“Il ragazzo dai pantaloni rosa”, il 17enne attore di Ploaghe Andrea Arru si racconta
Il giovane interpreta il bullo Christian nel film basato sulla drammatica storia di Andrea Spezzacatena
Il caso cinematografico dell’anno. “Il ragazzo dai pantaloni rosa” non si ferma più, a oltre un mese dall’uscita continua a riempire le sale guadagnando per distacco il primo posto nella classifica dei film italiani con i maggiori incassi del 2024. Stando ai dati disponibili ieri, 11 dicembre, mancava poco al superamento degli 8 milioni, ben più di quelli accumulati da “Parthenope” di Paolo Sorrentino e “Un mondo a parte” di Riccardo Milani che si meritano gli altri gradini del podio del box office del cinema nazionale. Un risultato grazie al quale il lungometraggio che ha tra i protagonisti Andrea Arru si posiziona anche al secondo posto degli incassi italiani dalla pandemia dopo l’irraggiungibile “C’è ancora domani” di Paola Cortellesi che nella scorsa stagione ha monopolizzato le sale per mesi.
Il diciassettenne attore di Ploaghe interpreta il bullo Christian, uno dei ruoli principali nel film diretto da Margherita Ferri che è basato sulla drammatica vicenda di Andrea Spezzacatena, un adolescente che nel 2012 a Roma si tolse la vita dopo i maltrattamenti e gli insulti subiti a scuola e sui social per aver indossato un paio di pantaloni rosa. Una storia vera che raccontata al cinema ha conquistato gli spettatori. «Sono orgoglioso di questo progetto – sottolinea Arru – e del riscontro del pubblico. Sul set si percepivano le potenzialità del film che andava a raccontare una storia così importante, però il successo non si può mai prevedere. In queste proporzioni poi è stata sicuramente una sorpresa e sono felicissimo di come il film colpisca spettatori di tutte le età. Mi arrivano continuamente messaggi di apprezzamento, una grande soddisfazione».
Un ruolo non facile e si può dire anche scomodo quello con il quale si è dovuto confrontare Arru vestendo i panni del bullo che guida il gruppo di compagni di scuola il cui comportamento spinge il sensibile Andrea Spezzacatena, interpretato nel film da Samuele Carrino, alla decisione di togliersi la vita pochi giorni dopo aver compiuto quindici anni. «Era un tipo di ruolo che aspettavo anche per distinguermi dall’immagine del belloccio, bravo e buono, derivante dalla serie “Di4ri” con la quale molti mi hanno conosciuto guardandola su Netflix. È sempre interessante mettersi alla prova, cambiare, e con la regista abbiamo lavorato molto sul personaggio e le sue sfumature. Non è un semplice antagonista, cattivo e basta. Volevamo rendere la figura del bullo più credibile, far intuire cosa c’è dietro i suoi comportamenti».
Durante le riprese Arru ha anche incontrato Teresa, la madre della vittima, che nel film ha il volto di Claudia Pandolfi. «Conoscerla – evidenza l’attore – è stato da stimolo a fare del mio meglio con sempre maggiore determinazione, mi ha fatto avvertire ancora più direttamente la responsabilità nei confronti di questa storia che meritava di essere raccontata. Nei suoi occhi si percepisce un dolore che non si può descrivere a parole, ma anche la forza di andare avanti per ricordare il figlio e dare un contributo alla causa contro il bullismo. È una donna per la quale provo un immenso rispetto».
Un film che rappresenta di certo una tappa importante per la carriera di Andrea Arru, la cui popolarità continua a crescere sui social (oltre 500mila follower su Instagram e più di un milione su TikTok) e nel settore dell’audiovisivo con nuovi progetti. Proprio nei giorni scorsi è stato presentato in anteprima a Milano al Noir in Festival “Il migliore dei mali”, lungometraggio d’esordio di Violetta Rovetto dove il giovane attore ploaghese è tra i protagonisti. Un altro titolo da aggiungere a una filmografia che si fa sempre più corposa e interessante.