Gli ex storici Rotondo e Vanuzzo: «Dinamo, ti manca il leader»
Due protagonisti della squadra biancoblù commentano il momento nero: «Così non va, non basta cambiare il tecnico»
Sassari Il momento della Dinamo è sicuramente tra i più delicati degli ultimi anni. Quattro sconfitte consecutive, tra campionato e coppa, l’esonero di Nenad Markovic e la promozione, almeno per ora, di Massimo Bulleri come head coach. I play off che sono lontani sei punti, ma 6 sono anche le distanze di vantaggio sulla zona retrocessione.
Della situazione della squadra sassarese abbiamo parlato con due giocatori che scritto la storia della Dinamo.
Emanuele Rotondo è il miglior marcatore della storia della società, con 6551 punti realizzati. «Quest’anno – ci dice – non ho visto tantissime partite ma quel che si percepisce, in maniera evidente anche dal linguaggio del corpo di chi scende in campo, è che non si è creata la chimica giusta tra i giocatori. Anche quando ci sono stati degli exploit poi subito dopo sono arrivate prestazioni deludenti e dunque non c’è stata mai continuità di prestazioni e di risultati. Io penso che quando c’è del malessere bisogna fare qualcosa e trovare dei correttivi per invertire la tendenza».
Che cosa manca a questa squadra? «La pallacanestro è uno sport semplice. I ruoli chiave sono il play e il pivot ed ora la Dinamo sta sicuramente facendo molta fatica sotto canestro. E poi bisogna avere dei punti di riferimento, ci deve essere qualcuno che svolga un ruolo da leader tecnico ma anche emotivo. Si può anche avere un realizzatore puro ma ci deve essere anche chi è in grado di trascinare la squadra nei momenti chiave della partita e della stagione. Il leader sicuramente ora come ora manca an questa squadra». Il cambio dell’allenatore può essere una soluzione ai problemi? Non credo che possa bastare, sia che rimanga Bulleri o che arrivi qualcun altro al suo posto non è facile riuscire a mettere mano a questa squadra. Penso che serva sicuramente anche qualche innesto nel roster».
Il capitano dello scudetto Manuel Vanuzzo la pensa praticamente allo stesso modo ed evidenzia però anche i problemi legati agli infortuni. «Ormai sono due mesi che la Dinamo gioca senza uno straniero, Sokolowski, e deve fare a meno anche di un giocatore che entrava nelle rotazioni come Uldom. Far giocare tanti minuti gli stessi giocatori per assenza di alternative abbassa sicuramente la qualità. Se poi le cose iniziano ad andare male anche la fiducia progressivamente viene meno. Di cosa avrebbe bisogna ora la Dinamo? Intanto bisogna capire se rimarrà Bulleri perchè a seconda di chi guiderà la squadra potranno essere fatte scelte diverse. A me sembra che in questo momento Halilovic stia facendo un po’ di fatica. Se non avessero già preso un’altra guardia avrei cercato un numero 3 con punti nelle mani, perchè il problema del play mi pare sia stato risolto con Bibbins che sta giocando bene e sta portando punti. È chiaro che però ora alcuni giocatori hanno dovuto scalare di posizione e ci si è trovati scoperti in altre zone del campo. Io credo che forse nelle scelte abbia pesato anche il fatto che Sokolowski sia rimasto fuori più di quel che si pensava e questo infortunio ha condizionato molto sia la squadra che le decisioni della società. Con lui avresti avuto un altro tipo di squadra. Una cosa è certa: chiunque sarà l’allenatore che guiderà la Dinamo se non verrà preso almeno un altro giocatore sarà molto difficile il proseguo della stagione. Si pu provare a cambiare un po’ la testa dei giocatori ma la squadra ora risulta sicuramente un po’ corta».