Processo Grillo jr, il teste norvegese non si presenta: il tribunale lo riconvoca
Enrique Bye Obando, citato dalla difesa, dovrà comparire nell’udienza del 17 febbraio 2025
Tempio La citazione del tribunale di Tempio per presentarsi all’udienza di oggi 2 dicembre è arrivata al testimone che vive in Norvegia, solo il 29 novembre scorso. Non c’è stato, dunque, il tempo materiale per Enrique Bye Obando – uno dei testi chiave della difesa nel processo per violenza sessuale di gruppo che vede imputati Ciro Grillo, Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria –, per raggiungere il palazzo di giustizia gallurese. Lo hanno spiegato gli avvocati Mariano Mameli e Antonella Cuccureddu, del pool difensivo, all’uscita dalla breve udienza. «Abbiamo chiesto che venisse rinnovato il procedimento di notifica per il 17 febbraio del 2025. In quella data sapremo se il teste verrà», ha detto l’avvocato Mameli, che assiste Edoardo Capitta, insieme al collega Ernesto Monteverde.
La citazione di Enrique Bye Obando (di origine nicaraguense) era stata chiesta dalla difesa e promossa dal tribunale attraverso il ministero. Il suo esame è ritenuto di grande importanza dai difensori dei quattro imputati. Il giovane sarebbe stato accusato nel 2018 di violenza sessuale – quindi, un anno prima del presunto stupro di gruppo avvenuto a Porto Cervo – dalla studentessa italo norvegese principale accusatrice di Ciro Grillo e dei suoi amici nel processo in corso a Tempio. La ragazza non lo aveva denunciato. Secondo quanto emerso finora, aveva avuto un chiarimento con lui su quanto accaduto, alla presenza di altre persone. Quando fu sentita in aula, la studentessa confermò di essere stata violentata da quello che lei riteneva essere il suo miglior amico, mentre si trovava in campeggio con lui, in Norvegia. Per i difensori le dichiarazioni del teste sono fondamentali per ricostruire quell’episodio, con riferimento, in particolare, all’aspetto dell’attendibilità della ragazza.
Il processo a porte chiuse è proseguito con l’esame dell’interprete che ha tradotto dall’inglese all’italiano le chat con le conversazioni tra la studentessa e le sue amiche. Traduzioni ritenute molto interessanti dai difensori, «da cui, ad esempio, emerge che soffrisse di disturbi alimentari in periodi molto antecedenti alla presunta violenza di gruppo, mentre lei in aula li aveva indicati come conseguenza del trauma subito – ha detto l’avvocata Antonella Cuccureddu, difensore di Francesco Corsiglia insieme al collega Gennaro Velle – Ci siamo soffermati sul significato di alcuni termini specifici che sono stati oggetto di una relazione e di traduzioni da parte di una consulente della difesa di Francesco Corsiglia, la dottoressa Alessandra Peloso, che ha analizzato anche molti altri testi oltre a quelli tradotti. Speriamo di aver fornito al tribunale un ulteriore supporto per ricostruire al meglio i fatti».
Il processo proseguirà il 16 dicembre quando ritornerà in aula il consulente informatico Mattia Epifani, già sentito lo scorso 8 novembre, il quale dovrà completare l’esame e depositare la sua relazione. Con una relazione di 370 pagine, il consulente informatico ha analizzato tutto il materiale di interesse della difesa estratto dai cellulari degli imputati e della ragazza: foto, chat, video, post sui social e la ricostruzione di tutti i movimenti compiuti dai protagonisti della vicenda, in particolare, nella giornata in cui sarebbe avvenuto il fatto al centro del processo.