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Tommaso Giulini: «Costruire un nuovo stadio in Italia è un calvario»

Tommaso Giulini: «Costruire un nuovo stadio in Italia è un calvario»

Il presidente del Cagliari è intervenuto al webinar di LegisLab Academy nell’ambito del master in gestione dei club sportivi

15 ottobre 2024
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Cagliari Il presidente del Cagliari, Tommaso Giulini, è intervenuto durante “Sport Business Talk”, il webinar di LegisLAB Academy nell’ambito del Master in Gestione dei Club Sportivi.  Il patron rossoblù ha toccato molteplici temi inerenti l’attualità del club e in generale del sistema calcistico.

Sulla squadra si è espresso così: «Ci siamo ritirati su nelle ultime due gare, riprendendoci quei punti che avevamo lasciato per strada in particolare tra la trasferta di Lecce e la gara in casa contro l’Empoli. Siamo tornati in media salvezza, in una corsa che sarà complicata».

Da dieci anni è al timone della società sarda.  «Questo è l’undicesimo campionato – ha aggiunto - della mia gestione, il nono di Serie A: lo ribadisco sempre con orgoglio perché non è mai facile rimanere nella massima serie, ancora di più per noi ormai pochi presidenti e proprietari italiani rimasti al timone».

identità e attaccamento del popolo sardo alla squadra. «Guidare il Cagliari, indossare la maglia rossoblù – ha proseguito Tommaso Giulini - è un’enorme responsabilità perché rappresentiamo una regione e un popolo meravigliosi, che ho la fortuna di frequentare da tantissimi anni. In Sardegna, a differenza di regioni e terre confrontabili  solo una squadra ha raggiunto la Serie A di calcio e vinto uno storico scudetto. Questo da solo fa capire il significato del Cagliari per i sardi». 

Il patron ha anche parlato degli esempi positivi nello sport.  «Credo ce ne sia molto bisogno. Il nostro ex allenatore Claudio Ranieri, proprio a Bari ,  in uno stadio festante, pieno, col Bari favorito e decine di migliaia di persone pronte a gioire, mandò un messaggio splendido non solo ai nostri tifosi ma a tutto lo sport: il calcio va vissuto con equilibrio, ma soprattutto con rispetto».


 Giulini ha poi parlato della Nazionale. «Da tifoso ho sofferto per gli Europei, dove la squadra e l’allenatore hanno dato troppo poco: il tifoso in quel momento si aspetta sempre il linciaggio e decisioni drastiche. Da quelle dimissioni non arrivate e che magari qualcuno si aspettava è nato ciò che si sta intravedendo adesso: una squadra che gioca a calcio, un allenatore che infonde le sue idee, giovani di qualità, mi piace l’analogia con quella terribile notte di Venezia del 2022 e dalla quale siamo ripartiti. La Nations League sta dando sensazioni positive, va mantenuto equilibrio».

 Un affondo del patron su Var e regolamento.  «Il VAR va prima di tutto capito, perché è soggetto a dinamiche innumerevoli. Faccio un esempio recentissimo: contro la Juventus abbiamo assistito a due rigori abbastanza “leggeri”. Abbiamo voluto chiarire con i vertici arbitrali il perché nel rigore per noi fosse stata valutata tutta l’azione dal principio, cosa non successa in occasione del rigore per la Juventus. La risposta è interessante perché dimostra come spesso anche molti di noi addetti ai lavori non siamo sul pezzo. Se nel primo caso poteva essere uscita la palla e quindi il VAR poteva intervenire, nel secondo l’eventuale fallo di Gatti non era una fattispecie “da VAR” e andava lasciato al giudizio dell’arbitro in campo. Una risposta che ha chiarito un mio dubbio. Spesso addetti ai lavori e tifosi non conoscono perfettamente le regole e nascono discussioni prive di senso, penso che il VAR a chiamata potrebbe essere una bella idea per aumentare lo spettacolo».

Il nuovo stadio è argomento a cui il presidente del Cagliari tiene molto. «Porterà il nome di Gigi Riva, il più grande attaccante della storia del Cagliari e del calcio italiano, nessuno come lui. Assieme ad Unipol, che ci accompagna da anni anche nello stadio provvisorio. Purtroppo siamo ancora nei meandri della burocrazia, c’è poco da aggiungere. La legge sugli stadi ha parzialmente migliorato le cose e semplificato gli iter, ma ci sono ancora troppi enti coinvolti, non so se serva un commissario straordinario o altri interventi come quelli a suo tempo della legge sugli stadi. Ma oggi fare uno stadio in Italia è davvero un calvario».

Infine Nicolò Barella, dal Cagliari lanciato nel calcio che conta.  «Oggi – ha conclusdo Tommaso Giulini –   è un centrocampista totale, può fare tutto in mezzo al campo ed è un calciatore ormai formato, un leader. La differenza è questa, rispetto agli altri ottimi centrocampisti italiani della Nazionale: ci sono ragazzi di grande qualità e che lavorano tanto, ma che devono ancora confermarsi. Barella è il presente e il futuro dell’Italia e a Cagliari fortunatamente lo conosciamo bene».

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