Galatea Gramsci: «Mio bisnonno Antonio è molto popolare nella “mia” Russia»
La nipote del fondatore del Pci è in Sardegna per la settimana gramsciana a Ghilarza: è nata e vive a Mosca
Sassari Galatea Gramsci, 24 anni, psicologa, vive a Mosca. Antonio Gramsci, filosofo, famoso pensatore marxista e uno dei fondatori nel 1921 del Partito Comunista Italiano, era suo bisnonno. Mentre il nonno Giuliano e suo padre Antonio Gramsci JR erano invece valenti musicisti, entrambi come lei vissuti in Russia.
Galatea con suo fratello Tarquinio è in Sardegna per la settimana gramsciana, che si svolge a Ghilarza, cittadina in provincia di Oristano, dove il celebre avo trascorse gran parte della giovinezza. «Questa è la seconda volta che vengo in Sardegna – racconta -. Mi sto trovando benissimo. La gente è accogliente e ospitale. Come del resto mi avevano sempre detto i miei genitori e mio nonno. Della Sardegna apprezzo l’ospitalità e la schiettezza: fattori simili al popolo russo. Inoltre amo la cultura sarda, i suoi sapori, le sue tradizioni. Mi dispiace che non parlo la lingua, ma vedremo se nel futuro riuscirò a sopperire a questa carenza».
Sul celebre bisnonno: «Anche se non l'ho mai conosciuto personalmente è stato un punto di riferimento molto importante, direi quasi basilare per la mia formazione. Sin da adolescente ho letto i suoi Quaderni, le lettere, le sue opere. Parole fondamentali per la mia crescita, ma di grande importanza e attualità anche per le nuove generazioni. D’altronde mio bisnonno è ancora conosciuto in Russia. Nonostante siano passati tanti anni dalla sua precoce scomparsa ha ancora buona fama. Negli ambienti intellettuali e universitari gode certamente di maggiore popolarità, come è normale che sia. In generale in Russia è noto come tra le vittime più illustri del fascismo e del nazismo».
Sulla liberazione: «Da noi si celebra la giornata della vittoria contro i nazisti il 9 maggio. Una ricorrenza ancora molto sentita da tutto il popolo. Con parate e rappresentazioni in tutto il Paese. La Russia ha pagato un enorme tributo di vittime per vincere contro l'oppressore. Amo l'Italia, sono orgogliosa dei miei avi. Ma io sono russa, mi sento russa e sono fiera di esserlo».