La Nuova Sardegna

Intervista

Ficarra e Picone: «Le nostre prime gag nate in teatro a Cagliari»

di Fabio Canessa
Ficarra e Picone: «Le nostre prime gag nate in teatro a Cagliari»

Dopo aver ritirato il premio Volonté i due comici hanno raccontato la loro carriera in un incontro esilarante

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A dispetto di quanto si potrebbe pensare guardando per esempio i video delle poche interviste televisive rilasciate in cui appare sempre schivo e sfuggente, nel privato Gian Maria Volonté amava ridere e scherzare. Lo sottolinea chi l’ha conosciuto bene, la figlia Giovanna che alla Maddalena guida l’organizzazione del festival “La valigia dell’attore” dedicato al grande attore e arrivato alla ventesima edizione.

E allora sicuramente si sarebbe divertito anche lui all’incontro con Ficarra e Picone che ieri mattina hanno animato la manifestazione con la loro inesauribile verve comica, la loro ironia puntuale, acuta, che non sconfina mai nel volgare. Dopo aver ritirato il Premio Volonté la sera prima, il duo siciliano si è raccontato al pubblico rispondendo alle domande dei giornalisti Fabio Ferzetti e Boris Sollazzo. Un percorso artistico quello di Salvo Ficarra e Valentino Picone iniziato nel 1993, subito dopo essersi conosciuti in un villaggio turistico dove il primo faceva l’animatore e il secondo era in vacanza. In trent’anni hanno spaziato tra cinema, teatro e televisione conquistando l’amore del pubblico e apprezzamenti anche dalla critica. Le recenti lodi ricevuti per “La stranezza” di Roberto Andò, proiettato anche alla Maddalena, non sono un caso isolato nella loro carriera. «A chi ci segue – sottolineano – assicuriamo onestà, a cominciare dalle scelte dei progetti in cui ci impegniamo. Abbiamo più volte rifiutato proposte che non ci convincevamo. In generale ci piace fare cose diverse, metterci alla prova e quindi non ci siamo mai posti il problema del mezzo: che sia un lavoro per il grande schermo, per la televisione oppure sul palcoscenico».

Al cinema il debutto risale ai primi anni Duemila con “Nati stanchi”, esordio ricordato durante l’incontro con la clip di una scena esilarante su Che Guevara: «E chi è?» chiede il personaggio di Picone. «Uno che fa magliette!» Risponde Ficarra. «Una battuta – raccontano – nata durante uno spettacolo fatto proprio in Sardegna, a Cagliari. Improvvisando è saltata fuori e ci siamo messi a ridere con il pubblico». Tra le interpretazioni teatrali spicca invece una versione moderna della commedia “Le rane” di Aristofane portata in scena qualche anno fa al teatro greco di Siracusa. «Un grande collega, nascesse oggi farebbe magari Striscia la notizia o Zelig» dicono del commediografo ateniese. Al di là della battuta, nelle due ore abbondanti dell’incontro ne volano tante di irresistibili, l’autore comico a pensarci bene può considerarsi un antico padre di chi fa il mestiere di Ficarra e Picone. «Con i suoi testi – evidenziano – faceva ridere il pubblico di duemilacinquecento anni fa. Ma dopo le risate arrivavano anche le riflessioni sulla realtà, certi aspetti sociali e politici». Dall’antica Grecia alla tradizione della commedia all’italiana capace di cogliere lo spirito del tempo, di toccare argomenti importanti ridendo e scherzando. «I film che facciamo – evidenziano – nascono anche dalla voglia di raccontare il nostro Paese, le contraddizioni della nostra società. Per esempio con “L’ora legale” abbiamo toccato il tema della legalità, con “Il primo Natale” ragionato sugli sbarchi dei migranti, sull’importanza di rimanere umani. Anche rispetto all’odio che scatena certa politica». Un film quest’ultimo che, riprendendo l’espediente narrativo del viaggio nel tempo, ricalca un classico della commedia italiana degli anni Ottanta: “Non ci resta che piangere”, scritto, diretto e interpretato da Roberto Benigni e Massimo Troisi. E parlando di maestri, Ficarra e Picone citano proprio il grande esponente della comicità napoletana come importante punto di riferimento. «Lo ammiriamo tantissimo – ci tengono a raccontare – ed è un grande rammarico non averlo conosciuto di persona. Amiamo la sua comicità garbata, mai banale, attenta a raccontare in maniera originale Napoli e più in generale il Sud, con un ribaltamento dei luoghi comuni». Quel Troisi molto apprezzato anche da Gian Maria Volonté, sperava di farci un film insieme diretto da Ettore Scola, per ricordare nuovamente come l’attore legato alla Maddalena avesse per i comici la più alta considerazione. «Siamo diventati poi amici di Lello Arena – aggiungono – che ci ha coinvolti per rifare il repertorio della “Smorfia”. Per noi davvero un onore». A proposito di onori, Ficarra e Picone hanno avuto anche quello di calcare il palco dell’Ariston di Sanremo, chiamati dall’allora conduttore Pippo Baudo nell’edizione del festival della canzone italiana del 2007. E lo hanno fatto con un sentito omaggio a padre Pino Puglisi, ucciso dalla mafia nel 1993 (l’anno dopo Falcone e Borsellino) perché predicava l’amore: un messaggio troppo forte che disturbava Cosa Nostra. Uno sketch, rivisto in chiusura dell’incontro a Cala Gavetta, di grande impatto e impegno civile. Ancora oggi. Questo, siamo sicuri, sarebbe piaciuto anche a Volonté.
 

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