La Nuova Sardegna

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La Liberazione

A Olbia il 25 aprile è sobrio: meno musica in segno di lutto per il papa

A Olbia il 25 aprile è sobrio: meno musica in segno di lutto per il papa

Davanti al monumento ai caduti la messa e l’intervento del sindaco Nizzi

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Olbia La banda ha suonato una volta sola. Inno di Mameli dopo la deposizione della corona di fiori ai piedi del monumenti ai caduti. Meno musica del solito, come voluto dal Comune, in segno di lutto per la morte di papa Francesco, ricordato dal sindaco Settimo Nizzi in apertura del suo intervento. Per il resto, a Olbia la celebrazione del 25 aprile si conferma un rito a tratti anomalo, almeno rispetto a quello delle altre città. Più simile alle celebrazioni del 4 novembre che ai festosi raduni con interventi e testimonianze dove si parla apertamente di antifascismo.

Come da tradizione olbiese, è stata una messa ad aprire la Festa della Liberazione sul lungomare. Solo alla fine, quando tutto si era ormai concluso, attorno alla bandiera dell’Anpi si è cercato di dare un po’ più di significato politico alla giornata intonando il canto partigiano per eccellenza, Bella ciao. Il sindaco Settimo Nizzi, dopo la messa celebrata dal parroco di San Paolo don Gianni Satta, ha ricordato il sacrificio di chi ha combattuto per la libertà. «Ottant’anni fa l’Italia ritrovava la libertà dopo un lungo periodo di oppressione – ha detto il primo cittadino –. Il popolo italiano, unito nella lotta per la democrazia, si rialzava per costruire un Paese nuovo. Un monito eterno affinché certi errori e orrori non si ripetano più. La nostra isola, la nostra terra, ha vissuto la guerra e ha contribuito alla Resistenza con il coraggio e la dignità dei suoi figli. La nostra isola ha dato alla storia uomini e donne che non hanno esitato a dare la vita per la libertà di tutti. E Olbia, città di mare, punto di approdo e di accoglienza, ha saputo trasformare la sua forza in un impegno costante per la pace e la democrazia».

Settimo Nizzi, durante la celebrazione organizzata dal Comune insieme alle associazioni combattentistiche e d’arma, ha poi aggiunto: «La libertà non è un dono acquisito per sempre, ma un impegno quotidiano. Se oggi possiamo parlare, discutere e confrontarci, a volte anche aspramente, lo dobbiamo a chi ha avuto il coraggio di opporsi anche a costo della propria vita».  (d.b.)

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