La Nuova Sardegna

I dieci centenari di Perdas

I dieci centenari di Perdas

Paolo Putzu, medico che studia le malattie degli anziani, socio dell’Associazione italiana di geriatria, dà un consiglio a Jeff Bezos, plurimiliardario fondatore-presidente di Amazon che vuol...

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Paolo Putzu, medico che studia le malattie degli anziani, socio dell’Associazione italiana di geriatria, dà un consiglio a Jeff Bezos, plurimiliardario fondatore-presidente di Amazon che vuol investire tre miliardi di dollari per la ricerca sulla rigenerazione cellulare e trovare l’elisir di lunga vita. Il magnate ha ingaggiato, con contratti stratosferici - tipo Ronaldo e Ibrahimovic -, genetisti, biologi, chimici e premi Nobel. Obiettivo: allungare la vita di 50 anni, verso quota 130. «Bezos – dice Putzu – dovrebbe far studiare i mille anni vissuti dai dieci centenari di Perdasdefogu, per carpire tanti segreti che segreti non sono e che la tecnologia non riuscirà mai a riproporre».

Sì, dieci centenari da Guinnes su 1765 residenti. Luisa Salaris, demografa dell’università di Cagliari: «È una presenza di centenari 19 volte superiore a quanto si osserva in Italia, superiore di 16 volte di quella della Sardegna». E così record batte record dopo aver conquistato nel 2013 il Guinnes mondiale della longevità familiare con i Melis cui il fascismo aveva assegnato la medaglia d’oro per le famiglie numerose.

Perdasdefogu, in Ogliastra, nei giorni scorsi ha festeggiato Vittorio Lai, cacciatore-mito noto “Pistola”: ha raggiunto il secolo di vita diventando il nono centenario vivente. Prima del pranzo in famiglia (con papillon nero su camicia bianca) è andato all’Eden di Luesu, sgambettando tra cascate, laghetti, ombelichi di Venere, ontani e lecci millenari. «Qui ho ucciso il primo cinghiale, a 13 anni, avevo preso il fucile di mio padre, capocaccia. In quei tempi la caccia liberava il paese dalla fame». Ma fra otto giorni “Pistola” sarà in compagnia della decima centenaria. Piuccia Lai: lunedì 21 febbraio farà festa a Milano con i figli, già convocata dal sindaco Giuseppe Sala. Al telefono ha detto: «Spero di tornare presto in paese per la festa di settembre, viaggio volentieri in aereo. Ho voglia di Sardegna ma sto bene anche vicino alla Madonnina». Che cosa racconta ai giovani? «Ho vissuto tra fame e guerre, passata dal fascismo alla democrazia, ho votato come donna il 2 gennaio 1946. E poi ho conosciuto dieci Papi, da Pio X a Bergoglio, mi era molto simpatico Papa Giovanni, quello delle carezze ai bambini».

Parità di genere

Dieci centenari a parità di sesso: cinque maschi, cinque femmine. Ancora Salaris: «La media nazionale è di un centenario uomo su cinque donne. A Perdasdefogu il rapporto è di 1 a 1, denotando un’eccezionale longevità maschile che sposta l’asticella ancora più in alto». Cent’annus a “Pistola” e festa per Piuccia. Col decano Antonio Brundu, 104 anni a metà marzo. «Devo la mia vita alla sirena che annunciava i bombardamenti su Cagliari nel 1943. Quel sibilo, pur avendo la febbre alta, mi fa scappare verso i rifugi di Selargius. Quando torno a casa a Monserrato, trovo sul letto una bomba. I miei auguri a Vittorio e Piuccia, dobbiamo fare una pizzata insieme, tutti i vecchi». Stesse cose dicono Bonino Lai, 102 e il coetaneo Gigino Depau: il primo si salva dai fascisti e dai tedeschi nella pianura padana dov’era marconista, il secondo ricorda la politica («sono stato segretario della Dc, amico di Giovanni Del Rio presidente della Regione»). Vittorio Spanu ne ha 101 e vive a Casa Serena («siamo come in famiglia»). Festeggeranno Pistola e Piuccia anche le donne che hanno superato il secolo. Tutte loro ricordano Consòla, morta lucidissima nel 2015 poco prima di compiere 108 anni. Era lei “la quercia Melis”, quella dell’imbattuto Guinnes mondiale della longevità familiare (nel 2013 otto fratelli viventi con 828 anni e 45 giorni, documentati dallo storico Salvatore Mura in contatto perenne con gli inglesi Guinnes). È vicina ai 102 Concetta, sorella di Consòla, e con lei Maria Brundu sorella di Antonio, in compagnia di Giovannina Mameli e di maestra Federica, Melis pure lei, ma «ne ho solo centouno».

Orgoglio in paese

Mariano Carta, sindaco: «I centenari sono il nostro orgoglio. Il nuovo primato, che può essere anche di altri piccoli paesi, è vanto della Sardegna che si conferma terra di lunga e buona vita. Vedo tanto affetto verso i nostri anziani, abbiamo 48 ultranovantenni. Sono anche un monito per la politica che deve tener conto dell’innalzamento degli standard di vita, proporre rimedi e un’assistenza sociale vicina alle nuove esigenze». Francesca Frau, medico del paese: «Colpisce la lucidità di quasi tutti i centenari, i più svolgono in autonomia le attività di cura». In molti si sono riversati nella casa di via Verdi, a pochi metri da Piazza “Il giorno del giudizio”, per festeggiare Pistola che vincerebbe senza rivali i Guinnes della simpatia e della memoria («nato il 12 febbraio 1922 a Su Fossu da Giuseppe e Carta Vincenza, alunno di maestra Orsola di Bono e signora Dorotea di Oliena»). Ha una fasciatura alla spalla «mi sono ferito tagliando ciocchi di leccio con la roncola, ma già passa». A smistare le telefonate la figlia Giuseppina e la nipotina Carolina. Chiamate da mezza Italia e da mezza Sardegna “anche un ammiraglio al quale ho insegnato a prender bene la mira e un mio quasi coetaneo di Tonara dove ho lavorato come custode della diga”.

Vite avventurose

Gli hanno chiesto di raccontare le sue avventure: da fante viene mandato come custode a Istiritta di Nuoro in una colonia «ed io ero contento perché credevo di andare in Polonia». Nel 1942 aveva annunciato la sua morte con un telegramma da Nuoro. Vedendolo in paese davanti a una fontana, due donne erano svenute dallo spavento per Vittorio «mortu e torràu biu». Militare a Messina dove sposa Maria Arcolacci, 97 anni. Ha parlato di lanci dei missili quando l’Europa, da “Perda is furonis” di Foghesu voleva competere con le basi di Baikonour in Russia e di Cape Canaveral negli States. Ha ricordato “mister Pooley”, fisico scozzese, che alternava gli studi sullo spazio alle visite negli ovili a mangiar “casu marsu” e bere “cannonau e abbardenti”. E i primi generali, come «Zanchi Adalberto che ballava su passu torràu e Giorgio Bertolaso che pilotava aerei da Monte Cardiga».

Cento mestieri

Pistola dice di aver fatto “cento mestieri”: capraro e porcaro, manovale e contadino, cuoco, magazziniere. E la caccia? «La mia salute: stare in campagna, dormire sotto un perastro all’aria pura, bere acqua di fonte, sentire il gracchiare della gazza al risveglio, il canto delle pernici a prima sera e quello del cuculo all’imbrunire». E il cibo? «Non mi sono mai alzato da tavola a stomaco pieno, poca carne e molti legumi, minestroni e insalate dell’orto, frutta, poco caffè». Sembra di risentire il geriatra Putzu: «I segreti della lunga vita? Segreti non ce ne sono. Consultate Pistola». Qualche anno fa erano venuti a Foghesu due genetisti dell’Indiana University, Harriett Jameson e Asa Escocker. Come ripete Putzu avevano commentato: «C’è una sola legge: il senso dei luoghi e il contatto umano».



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