Piano neve, nuovo stop ai lavori
di Paolo Merlini
La sindaca Falconi: «Tutto normale, riprenderanno in primavera». Ma la minoranza teme il peggio
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INVIATO A FONNI. A che punto è l’attuazione del Piano neve del Gennargentu? C’è un nuovo stop nella storia ultratrentennale di questo progetto per la montagna più alta della Sardegna? Un anno fa, alla fine di ottobre 2018, con squilli di tromba più che giustificati vista la lunga attesa, l’amministrazione comunale invitò i cronisti per constatare il completamento della seggiovia che dal vecchio rifugio del Bruncuspina a 1564 metri raggiunge la vetta della montagna a 1864 metri. Era il primo passo, probabilmente il più importante, di un progetto integrato che prevede la realizzazione di un centro servizi al posto dell’attuale rifugio che, si disse allora, sarebbe dovuto entrare in funzione entro il 2019. Un anno invece è trascorso invano, e basta un rapido sopralluogo al cantiere – dove i cancelli sono spalancati e non si notano telecamere di sicurezza – per constatare che da allora almeno apparentemente nulla è cambiato. Il rudere dell’ex rifugio, che doveva essere demolito per fare posto al centro servizi, è ancora al suo posto, e neppure un blocchetto è stato posato per edificare la struttura che, nelle intenzioni, dovrebbe cambiare volto a questa parte del Gennargentu.
I lavori sono fermi? E se sì per quale motivo? Se lo chiedono molti fonnesi, a cominciare dagli operatori turistici che hanno scommesso sulla montagna e si ritrovano nell’impossibilità di utilizzare la seggiovia, non solo per la mancanza di servizi collegati, ma anche perché a parte un rapido precollaudo riservato agli addetti ai lavori nessuno l’ha mai vista in funzione. Tra loro c’è chi, stanco di aspettare, ha deciso di migrare sull’altro fronte del Gennargentu, quello di Desulo. Che non vanta le piste del versante fonnese, ma almeno offre parcheggi per le auto e un rifugio a 1500 metri, Su Filariu, dove ristorarsi o più semplicemente usufruire dei servizi igienici, come dice con un po’ di amarezza il fonnese Antonio Nonne, che con la sua società Gennargentu Escursioni ormai opera soltanto nel territorio di Desulo.
Che fine abbia fatto il piano neve se lo chiede anche l’ex sindaco di Fonni Stefano Coinu, ora consigliere di minoranza, che nei giorni scorsi ha sollevato il caso durante una riunione e intende presentare un’interrogazione proprio in questi giorni. Coinu conosce bene il progetto che comprende seggiovia e centro servizi, perché è proprio durante il suo mandato che è stato approvato il progetto definitivo e sono stati dati in appalto i lavori a un raggruppamento composto da due imprese, la Finotello di Torino assieme alla Cualbu di Fonni. Sembra però che la Finotello, specializzata in impianti sciistici, terminata la seggiovia sia andata via lasciando il testimone alla società fonnese, che ancora non si è messa all’opera per il centro servizi (aveva realizzato i piloni dell’impianto). Il costo del progetto nel suo complesso è tre milioni 517mila euro, ma il Comune ha a disposizione un altro milione e mezzo per completare il progetto e preparare la gestione della struttura. Il consiglio comunale, e dunque la cittadinanza, sostiene Coinu, sono stati tenuti all’oscuro di alcuni passaggi fondamentali, come il progetto esecutivo redatto dalle imprese vincitrici, e passato solo in giunta, che modificava (secondo l’ex sindaco sensibilmente) il definitivo a suo tempo commissionato. C’è un problema di aumento dei costi?
Daniela Falconi, sindaca di Fonni eletta nel 2016, ha puntato molto sul piano neve in campagna elettorale. Lo stop è dovuto al maltempo, dice, d’inverno non si può lavorare a quell’altitudine. Il cantiere riaprirà in primavera. E non c’è nessuno stravolgimento del progetto iniziale, ma solo una piccola variante. «L’anno prossimo sarà l’anno buono», rassicura.
I lavori sono fermi? E se sì per quale motivo? Se lo chiedono molti fonnesi, a cominciare dagli operatori turistici che hanno scommesso sulla montagna e si ritrovano nell’impossibilità di utilizzare la seggiovia, non solo per la mancanza di servizi collegati, ma anche perché a parte un rapido precollaudo riservato agli addetti ai lavori nessuno l’ha mai vista in funzione. Tra loro c’è chi, stanco di aspettare, ha deciso di migrare sull’altro fronte del Gennargentu, quello di Desulo. Che non vanta le piste del versante fonnese, ma almeno offre parcheggi per le auto e un rifugio a 1500 metri, Su Filariu, dove ristorarsi o più semplicemente usufruire dei servizi igienici, come dice con un po’ di amarezza il fonnese Antonio Nonne, che con la sua società Gennargentu Escursioni ormai opera soltanto nel territorio di Desulo.
Che fine abbia fatto il piano neve se lo chiede anche l’ex sindaco di Fonni Stefano Coinu, ora consigliere di minoranza, che nei giorni scorsi ha sollevato il caso durante una riunione e intende presentare un’interrogazione proprio in questi giorni. Coinu conosce bene il progetto che comprende seggiovia e centro servizi, perché è proprio durante il suo mandato che è stato approvato il progetto definitivo e sono stati dati in appalto i lavori a un raggruppamento composto da due imprese, la Finotello di Torino assieme alla Cualbu di Fonni. Sembra però che la Finotello, specializzata in impianti sciistici, terminata la seggiovia sia andata via lasciando il testimone alla società fonnese, che ancora non si è messa all’opera per il centro servizi (aveva realizzato i piloni dell’impianto). Il costo del progetto nel suo complesso è tre milioni 517mila euro, ma il Comune ha a disposizione un altro milione e mezzo per completare il progetto e preparare la gestione della struttura. Il consiglio comunale, e dunque la cittadinanza, sostiene Coinu, sono stati tenuti all’oscuro di alcuni passaggi fondamentali, come il progetto esecutivo redatto dalle imprese vincitrici, e passato solo in giunta, che modificava (secondo l’ex sindaco sensibilmente) il definitivo a suo tempo commissionato. C’è un problema di aumento dei costi?
Daniela Falconi, sindaca di Fonni eletta nel 2016, ha puntato molto sul piano neve in campagna elettorale. Lo stop è dovuto al maltempo, dice, d’inverno non si può lavorare a quell’altitudine. Il cantiere riaprirà in primavera. E non c’è nessuno stravolgimento del progetto iniziale, ma solo una piccola variante. «L’anno prossimo sarà l’anno buono», rassicura.