La Nuova Sardegna

Nuoro

Il processo

Riciclaggio di auto di lusso, in sette davanti al giudice

Riciclaggio di auto di lusso, in sette davanti al giudice

Nuoro: gli imputati sono chiamati a rispondere di associazione per delinquere finalizzata alla truffa

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Nuoro Rispondendo alle domande del pubblico ministero Ireno Satta ha ricostruito davanti al tribunale in seduta collegiale (presidente Elena Meloni, a latere Filippo Orani e Valentina Rostellato) l’attività investigativa partita nel 2017 che con l’utilizzo di intercettazioni telefoniche e ambientali, aveva portato a smantellare un’organizzazione criminale dedita al riciclaggio di auto di alta gamma, con destinazione principale il Marocco.

Gli imputati chiamati a rispondere di associazione per delinquere finalizzata alla truffa, secondo l’accusa, noleggiavano auto di lusso, ne denunciavano il furto e poi le immetteva sul mercato africano. Un sistema ben strutturato, secondo le forze dell’ordine, basato su furti, appropriazioni indebite e false denunce, che vedeva gli imputati: Salvatore Carboni di Orani, Franco Virde nuorese, Mohamed Laaraj marocchino ma residente a Osidda, Abdelbaset Laaraj, nato a Ozieri ma residente a Osidda, Hassna Laaraj, nata a Ozieri e residente anche lei a Osidda, Fatima Mohib, nata in Marocco ma residente a Osidda, Redouane El Hani, nato in Marocco ma residente a Oniferi, Yousuff El Hani, nato in Marocco ma residente a Oniferi, portare avanti la presunta attività illecita tra Nuoro, Barcellona, Milano e Marocco. Oggi, 12 febbraio, il maresciallo Giuseppe Pinna ha spiegato in aula il modus operandi del gruppo. «Non sempre il noleggio era andato a buon fine – ha detto il teste –. In più occasioni l’operazione non era riuscita per via del fatto che spesso le agenzie chiedevano garanzie per i pagamenti attraverso carte di credito di prestigio».

Il maresciallo ha raccontato di quando nel maggio 2017 dopo aver noleggiato un’auto di lusso, Carboni e Laaraj avevano preso la nave da Porto Torres alla volta di Barcellona. «Uno, però, era sceso a Civitavecchia per poi raggiungere Napoli, probabilmente per recuperare dei documenti – ha detto l’investigatore – mentre l’altro ha proseguito il viaggio alla volta della Spagna. Dopo qualche giorno i due erano stati intercettati insieme in Marocco a bordo dell’auto. Laaraj poi aveva poi denunciato il furto dell’auto avvenuto a Malaga. Di fatto, dopo aver pagato Carboni con il quale aveva un debito, aveva avvisato la sorella di bloccare la carta di credito a lei intestata, per evitare il pagamento della cauzione da parte dell’agenzia di noleggio». A questa ricostruzione si è opposto il difensore di Carboni, l’avvocato Angelo Magliocchetti che ha parlato di ipotesi investigativa priva di riscontri effettivi. Gli altri imputati sono difesi dall’avvocato Pietro Sanna e Stefano Mannironi. Il processo riprenderà a marzo. (k.s.)

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