Caso Barabino, la difesa: «Non usò le carte del reddito di cittadinanza degli amministrati. Va assolta da quei reati»
Le richieste degli avvocati dell’ex amministratrice di sostegno infedele di Oliena al secondo processo
Nuoro Ha reso dichiarazioni spontanee riconoscendo la responsabilità dei reati che poteva ammettere ma non di quelli contestati in merito alle carte del reddito di cittadinanza di alcuni suoi assistiti. Ha sostenuto di non poter essere stata lei a fare certe operazioni con la carta per via degli orari di utilizzo.
Roberta Barabino, l'ex amministratrice di sostegno di Oliena, già condannata un anno fa a sette anni e otto mesi in abbreviato per peculato e autoriciclaggio, perché secondo l’accusa avrebbe svuotato i conti di decine dei suoi assistiti, utilizzando quei soldi per finalità estranee al soddisfacimento dei bisogno degli amministrati, questa mattina è comparsa davanti al Gup del tribunale di Nuoro Giovanni Angelicchio per il secondo processo che la vede imputata degli stessi reati.
Dopo le richieste di condanna a sei anni e quattro mesi fatte dai pubblici ministeri Riccardo Belfiori, Selene Desole e Andrea Ghironi, oggi la parola ai difensori Gianluca Sannio e Antonio Secci che hanno richiesto al giudice il minimo della pena con la concessione delle generiche e l’aumento minimo in continuazione, decurtati tutti i reati per i quali hanno chiesto l’assoluzione. Il giudice ha rinviato per repliche e sentenza all’udienza di fine marzo.