlahovic. Il serbo è un’arma letale ma se non viene rifornito adeguatamente si riduce a un bravo cecchino che però non ha a disposizione un fucile. Al 29’ l’attaccante bianconero ha ricevuto palla in area e ha letteralmente sfondato la difesa di casa concludendo con un tiro debole e innocuo per Cragno. Un minuto dopo però ha potuto scatenare tutta la sua potenza su un pallone allungato da Dybala su cui come un falco è andato a concludere di destro per battere il portiere rossoblù e firmare così la vittoria juventina.
A quel punto il Cagliari ha provato a rialzare la testa e Mazzarri si è giocato anche la carta Keita, togliendo Deiola, dopo aver immesso Pereiro per uno stanchissimo Pavoletti. Ma nell’ultimo quarto d’ora la Juve si è chiusa sua volta per rispondere al dettato del suo allenatore, cioè vincere, anche se di corto muso, ma vincere. Addirittura a 4 minuti dal termine Allegri ha anche inserito Bonucci per Cuadrado, giusto per far capire le sue intenzioni. La difesa bunker juventina ha resistito senza problemi sino alla fine, lasciando pubblico e giocatori di casa delusi per un punto preziosissimo sfuggito dalle mani.