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Arte contemporanea

I Giganti di Pastorello al Foro Boario di Oristano

I Giganti di Pastorello al Foro Boario di Oristano

Oltre sessanta le tele dell’artista sassarese nella mostra curata da Ivo Serafino Fenu e promossa dall’assessorato alla Cultura del Comune in collaborazione con la Fondazione Oristano e la Fondazione Mont’e Prama

19 ottobre 2024
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Oristano Nel segno di “Kolossoi, Pastorello nell’Isola dei Giganti”: la nuova mostra inaugurata stasera 19 ottobre nel segno dell’arte contemporanea per il ventiseiesimo festival Dromos che rimarrà aperta al Foro Boario, fino al prossimo 19 gennaio. Curata da Ivo Serafino Fenu e promossa dall’assessorato alla Cultura del Comune di Oristano in collaborazione con la Fondazione Oristano e la Fondazione Mont’e Prama, il titolo della mostra è volutamente ambiguo e depistante. «Perché ambigua e depistante è la dimensione poetica e la narrazione proposta dal sassarese Giovanni Manunta, in arte Pastorello, uno tra gli artisti più capaci e determinanti del panorama artistico contemporaneo che la Sardegna sia riuscita a proporre negli ultimi decenni», spiega il curatore Ivo Serafino Fenu. «I colossi, viceversa, non possono non far pensare alla felice e insuperata definizione con la quale l’archeologo Giovanni Lilliu definì le statue monumentali ritrovate nel sito di Mont’e Prama e oggi, più banalmente, definite Giganti».

Pastorello rende omaggio a queste statue e allo stesso Lilliu, esplorando l’accezione etimologica del termine “kolossòi”, evitando una semplice celebrazione delle statue di Cabras, per presentare invece una visione metafisica e metastorica di un’isola popolata da giganti, creature feroci, alberi ancestrali, paesaggi pre e post-umani. Mondi sempre in evoluzione, abitati da figure seduttive e fatali, una sorta di “trappola visiva” creata da un artista che ha fatto della pittura la sua ragione di vita. Ambigua e depistante, l’arte di Pastorello è ricca di riferimenti culturali impliciti, che spaziano dal Rinascimento nordico a visioni apocalittiche e virtuali: per lui «la pittura è innaturale, contro natura, ma è nel mondo. Non è soprannaturale, lo lascia intendere, promette e non mantiene: inganna». La mostra è la più ampia dedicata a Pastorello, con oltre sessanta lavori dell’artista sassarese, molti dei quali inediti, alcuni provenienti dalla Collezione Giuseppe Demara, dalla Collezione Nicola Cocco e dalla Collezione Roberto Pisano.

Tra le opere esposte, una monumentale installazione, realizzata in collaborazione con il ceramista Salvatore Farci e lo Studio K&P (Giovanni Manunta, Gabriele Moretti, Salvatore Piroddi e Giuseppe Tavera), che svela il significato nascosto del titolo. “Kolossòi” è un viaggio nell’universo artistico di Pastorello, un viaggio dove il confine tra mito e realtà si sfuma, «nel quale passare dalle vicissitudini di Odisseo a quelle di Gulliver è un attimo, nella quale i rapporti di forza e financo quelli proporzionali divengono relativi e precari», sottolinea ancora Ivo Serafino Fenu. Sarà visitabile tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19. Il biglietto d’ingresso costa 5 euro. (im)

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