La Nuova Sardegna

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Buon gusto – Speciale miele

La regina Ninfea, dalle api nomadi nettari unici al mondo

di Caterina Cossu
L'apicoltrice Elena Nieddu tra le arnie nella sua Azienda Ninfea Apicoltura
L'apicoltrice Elena Nieddu tra le arnie nella sua Azienda Ninfea Apicoltura

Elena Nieddu ha scelto la strada della sostenibilità prendendosi cura delle sue api e mettendole sempre al primo posto rispetto alla raccolt.a Tra i suoi prodotti il Nocciomiele il propoli e il tradizionale Abbamele

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Il miele è buono se le api stanno bene: un sillogismo che non può mentire al gusto, quando si assaggia il risultato di un così laborioso miracolo della natura. E più le api stanno bene, più il prodotto è da premiare. Così è successo lo scorso anno a Elena Nieddu, apicoltrice oristanese autodidatta che sette anni fa si è innamorata delle api e lo scorso anno ha raccolto un importante riconoscimento. Proprietà, caratteristiche e purezza: a settembre dello scorso anno l’Eucalipto della sua azienda, Ninfea Apicoltura, ha ricevuto l’attestato di qualità alla 24esima edizione regionale del Premio qualità mieli tipici della Sardegna, durante la sagra del miele a Montevecchio.

«Ero addetta alle vendite, facevo una vita frenetica e poi ho detto basta. Volevo recuperare il contatto con la natura, le api le ho incontrate per caso ed è stato amore a prima vista – racconta –. Mi sono fatta una cultura da zero, ogni anno frequento corsi e mi aggiorno perché c’è sempre da imparare in questo piccolo grande mondo». Millefiori, Agrumi, Cardo e Asfodelo completano la produzione delle api di Ninfea, che hanno una particolarità: sono piccole nomadi.

«Faccio base a Massama ma porto l’apiario in giro per l’Oristanese, scegliendo con cura i luoghi – prosegue Nieddu –. Le mie api volano nelle zone di pascolo, lontano da altre dove possono essere stati usati pesticidi. Prima di tutto per me viene la loro salute». Questa scelta etica è direttamente proporzionale alla qualità del prodotto e al gusto del miele: «Il bestiame non mangia i fiori, quindi il prodotto raccolto in queste zone è in purezza. Quando la fioritura è monoflora, il gusto è più marcato. Quando, invece, le zone sono ricche di varietà diverse di fiori, ecco che abbiamo il Millefiori: spesso si pensa che quel miele sia il frutto di un'operazione manuale di miscela – spiega – Invece è fatto dalle api, che “bottinano” quello che trovano attorno. È un prodotto da non declassare perché più le zone sono pulite, ricche e incontaminate, più il prodotto riflette profumi e sfumature diverse».

Il nomadismo garantisce una produzione mai uguale a se stessa. «Varia il contesto, varia il clima e varia il periodo delle fioriture, che a volte si trovano sovrapposte. Il Cardo premiato lo scorso anno non sarà mai uguale a quello di quest’anno, tranne per le premesse etiche di raccolta». Abbinare il miele nelle ricette è la parte che completa il divertimento. «Ormai la cucina è molto innovativa: per esempio, il miele di cardo, la prima varietà che ho prodotto, sta bene con la carne arrosto. Abbinato con i formaggi poi, l'accostamento diventa gourmet, e principalmente, si seguono due filoni: il contrasto puro, e per tornare al Cardo possiamo avere a contrasto un caprino fresco. Oppure trova un buon apprezzamento al palato l’accostamento tra sapori delicati, e allora l’Asfodelo è l’ideale».

Nelle pagine social di Ninfea Apicoltura si trovano tante idee e suggerimenti: sopra i pancake ci va il miele o il Nocciomiele, l’abbinamento vincente con la crema di nocciole, e un po’ di polline a mo’ di guarnizione: «Mi raccomando però di masticarlo bene, per assorbire tutti i nutrienti – consiglia l’esperta –. È la ghiottoneria che fa bene, viene raccolta dalle stesse api e si forma a palline nelle zampine. È una bomba per la salute: si può anche scioglierlo nello yogurt o mischiarlo con l’acqua, ma assaporato al cucchiaio sprigiona tutta la sua dolcezza». Altra produzione è il propoli, «che magari non è buono ma fa bene alla salute, essendo un forte antibiotico naturale ed eccezionale per aumentare le difese immunitarie». Immancabile in gamma infine, l’abbamele, «una ricetta antichissima alla base della nostra tradizione dolciaria». Chi sceglie i prodotti Ninfea ha gusti variegati e una filosofia etica condivisa con la sua apicoltrice: «La mia è una piccola azienda, certamente ne ho fatto un lavoro, ma prima viene l’ape e poi la raccolta. Chi si avvicina a questo mestiere deve abbandonare la mentalità da predone e ricordarsi che si prende alle api quello che è in più».

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