La Nuova Sardegna

Oristano

Il caso politico

Terreni all’asta a Torregrande, l’assessore Ivano Cuccu: «Tutto legale»

di Michela Cuccu

	Una veduta di Torregrande
Una veduta di Torregrande

Uno era stato aggiudicato a una società amministrata dal nipote. La risposta all’interrogazione del centro sinistra: «Le norme lo consentono. Minoranza incompetente e inesperta»

24 settembre 2024
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Oristano «La vendita all’asta dei terreni comunali di Torregrande è stata regolare». Non il sindaco a cui era diretta, ma lo stesso assessore al Patrimonio Ivano Cuccu, firma la risposta scritta all’interrogazione urgente presentata meno di una settimana fa dai consiglieri del centro sinistra, primo firmatario Francesco Federico di Oristano democratica e possibile, che aveva sollevato qualche dubbio di opportunità sull’aggiudicazione dell’asta. Attraverso una visura Camerale Francesco Federico aveva trovato la conferma che ad aggiudicarsi uno dei lotti sgravati dal vincolo degli usi civici nella borgata marina era stata una società amministrata da un nipote dell’assessore.

Un’operazione del tutto legale, come già aveva scritto La Nuova nel precedente articolo. Cuccu insiste su questo concetto: «L’operazione è avvenuta nel rispetto delle norme». Una risposta articolata quasi del tutto in punta di legge, anzi, di Codice civile, quella dell’assessore finito al centro di critiche che ha sempre respinto. Ivano cuccu non spiega perché, come invece sollecitava l’interrogazione, nella determina della seconda asta non compaiano i nomi degli aggiudicatari. Punta a confermare la regolarità dell’operazione, ricordando come il divieto ad acquistare beni pubblici alienati riguardi gli amministratori, i consiglieri comunali e i funzionari responsabili della procedura, ma non i parenti degli amministratori «e ancora più nello specifico persone giuridiche, ovvero società, il cui rappresentante legale pro tempore, risulta essere un parente di un amministratore». Poi rafforza il concetto: «L’aggiudicazione dei terreni da parte di una società il cui amministratore pro tempore, risulta essere il nipote dell’assessore costituisce semplicemente un fatto. Privo di ogni rilievo legale, amministrativo e di conflitto di interessi e di opportunità. Nessuno poteva avere conoscenza del fatto se non dopo l’apertura delle buste». Quindi ricorda: «L’operazione, un’asta pubblica con offerta al massimo rialzo, ha contribuito a far entrare nelle casse del comune una cifra anche superiore a quella di mercato. Il Comune non ha concesso un contributo, affidato un appalto o un servizio a un parente di un assessore, ma ha venduto, seguendo le procedure previste dalla legge».

Ciò che traspare è che Cuccu non abbia gradito il caso nato con l’interrogazione del centro sinistra. Tra citazioni di norme e articoli di legge, nelle tre cartelle depositate ieri all’Ufficio del Protocollo, non lesina frecciate e critiche ai firmatari dell’interrogazione: oltre Fedrico anche Massimiliano Daga, Efisio Sanna, Francesca Marchi e Carla Della Volpe: «Le polemiche e i dubbi sollevati a mezzo stampa e via social da alcuni consiglieri di minoranza sono finalizzate esclusivamente a inasprire gli animi e creare facili proteste dai cosiddetti leoni da tastiera, in una pura ottica populista e non volta a una democratica opposizione costruttiva. L’unico effetto di tali polemiche è quello palesare l’inesperienza e l’incompetenza di alcuni componenti della minoranza di questo Consiglio. Un’analisi più lungimirante della questione avrebbe sicuramente portato a vedere che l’operazione di vendita portata a termine ha permesso di incassare al Comune di Oristano complessivamente 869.294 euro. Somme che potranno essere utilizzate a beneficio della collettività e ottenute con una procedura svolta nel più rigoroso rispetto della legge».

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