La Nuova Sardegna

Il truccatore delle star: «Ferragni mi ha creato ora in tv con Melissa»

di Alessandro Pirina
Il truccatore delle star: «Ferragni mi ha creato ora in tv con Melissa»

Il make up artist sardo Manuele Mameli in “Missione beauty” con la Satta «Nei concorrenti rivedo la mia tenacia e passione degli inizi»

27 ottobre 2021
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Da Laura Pausini a Vittoria Puccini, da Melissa Satta a Ursula Corbero, la Tokyo della “Casa di carta”. Le celebrity sono le sue clienti abituali, anche se il suo nome è legato più di tutte a Chiara Ferragni. Manuele Mameli è il truccatore di fiducia della regina degli influencer. In ogni scatto che pubblica sui social c’è la “firma” del make up artist cagliaritano, che, anche grazie alla fama conquistata grazie a Ferragni ora è approdato in tv. Mameli, infatti, fa parte della giuria del talent di Rai 2, “Missione beauty”, condotto da Melissa Satta ogni venerdì alle 17.15. Uno show in cui si sfidano professionisti della bellezza ai loro esordi.

Mameli, la sua “missione beauty” quando è iniziata?

«Undici anni fa quando ho deciso di trasferirmi a Milano per rincorrere il mio sogno: sfilate, personaggi, servizi fotografici. Ho iniziato un percorso che ha mi ha portato dove sono ora. Tanta gavetta, tanti sacrifici, anche perché i miei non potevano aiutarmi. Ho cominciato alla Rinascente con un brand del make up. Piano piano mi sono approcciato al mondo della moda. Un booker ha creduto in me e dopo due anni è cambiato tutto».

Il suo ruolo in “Missione beauty”?

«Sono giudice di questo talent show, che è il primo dedicato alla bellezza in Italia. All’inizio ero molto agitato, perché è la mia prima esperienza in tv. Non sapevo se sarei stato in grado di dare consigli, come rapportarmi con i concorrenti. Ma alla fine è stato tutto molto più facile del previsto. E non mi aspettavo di essere così spigliato davanti alla telecamera. Merito anche di Melissa, che mi ha messo a mio agio. Io non mi sentivo all’altezza e lei è stata determinante perché accettassi. Siamo amici da tempo, c’è molta confidenza. E siamo tutti e due sardi».

Si rivede nei concorrenti del talent?

«Ognuno di loro ha caratteristiche che mi ricordano il mio passato: tanta voglia di affermarsi, di raggiungere i primi obiettivi. Quando mi sono trasferito a Milano ho fatto di tutto. Ho lavorato giorno e notte, anche per pochi soldi, pur di farmi i contatti. In loro rivedo la mia stessa passione e tenacia degli inizi. Mi fanno molta tenerezza».

Parliamo di make up: qual è il suo stile?

«A me piace spaziare, ma la gente mi riconosce per uno stile molto naturale e luminoso. Io preferisco lavorare molto bene la pelle, non amo i trucchi pesanti. Il mio obiettivo è esaltare la bellezza della persona».

Qual è l’obiettivo del trucco: diventare o sentirsi più belli?

«Non amo trasformare le persone. Io voglio che chi trucco si riconosca, sia sicuro di sé e si senta rappresentato dal lavoro che ho fatto. Io cerco sempre di esaltare la bellezza di una persona con pregi e difetti. Il make up deve raccontare quello che siamo, non deve mascherare né coprire o nascondere».

Più semplice truccare una donna mediterranea o una più chiara?

«Per le donne mediterranee, che hanno la tendenza ad avere la pelle olivastra, ci vuole maggiore attenzione nella scelta del fondotinta. Io comunque non ho una preferenza, perché ho truccato tanti tipi diversi, anche per età, con l’obiettivo di arricchire la mia esperienza. E questo ha facilitato la mia carriera».

Il trucco e le culture: qual è stata l’evoluzione negli anni?

«Effettivamente è cambiato qualcosa. Anni fa trovare le tonalità giuste di fondotinta per donne scure non era semplice, nelle profumerie non avevano abbastanza shade di colore. Oggi da parte degli stessi brand c’è una maggiore attenzione, hanno una vasta gamma di colori per soddisfare le donne di tutte le etnie. Al di là di questo, però, c’è ancora tanto da lavorare».

I Maneskin hanno sdoganato il trucco maschile: è circoscritto allo spettacolo o è diffuso anche tra la gente comune?

«Io ho tantissimi amici, anche eterosessuali, che prestano molta più attenzione all’estetica. Chi mi chiede un consiglio per un correttore, altri che preferiscono raccontare la loro personalità truccandosi. Proprio in “Missione beauty” ci sono due ragazzi sardi che escono di casa con un bel make up colorato. La nuova frontiera di ragazzi che vivono la loro sessualità all’esterno delle proprie mura. E questo avviene anche grazie ai social».

Capitolo social: ha 337mila follower ma non le piace essere definito un influencer.

«Lo so che ho tanti follower, anche più di alcuni che fanno gli influencer, ma il mio lavoro primario è il make up artist. Io sono un pessimista e dico: magari un domani Instagram imploderà e non ci sarà più l’influencer, ma io potrò continuare a fare la mia professione. Ciò non toglie che io lavori e guadagni con i social».

Con Chiara Ferragni avete un rapporto strettissimo: quanto è faticoso seguire la regina delle influencer?

«Chiara ha creato anche il mio personaggio. È grazie a lei se io sono qui. Oggi sono uno talent della sua azienda, la Tbs Crew. Quello con Chiara è un impegno costante. Io trucco anche altre celebrity, ma il mio lavoro principale è lei. Ci conosciamo da 8 anni, lavoro con lei da 6. Viaggiamo tantissimo, facciamo esperienze assurde. Stando tanto insieme condividiamo anche un po’ di vita privata, c’è un rapporto di amicizia e io le sarò grato per sempre».

Un consiglio per un giovane sardo che vuole intraprendere la sua strada.

«Purtroppo per questo tipo di lavoro è necessario trasferirsi. In Sardegna non ci sono così tante produzioni perché uno che fa make up possa campare. Milano è il fulcro di moda, cinema, eventi. Anche per me lasciare l’isola è stato doloroso, ma è necessario. Molti giovani sono convinti che per sfondare bastino i follower, invece servono esperienza e sacrificio. E non bisogna avere fretta. Non arriva tutto subito. Io ci ho messo 10 anni».



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