La Nuova Sardegna

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Dolce merenda

Alessandra Nioi, un banana bread da Masterchef: «Buono e non troppo calorico»

di Francesco Zizi
Alessandra Nioi, un banana bread da Masterchef: «Buono e non troppo calorico»

L’ex concorrente dello show televisivo ora è diventata una chef privata che cucina a domicilio: «Adesso ho trovato la mia dimensione»

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«Dimenticatevi la solita fetta di pane e nutella». Con Alessandra Nioi, 34 anni di Elmas, ed ex protagonista di Masterchef 10, la merenda si trasforma in un momento di convivialità, svago e buon cibo. «Che sia dolce o salato, il fuori pasto del tardo pomeriggio può essere gustoso e salutare allo stesso tempo, evitando le solite preparazioni che spesso sono eccessivamente caloriche», dice Alessandra. Un ricetta semplice, suggerisce la chef cagliaritana, può essere quella del banana bread, con il suo sapore dolce e la consistenza soffice, è ideale sia per una merenda ma anche per una colazione ricca.

La ricetta

«Per preparare il banana bread, iniziate montando le uova con lo zucchero fino fino a ottenere un composto chiaro e spumoso. A questo punto, aggiungete l’olio di semi a filo, mescolando con attenzione. Schiacciate le banane mature e incorporatele al composto. Proseguite aggiungendo la farina e il lievito, continuando a lavorare l’impasto fino a renderlo omogeneo. Versate l’impasto in uno stampo imburrato e infarinato e infornate a 170°C per circa 45-50 minuti. Una volta pronto, fate la prova stecchino per verificare la cottura, quindi lasciate raffreddare prima di servire», spiega l’ex concorrente di Masterchef. E proprio l’esperienza nello show è stata fondamentale: «Una volta uscita dalla trasmissione devi dimostrare che vali oltre il personaggio televisivo», spiega con determinazione. Quel palco, pur rappresentando un trampolino di lancio, ha segnato per lei l’inizio di un lungo percorso.

La nuova avventura

Conclusa l’avventura nella masterclass di cucina più famosa d’Italia, Alessandra ha deciso di lasciare il suo precedente lavoro da impiegata per dedicarsi anima e corpo ai fornelli, trasformando la sua passione in una professione. Il percorso non è stato privo di sacrifici: ha partecipato a stage in ristoranti stellati, immergendosi in un ambiente altamente competitivo e formativo, per affinare le sue competenze e sfruttare al meglio la visibilità ottenuta grazie alla televisione.

Tuttavia, qualcosa mancava: «La ristorazione per come la conosciamo ad un certo punto ha iniziato a starmi stretta, così ho deciso di mettermi in proprio. Mi mancava il rapporto umano con le persone», confessa Alessandra, rivelando il desiderio di creare un legame più diretto con chi assapora le sue creazioni. E così è iniziata una nuova avventura: Alessandra ha iniziato a collaborare con le più importanti catene agroalimentari del territorio, portando il suo tocco personale nella valorizzazione dei prodotti tipici delle aziende locali. Con fantasia e tecnica, ha trasformato ingredienti semplici in capolavori culinari, raccontando le eccellenze sarde attraverso i social network e creando una vetrina digitale capace di attirare l’attenzione di un pubblico sempre più ampio: «Poi ho deciso di fare la chef privata. Lì ho trovato la mia dimensione», aggiunge Alessandra. Oggi Alessandra Nioi gira il mondo cucinando nelle case e nelle ville di clienti internazionali, soprattutto americani e inglesi, portando con sé il patrimonio culinario della Sardegna.

Attraverso i suoi piatti, cerca di comunicare un messaggio chiaro e profondo: «Tramite la mia passione cerco di far capire che la Sardegna non è solo mare. Con un approccio coinvolgente racconto la mia terra attraverso sapori, profumi e tradizioni, regalando un’esperienza che va oltre il semplice atto del mangiare». La passione per la cucina di Alessandra parte da molto lontano. «Cucinare mi è sempre piaciuto – racconta –. Sin da bambina, anche perché ho avuto delle ottime guide, mia madre e mia nonna. Poi, a 17 anni, c’è stata la prima vera svolta. Soffrivo di disturbi alimentari e scoprii che stare ai fornelli mi rilassava e mi aiutava a star bene. Insomma, la cucina mi ha salvato la vita».

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