Rita Forte: «Volevo fare la cantante, è arrivata la tv ma continuo a sognare Sanremo»
L’artista si racconta: dai locali in di Roma e Porto Rotondo ai programmi con Luciano Rispoli, Maurizio Costanzo e Pierluigi Diaco
La sua prima volta in tv fu all’Ariston, un Sanremo di 34 anni fa. Poi su quel palco è tornata una sola volta, l’anno dopo, ma da quel momento quasi per caso le si sono aperte le porte della tv, dove da allora continua a cantare e a parlare di musica. È stato così per anni con Luciano Rispoli, poi con Maurizio Costanzo, ora con Pierluigi Diaco. E proprio a “Bella mà” la prossima settimana Rita Forte sarà impegnata tutti i giorni su Rai 2 a commentare il festival di Sanremo.
Il primo ricordo musicale?
«Un pianoforte giocattolo coi tasti colorati. Lo chiesi io alla Befana. Lo ricordo ancora. Mi sedevo sullo sgabellino e facevo finta di suonare, mettendo le manine già nella posizione giusta».
E il suo primo palco?
«Quello del teatro Traiano di Terracina, la mia città. Avevo 7 anni. La mia insegnante di musica a Carnevale faceva esibire tutti i suoi allievi. Io mi presentai con tre canzoni di Mina».
Il primo a credere in lei?
«Mia madre si accorse che ero appassionata di musica quando avevo solo 7 mesi. Un giorno piangevo, lei era disperata. Mi mise davanti alla tv. Ai tempi di giorno c’era l’Intervallo con le famose pecorelle. Smisi di piangere, ma come spense la tv ripresi a urlare. Questa cosa si ripeté per tre o quattro volte. “Mi sa che a mia figlia piace la musica”, fu il suo verdetto. Pur non essendo figlia d’arte, ai miei genitori la musica piaceva ed erano felici che ne fossi appassionata. Quella ovviamente fu la prima scoperta senza sapere cosa sarebbe successo dopo. Anche se, avendolo perso a 8 anni, purtroppo mio padre non ha mai saputo nulla di quello che ho fatto».
Diventa la voce dei locali in di Roma, il Jackie’O e il Tartarughino. E d’estate del Country club di Porto Rotondo.
«Per anni mi trasferivo in Sardegna da giugno a settembre. Che meraviglia di mare, anche se non me lo sono potuto godere molto, perché lavoravo ogni giorno fino alle 5 del mattino. Ma quando potevo andavo sulla spiaggia di Marinella. Anni stupendi, in cui ho anche scoperto la bontà della seada di ricotta col miele... che ricordi».
Nel 1991 il debutto a Sanremo, terza tra i giovani.
«Venne un produttore al Tartarughino e mi diede una cassetta: “Qui c’è un provino, devi impararla e vieni in via tal dei tali... ho dato la stessa possibilità ad altri ragazzi. Chi mi emoziona lo porto a Sanremo”. La notte la imparai e l’indomani andai a fare il provino dal vivo. “L’unica che mi ha emozionato sei tu”. E così sono arrivata a Sanremo. L’Ariston fu un’emozione immensa, ma avevo sempre la febbre. Febbre da stress».
Nel 1992 tornerà in gara e a notarla sarà Luciano Rispoli.
«Il primo festival andò meglio dell’altro, ma lui non mi aveva vista. Mi notò nel secondo e mi fece contattare da Enrico Vaime che lavorava con lui. Venne al Tartarughino e mi lasciò un biglietto: “Rispoli ti vuole conoscere, vieni in studio”. L’indomani andai a parlarci e mi prese per “La più bella sei tu”: un’esperienza meravigliosa».
Nacque così un lungo sodalizio con “zio Luciano”.
«In realtà, “La più bella sei tu” terminò dopo due anni. Ma sei mesi dopo mi arrivò una chiamata da Telemontecarlo: “Rispoli sta facendo un nuovo programma, Tappeto volante, e ha pensato a te per le prime 15 puntate”. Lui mi disse che sarebbe stato un tempo limitato perché ogni venti giorni voleva cambiare musicista. A me andava benissimo, salvo che poi quelle 15 puntate sono diventati cinque anni».
Cosa è stato per lei Rispoli?
«È stato tutto. Il mio mentore, il mio pigmalione. La prima persona che mi ha dato fiducia dal punto di vista artistico. Mi si è aperto un mondo nuovo. Ho fatto vari lp, ma il destino ha voluto che lavorassi di più in tv che nel mondo discografico. Ed è andata benissimo lo stesso».
In
tanti anni di “Tappeto” l’incontro che porta nel cuore?«Ho duettato davvero con tutti, da Dee Dee Bridgewater a Dario Fo, a Loredana Bertè, ma il ricordo che porto nel cuore è quello con Mia Martini. Quando Rispoli mi disse che avremmo cantato insieme mi tremavano le gambe. Facemmo le sue canzoni più famose, da “Almeno tu nell’universo” a “Gli uomini non cambiano”. Fu gentile, affettuosa. E qualche giorno dopo a un giornalista che le chiese quali colleghe stimasse, pur potendo lei fare qualsiasi nome, citò me, dicendo cose carinissime».
Dopo Rispoli è stata la volta di Maurizio Costanzo.
«Mi conobbe a Tmc e iniziò a ospitarmi al Costanzo show. Finito il Tappeto dovevo lavorare a Mediaset a un programma mai andato in onda e così lui mi chiamò a Buona domenica. Altri 5 anni, un’altra grande esperienza che porto nel cuore».
E ora Pierluigi Diaco.
«Lo conosco da quando aveva 17 anni, veniva ospite anche lui al Tappeto. Ci siamo persi per 30 anni. Nel 2023 mi invitò a “Bella mà” per una puntata. Poi mi disse: “Vorrei averti una volta alla settimana”. Una cosa che sognavo: io insieme a 5 bravissimi musicisti che omaggiano i più grandi artisti».
Ha rimpianti nella carriera?
«Mi dicono: dovevi fare più Sanremo. Ma io non ho lasciato nulla di intentato, è quello che conta. Sono serena, soddisfatta. Il mio sogno era fare la cantante ma quello che mi è capitato è andato comunque bene. Poteva andare meglio? Tutto può andare meglio. Di fatto io ho fatto una piccola deviazione e ho preso una strada parallela. Sono contenta di essere riuscita a fare quello che ho fatto con le mie forze e grazie a incontri fortunati come Rispoli, Costanzo, Diaco».
Ma ha più presentato brani per Sanremo?
«È il mio sogno, inutile negarlo. Ma non ci ho più provato. Per andarci devi avere una canzone, un progetto e poi devi essere scelta. Io a quel punto non ci arrivo perché non ho trovato né autore né canzone. Ma siccome sogno una sognatrice io continuo a sognare. Cosa mi costa?».
Guarderà il festival?
«L’ho sempre seguito prima di avere la fortuna di diventare quello che sono diventata. E ora perché continuo a sognare e perché mi piace. Inoltre, sarò tutta la settimana da Pierluigi, ogni pomeriggio su Rai 2, e devo avere un’idea di tutto quello che succede. Meno male che ora c’è Raiplay perché temo che intorno alla una mi cadrà la palpebra...».
Chi vincerà?
«Non lo so, ma tifo Giorgia. A prescindere dalla canzone».