«Oncologia sguarnita: due medici per cinquecento pazienti»
Il Comitato per la salute lancia l’allarme sullo stato della sanità oristanese. E intanto domani 5 novembre il Pd si riunirà a Oristano per fare il punto sulla situazione in Sardegna
Oristano Nel 2023, al San Martino di Oristano, sono stati aperti i nuovi reparti di Senologia e Neurologia prima assenti. Notizie positive ricordate qualche giorno fa dalla dirigenza della Asl 5 che fanno comunque parte di una sanità pubblica che, non solo in provincia di Oristano, arranca, soprattutto per la carenza di personale. Ed è proprio qui a Oristano, che la direzione regionale del Pd è convocata per domani 5 novembre alle 17 nella sede di via Canepa: ordine del giorno il caso sanità Sardegna, ormai considerato un argomento non più rinviabile, con un ddl in commissione regionale che non trova la quadra e che prevede di commissariare le Asl sarde, facendo probabilmente capitolare le teste degli attuali dirigenti delle aziende sanitarie. «Non c’è alcun assessore nel mirino, faremo il punto sulla situazione politica e su come il partito intende procedere», spiega il presidente del Partito democratico e vice presidente della Regione, Giuseppe Meloni. Sanità in Sardegna: «Se da una parte abbiamo un ddl in commissione che punta a riorganizzare l’intero sistema sanitario dell’isola, dall’altra c’è una manovra finanziaria da approvare». Il quadro sanità, per quanto riguarda l’Oristanese, non si discosta da quello di altre province dove gli utenti si scontrano con numerosi disservizi.
Non a caso il Comitato per la salute di Oristano anche di recente ha denunciato un caso di “mala sanità”: «Chi si deve confrontare con una malattia oncologica ha di fronte un percorso a ostacoli», racconta Gisella Masala: «Burocrazia, liste d’attesa, visite di controllo rinviate. Non stiamo parlando di sindrome influenzale ma di malattie oncologiche». Numerosi – dice – «i cavilli burocratici e i percorsi che portano ad effettuare la terapia, il risultato è un gran disagio dell’utenza che, alle volte, trova il capro espiatorio nei medici e infermieri, l’ultimo anello di un’organizzazione piramidale». È quanto sarebbe accaduto la settimana scorsa nel reparto di oncologia del San Martino di Oristano: «Due medici, senza l’aiuto infermieristico, devono seguire in totale 500 pazienti, orari di lavoro che sforano oltre il dovuto, affaticamento, responsabilità, e a questo si aggiunge – denuncia il Comitato – anche l’intemperanza e la mancanza di rispetto di alcuni pazienti». Il Sistema sanitario «è evidente, si sta sgretolando, non c’è stata una programmazione per l’avvicendamento del personale sanitario, non si fanno bandi a tempo indeterminato, gli specialisti immessi in ruolo dalle graduatorie preferiscono i grandi centri ma, soprattutto, ci sono pochi iscritti nelle specializzazioni ospedaliere». E noi cittadini cosa stiamo facendo perché non avvenga? si domandano i rappresentanti del Comitato per la salute. «Si devono ringraziare coloro che ancora resistono e portano avanti un reparto, gli ambulatori, dedicando gran parte del loro tempo a una professione importante, vitale e difficile, ma gravosa di responsabilità, della cui necessità pochi si accorgono e valutano in modo adeguato».
Nel 2023 il maggior numero di pazienti che si sono recati fuori provincia sono riferiti alle malattie dell’occhio (91%), malattie e disturbi dell’orecchio naso bocca e gola (93%), malattie e disturbi dell’apparato genitale femminile (71%), neoplasie ematologiche e solide (77%), malattie e disturbi del sistema muscoloscheletrico e tessuto connettivo (68%) e malattie e disturbi del sistema nervoso (69%). «Per questi gruppi di diagnosi si registrano elevati indici di fuga»: a certificarlo nel programma sanitario triennale della Asl 5 è il direttore generale Angelo Maria Serusi, che a sua volta mette l’accento sulla «carenza del personale sanitario soprattutto medico» che «non permette di offrire – scrive – una quantità di prestazioni adeguate rispetto alle esigenze della popolazione». Si conferma la necessità di intervenire col potenziamento della dotazione organica «del Pronto soccorso, Anestesia e Rianimazione, Medicina Interna, Emodinamica, Radiologia, Nefrologia, Oncologia, Ortopedia». Negli ospedali si registra inoltre la riduzione dei ricoveri: nel 2023 diminuisce del 29% rispetto al 2019, l’attività del San Martino si riduce del 20%. Hanno sofferto una riduzione dell’attività i reparti di Ortopedia, Medicina, Rianimazione, Ginecologia e Ostetricia e il Nido. È aumentata invece l’attività dei reparti di Endoscopia, Chirurgia e Oncologia.