Musica e spettacoli il Covid non ferma “Isole che parlano”
Lo storico festival di Palau su farà dal 7 al 13 settembre Paolo e Nanni Angeli: «Diamo un segnale di ripresa»
14 giugno 2020
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PALAU. L’emergenza Covid non ferma il Festival internazionale “Isole che parlano”, che annuncia lo svolgimento della sua XXIV edizione, a Palau, dal 7 al 13 settembre. Per l’estate degli spettacoli culturali in Gallura e in Sardegna è una grande boccata d’ossigeno.
Così gli ideatori e direttori artistici della storica manifestazione, Paolo e Nanni Angeli: «Siamo consapevoli delle difficoltà, ma pensiamo che sia importante dare un segnale di ripresa, per affermare la cultura tra i bisogni primari e sostenere un settore che rappresenta un fiore all’occhiello per la Sardegna». «Ovviamente – aggiungono – tutto verrà realizzato nel completo rispetto delle normative, ma siamo convinti che gli artisti e gli scenari naturali che da sempre accolgono il festival sapranno ancora una volta trasmettere quelle atmosfere uniche che, dal 1996, si vivono a Isole che parlano».
Il festival si farà, dunque, e l’associazione culturale Sarditudine a breve annuncerà il programma e gli ospiti della prossima edizione. Nel mentre, continuano le puntate monografiche dedicate a “Isole che parlano” in onda su Battiti di Rai Radio3, media partner del festival di Palau. Il ciclo di trasmissioni, che ha avuto inizio domenica scorsa, proseguirà domenica 14 e lunedì 15 giugno (qui tutte le puntate) con due puntate antologiche relative alle edizioni 2018/2019, con approfondimenti che permettono di assaporare le musiche che negli ultimi due anni sono state proposte a Palau.
“Isole che parlano” è festival internazionale di musica, arti visive, laboratori per l’infanzia e quanto altro creatività e cultura possono offrire. È anche un festival dell’integrazione e dell’interconnessione tra paesi e culture. La Sardegna migliore, nel senso pieno e compiuto del termine. Così l’edizione dell’anno scorso ha proposto una tappa a Orani, in Barbagia, in collaborazione con il prestigioso Museo Nivola. Soltanto per citare un esempio. L’epicentro del festival naturalmente resta Palau, il paese d’origine di Nanni e Paolo Angeli, creatori e direttori artistici della manifestazione.
Uno degli aspetti che caratterizza maggiormente il festival fin dalla sua nascita è il binomio arte-infanzia/adolescenza che trova spazio in una sezione appositamente dedicata. Lo spazio maggiore naturalmente resta appannaggio della musica e delle arti visive, sempre con la particolarità dell’inserimento degli spettacaoli in un contesto paesaggistico e ambientale a dir poco suggestivo, cioè la costa di Palau e le Bocche di Bonifacio. Un mix di natura, musica, teatro e tradizione culturale che fanno di “Isole che parlano” un vero e proprio unicum nel panorama delle rassegne di spettacolo in Sardegna, in Italia e nel mondo. Senza confini, perché nel dna del festival c’è proprio il carattere dell’internazionalità. Non solo per la partecipazione abituale di artisti provenienti da ogni parte del mondo, ma anche per la capacità di proiettare dalla Sardegna un’immagine universale del linguaggio dell’arte e dela cultura. (w.b.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA.
Così gli ideatori e direttori artistici della storica manifestazione, Paolo e Nanni Angeli: «Siamo consapevoli delle difficoltà, ma pensiamo che sia importante dare un segnale di ripresa, per affermare la cultura tra i bisogni primari e sostenere un settore che rappresenta un fiore all’occhiello per la Sardegna». «Ovviamente – aggiungono – tutto verrà realizzato nel completo rispetto delle normative, ma siamo convinti che gli artisti e gli scenari naturali che da sempre accolgono il festival sapranno ancora una volta trasmettere quelle atmosfere uniche che, dal 1996, si vivono a Isole che parlano».
Il festival si farà, dunque, e l’associazione culturale Sarditudine a breve annuncerà il programma e gli ospiti della prossima edizione. Nel mentre, continuano le puntate monografiche dedicate a “Isole che parlano” in onda su Battiti di Rai Radio3, media partner del festival di Palau. Il ciclo di trasmissioni, che ha avuto inizio domenica scorsa, proseguirà domenica 14 e lunedì 15 giugno (qui tutte le puntate) con due puntate antologiche relative alle edizioni 2018/2019, con approfondimenti che permettono di assaporare le musiche che negli ultimi due anni sono state proposte a Palau.
“Isole che parlano” è festival internazionale di musica, arti visive, laboratori per l’infanzia e quanto altro creatività e cultura possono offrire. È anche un festival dell’integrazione e dell’interconnessione tra paesi e culture. La Sardegna migliore, nel senso pieno e compiuto del termine. Così l’edizione dell’anno scorso ha proposto una tappa a Orani, in Barbagia, in collaborazione con il prestigioso Museo Nivola. Soltanto per citare un esempio. L’epicentro del festival naturalmente resta Palau, il paese d’origine di Nanni e Paolo Angeli, creatori e direttori artistici della manifestazione.
Uno degli aspetti che caratterizza maggiormente il festival fin dalla sua nascita è il binomio arte-infanzia/adolescenza che trova spazio in una sezione appositamente dedicata. Lo spazio maggiore naturalmente resta appannaggio della musica e delle arti visive, sempre con la particolarità dell’inserimento degli spettacaoli in un contesto paesaggistico e ambientale a dir poco suggestivo, cioè la costa di Palau e le Bocche di Bonifacio. Un mix di natura, musica, teatro e tradizione culturale che fanno di “Isole che parlano” un vero e proprio unicum nel panorama delle rassegne di spettacolo in Sardegna, in Italia e nel mondo. Senza confini, perché nel dna del festival c’è proprio il carattere dell’internazionalità. Non solo per la partecipazione abituale di artisti provenienti da ogni parte del mondo, ma anche per la capacità di proiettare dalla Sardegna un’immagine universale del linguaggio dell’arte e dela cultura. (w.b.)
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