Violenta lite dopo il funerale della nonna, nipote della defunta a processo
La donna deve rispondere del reato di lesioni ai danni dell’amministratrice di sostegno dell’anziana deceduta
Nuoro Avrebbe strattonato l’amministratrice di sostegno della nonna durante un alterco avvenuto proprio nel giorno dei funerali dell’anziana, in un centro del Nuorese, e ora deve rispondere del reato di lesioni.
Alessandra Mancini – difesa dallo studio Mondello di Roma –, stando all’accusa, con spinte brusche e violente sarebbe arrivata a strappare la maglietta alla professionista che si era recata nell’abitazione dell’anziana defunta, approfittando della presenza dei parenti che vivono nelle penisola, per fare il rendiconto dei beni. “Inventario” che poi avrebbe trasmesso al giudice tutelare.
Ieri, 10 gennaio, all’udienza davanti al giudice Giuseppe Carta, l’amministratrice che si è costituita parte civile con l’avvocato Antonio Piredda, è stata sentita come teste della lista del pm Francesca Pala. Ha raccontato in aula un anno di gestione non facile per via dei rapporti con i familiari dell’anziana, che per un periodo era stata ricoverata in una struttura. «Ero l’amministratrice di sostegno della donna deceduta il 29 agosto del 2022 – ha detto Chiara Mureddu–. Prima di andare al funerale, tramite email avevo avvisato i familiari che avrei voluto fare un accesso nell’abitazione. Volevo controllare che tutto fosse corrispondente all’inventario che avevo fatto precedentemente. All’inizio dell’amministrazione mi ero fatta un’idea – ha aggiunto la teste – ma avendo a che fare con anziani che a volte tengono dei soldi in casa, per stilare il rendiconto, ero andata in compagnia del commercialista Giovanni Tronci».
Dopo i funerali, Alessandra Mancini, nipote dell’anziana amministrata, era rientrata a casa con la madre e il padre. Tutte persone che, stando alla testimonianza di ieri, seppur a distanza, avrebbero avuto diverbi con l’amministratrice, da lei sempre segnalati. «Il giorno dei funerali c’era stata l’esplosione di un anno costellato di continue accuse. Quel giorno avendo ancora le chiavi della casa, di fatto, dovevo consegnare i beni agli eredi. Io e il commercialista stavamo controllando ogni cosa quando, ad un certo punto, Alessandra Mancini e i genitori erano entrati in casa. Avevo spiegato loro cosa stavamo facendo e a quel punto la ragazza aveva iniziato a togliermi le cose dalle mani e a minacciarmi. Ho spiegato che a me non interessavano le loro divisioni, ma dovevo fare quel lavoro nell’interesse dell’amministrazione. I toni avevano iniziato ad alzarsi: dagli insulti si era passati alle minacce. A quel punto – ha aggiunto l’amministratrice – ho iniziato a provare un senso di ansia, nonostante mi imponessi di capire il loro stato d’animo nel vedere un altro occuparsi dell’amministrazione dei beni del familiare al loro posto. Poi la situazione era degenerata. I tre avevano iniziato ad avvicinarsi a me e avevo avuto paura. A quel punto – ha aggiunto la teste – ho chiamato i carabinieri e ho detto a Giovanni Tronci di usare il telefono per registrare. Questo ha scatenato l’ira della Mancini che ha afferrato l’apparecchio e diceva di cancellare tutto. Ho provato a riprenderglielo. Lei mi strattonava. Mi aveva tirato la maglietta fino a strapparla. Con una mano tirava e con l’altra mi colpiva. Mi sentivo accerchiata. Poi erano arrivati i carabinieri e in loro presenza ero riuscita a concludere il lavoro che stavo facendo. Il giudice tutelare era stato messo al corrente dell’attività che stavo svolgendo e mi aveva autorizzato con visto successivo per via della pausa estiva. Dopo il fatto ero andata in Pronto soccorso».
Durante il controesame la difesa ha cercato di capire meglio il motivo della presenza del commercialista quel giorno. «Normalmente quando abbiamo necessità di avvalerci di un collaboratore non abbiamo bisogno di una autorizzazione specifica. In ogni caso quando i familiari della signora erano giunti, il commercialista si era presentato immediatamente, nonostante loro continuassero a mettere in discussione la sua presenza». L’avvocato Mondello ha chiesto poi chi avesse assistito all’aggressione. «Giovanni Tronci era sull’uscio quando ero uscita per recuperare il telefono – ha risposto Chiara Mureddu – ma non so cosa abbia visto». Sentito poco dopo il commercialista ha confermato la versione dell’amministratrice ma ha affermato di aver visto solo l’inizio della zuffa tra le due donne. Scontro che dalla sala si era poi spostato nel corridoio. «Ero sulla soglia ma la colluttazione non si è svolta davanti ai miei occhi – ha detto Tronci –. Io vedevo la Mancini che lottava con la Mureddu per il telefono». (k.s.)
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