Massimiliano Caiazzo: «Noi giovani attori affamati di cinema ma anche fortunati: oggi c’è più offerta»
L’attore napoletano al Carbonia festival. «Mare fuori? Dopo il provino ero pessimista»
C’è una nuova classe di attori e attrici che si appresta a conquistare sempre più spazi di primo piano nel cinema italiano. È quella che viene chiamata la generazione Skam, o anche Mare fuori, dal nome delle due serie che più di tutte hanno segnato questo cambio generazionale nei set. E uno di questi artisti più promettenti è Massimiliano Caiazzo, il Carmine di “Mare fuori”, oggi in Sardegna al Carbonia film festival per presentare il film “Piano Piano” di Nicola Prosatore, pure lui nell’isola insieme anche all’altra protagonista Dominique Donnarumma.
“Piano piano”. Siamo nella Napoli del primo scudetto. Partiamo però dalla Napoli di questi ultimi giorni.
«Io non sono tifoso di calcio, ma sono tifoso di questa città. Lo scudetto è un’altra delle cose stupende che stanno succedendo a Napoli. Un risultato di tanti anni di lavoro fatto da chi contribuisce a livello sportivo, culturale, politico, sociale».
Cosa le hanno raccontato di quel primo scudetto del 1987?
«In realtà non mi è stato raccontato granché. Conosco la storia attraverso video e interviste che mi hanno permesso di interfacciarmi sulla figura di Maradona, che è un pochino il nostro Michael Jordan, anche se con connotazioni diverse. Un po’ rimpiango di non avere vissuto quegli anni, forse tra i più interessanti del passato».
Torniamo a “Piano Piano”: che film è?
«È un film che tratta del processo di crescita di alcuni ragazzi e di come questa crescita avviene tramite un incontro-scontro all’interno di un cortile».
Qual è il suo ruolo?
«È un personaggio animato dal bisogno di essere qualcuno, dalla necessità di riscatto. Nell’inseguire questo bisogno di soddisfacimento si incontra e si scontra con l’oppressione e il giudizio di chi vive nel cortile».
Viene definito un personaggio negativo.
«La cosa più bella che si può fare con un personaggio è non definirlo. Sicuramente è uno dei cattivi. Ma è anche una vittima. Ci sono momenti in cui si empatizza con il personaggio: si vede quello che vive dentro di sé e quello da cui cerca di scappare. Quello lo rende molto umano».
Nel cast Antonia Truppo, Lello Arena, Giovanni Esposito.
«È stato come andare a scuola, ma senza l’ansia del voto, del risultato. Nicola aveva le idee molto chiare, sapeva cosa voleva, nonostante le difficoltà che un set può prevedere. Per quanto mi riguarda è stata una bella svolta artistica».
Oggi sarà a Carbonia: prima volta in Sardegna?
«Una volta da piccolino, in un villaggio Valtur ad Arbatax».
Capitolo Mare fuori: quando ha superato il provino immaginava questo successo?
«No, zero. Anche perché quando ho fatto il provino ero veramente disincantato. Tanti andati bene, altri benissimo, ma poi non era successo nulla. Andai a farlo con la consapevolezza che sarebbe stata l’ennesima porta in faccia. Poi è arrivata quella famosa telefonata, ma anche a quel punto non mi sarei mai aspettato quanto sarebbe accaduto dopo».
Quando ha capito che era diventato famoso?
«È stato tutto abbastanza graduale. Ho capito che “Mare fuori 3” stava esplodendo, quando - mentre ero impegnato sul set di un’altra serie - ho iniziato il tour di “Piano Piano”. Lì ho visto tanta gente che era venuta appositamente per vedere i nuovi lavori di quelli di “Mare fuori”. Là me ne sono reso conto e questa cosa mi ha un po’ stranito».
Com’è questa nuova generazione di attori?
«Siamo affamati. Siamo cresciuti con punti di riferimento - Borghi, Marinelli, Germano - che sono stati degli apripista di un certo approccio al lavoro. Tra l’altro, noi siamo stati fortunati di essere nati e cresciuti in un momento in cui le barriere multimediali sono state abbattute. Abbiamo la fortuna di confrontarci con progetti di un certo tipo e soprattutto è aumentata l’offerta di lavoro. Siamo più portati a prepararci, a studiare e questo fa crescere la qualità».
Ha un modello di attore?
«Volonté per il tipo di approccio. E poi quelli di oggi. Borghi è uno degli attori con cui sono cresciuto nella mia formazione».
Nel futuro di Massimiliano?
«La quarta stagione di “Mare fuori”, un’altra serie per Disney “Uonderbois”, e poi altre cose che non dico per scaramanzia».