La Nuova Sardegna

Oristano

L’incontro

Alessandra Todde agli studenti di Oristano: «Non abbiate paura di sbagliare»

di Ilenia Mura
Alessandra Todde agli studenti di Oristano: «Non abbiate paura di sbagliare»

Ieri 12 ottobre la governatrice sarda si è confrontata con i ragazzi dell’ultimo anno dell’istituto De Castro-Contini. Fra i temi affrontati: istruzione e lavoro, sanità, ambiente, energia e sport

13 ottobre 2024
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Oristano Fra le prime a prendere la parola è una studentessa 17enne di San Vero Milis all’ultimo anno del liceo classico. I capelli ricci raccolti in una coda, chiodo nero di pelle, sulla t-shirt bianca, Giorgia Pinna raggiunge il microfono col telefonino fra le mani e comincia e leggere la sua domanda, fra le tante che gli studenti dell’Istituto De Castro-Contini faranno a ruota alla presidente della Sardegna Alessandra Todde. Invitata dal dirigente scolastico Pino Tilocca, è l’ospite d’onore del confronto «istituzionale» con i ragazzi. «Come ha detto lei prima – esordisce emozionata rivolgendosi alla Todde – la Sardegna è la regione italiana col tasso di abbandono scolastico più alto d’Italia, non per mancanza di capacità o potenziale, ma per una profonda rassegnazione del futuro. Allora volevo chiederle: da dove deriva secondo lei questa rassegnazione, e come pensa di poterla limitare anche per dare una effettiva possibilità a tutti ragazzi sardi di crescere un loro figlio?» Scuola, lavoro, sanità, ambiente, energia, digitale e innovazione, sport. Il dibattito plurale, incentrato sul confronto e sull’ascolto, comincia appena la prima governatrice sarda termina di mettersi a nudo, raccontando di quanto sia dura per una donna doversi far strada nella vita e nel lavoro. Seduta dietro la cattedra di una scuola della città che fu di Eleonora d’Arborea, «che per prima in assoluto, da governante, trovò il coraggio di parlare d’amore all’interno delle istituzioni, dando un grande contributo alla Carta De Logu», Alessandra Todde è convinta che questa sia la vera forza di una donna al governo: «Non avere paura di parlare d’amore, di parlare di accoglienza, di parlare di abbracci in un contesto sacro come quello delle istituzioni».

Lei è la prima, dal 1949 a oggi, nella storia della Regione Autonoma della Sardegna: «In un mondo dove la paura del diverso, del futuro, di non farcela, prevale – racconta nel suo dialogo con gli studenti – dobbiamo cercare di abbattere questi muri che sono sempre più pericolosi». Che poi, dice: «Il cambiamento parte anche dal dialogo con i giovani e dalla capacità della politica di saper costruire ponti con le nuove generazioni che ci percepiscono distanti e disinteressati a loro e ai loro problemi». A chi le chiede come risolvere il problema che riguarda la carenza dei medici, a chi le chiede come incentivare i giovani a non abbandonare gli studi, a chi le chiede come fare per creare occasioni di lavoro per i giovani, obbligati a cercare il futuro lontano dalla loro famiglia, Alessandra Todde risponde argomentando ogni singola questione. «Per risolvere la carenza di personale sanitario abbiamo preso tempo, dando la possibilità ai medici in pensione di ritornare sul campo grazie ad una legge regionale che permette loro di utilizzare il ricettario rosso per la prescrizione ai pazienti di visite specialistiche».

Il numero chiuso in Medicina? «Abolirlo è competenza del governo nazionale». Per riportare i giovani sui banchi di scuola «bisognerebbe innanzitutto pensare ad un nuovo piano di trasporti, anche perché non possiamo permettere che i ragazzi arrivino a scuola dopo un’ora di viaggio. Alla prima ora sono già stanchi». Anche questo, secondo la Todde, è un motivo che invoglia gli studenti a disertare le lezioni. «Vogliamo inaugurare un nuovo approccio alla politica e alla società sarda: oggi è necessario un confronto costante con le nuove generazioni, con il mondo della scuola e dell’Università. Non solo per comprendere il mondo di oggi, ma per cercare di capire dove andrà quello di domani e di costruire ponti tra il presente e il futuro».

Partire all’estero? «È una importante esperienza che fortifica e fa crescere per essere più preparati ad affrontare il mondo del lavoro». Un lavoro che nell’isola è difficile trovare: «La nostra regione non è comunque in grado di accogliere nuova forza lavoro», spiega la presidente citando i numeri del tessuto imprenditoriale attuale: «Il 98 per cento delle imprese ha meno di cinque dipendenti. Ecco perché dobbiamo creare nuove opportunità entrando in connessione con altre regioni italiane». L’invito: «Viaggiate, non scoraggiatevi. Se intraprendete una strada non abbiate paura di sbagliare, vorrà dire che non era quella giusta. È capitato anche a me». Così cita “Il diritto di contare”, un film che le ha dato coraggio: «Racconta la storia di Katherine Johnson, fisica alla Nasa, grande simbolo di uguaglianza sociale che contribuì alla prima missione sulla luna». Le due ore fitte di dialogo, terminano con la consegna di due ceramiche simbolo, della storia del Giudicato di Arborea, realizzate dagli studenti del liceo artistico guidati dal ceramista Arnaldo Manis. Il dirigente scolastico Pino Tilocca le porge alla presidente e lei non riesce a trattenere le lacrime: «Mi avete fatto commuovere, grazie di cuore».

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