La Nuova Sardegna

Intervista

Alessandro Gazale: «Girare con Zingaretti è un privilegio, il nostro rapporto va oltre il set»

di Fabio Canessa
Alessandro Gazale: «Girare con Zingaretti è un privilegio, il nostro rapporto va oltre il set»

Il regista di nuovo al fianco dell’attore romano nella serie Il Re

08 aprile 2024
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La prima stagione si era conclusa con il colpo di scena dell’arresto di Bruno Testori, rinchiuso in una cella dello stesso carcere che fino a poco prima dirigeva. Ma adesso “Il Re” è pronto a riprendere il suo posto di comando, con il ritorno della serie da venerdì su Sky e in streaming su Now per otto nuovi episodi. Nel cast confermato l’attore sassarese Alessandro Gazale, nei panni di uno dei fedelissimi agenti al servizio del controverso direttore del carcere interpretato da Luca Zingaretti.

Com’è stato riprendere il lavoro sulla serie dopo il successo della prima stagione?

«Prima ancora della soddisfazione di continuare a lavorare a un progetto di questo livello, c’è stata la felicità di ritrovare degli amici, di rinnovare dei rapporti importanti che comunque erano stati mantenuti anche a distanza».

Avete girato nelle stesse location?

«Rispetto alla prima stagione abbiamo lasciato il vecchio complesso penitenziario di Civitavecchia perché la struttura nel frattempo è diventata inagibile. La maggior parte delle riprese sono state fatte a Torino, nell’ex carcere Le Nuove, e completate a Roma e Trieste. In tutto circa quattro mesi di lavoro, intensi ma vissuti sempre senza ansie. Grazie anche alle capacità di gestione del regista che è sempre Giuseppe Gagliardi. Con lui si è instaurata una grande intesa sia dal punto di vista professionale sia da quello umano».

Cosa deve aspettarsi il pubblico da questa seconda stagione?

«Credo sia ancora più avvincente e ricca di contenuti della prima. Non posso anticipare molto, però si può dire che nello sviluppo della storia entrano in gioco prepotentemente anche i servizi segreti».

Il suo personaggio, l’agente Piras, come cambia?

«Diciamo che è sempre quello. Un duro, di poche parole, schierato al fianco di Testori. Cambiano chiaramente le situazioni, le condizioni di vita tra le mura del carcere. E ci sono nuovi personaggi, con ingressi importanti nel cast».

Tra i nuovi interpreti c’è Fabrizio Ferracane con il quale ha girato poi a Sassari “La guerra di Cesare” di Sergio Scavio che al momento è in post-produzione.

«Sì, è stato bellissimo ritrovarsi a collaborare a Sassari dopo il lavoro fatto per la serie. Lui è un attore fantastico, molto preparato, e nello sviluppo di questa seconda stagione ha un ruolo fondamentale. Il suo personaggio determina un importante cambiamento all’interno del carcere».

E Zingaretti come l’ha ritrovato sul set?

«Luca è davvero un grande e in questo progetto ci ha messo l’anima, collabora tra l’altro alla produzione. Lavorare con lui è un privilegio e ritrovarsi per girare la seconda stagione ha consolidato il nostro rapporto che continua oltre il set».

La dimensione carceraria l’ha conosciuta non solo nella finzione della serie, considerando i laboratori teatrali tenuti nel carcere di Bancali. Un’esperienza utile anche per il suo ruolo da attore?

«A un attore tutto può servire, per osservare certe dinamiche e guardare le cose da diversi punti di vista. Con “Il Re” siamo però nel campo della finzione, non è una serie sulla situazione carceraria italiana anche se vengono richiamati dei problemi certamente reali. Le condizioni nelle carceri sono spesso difficili, lo sappiamo, e comunque attività ricreative come il teatro possono aiutare il processo riabilitativo».

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