Reggia giudicale, il sindaco striglia la Regione: «Deve muoversi per farci avere lo storico palazzo»
La disputa sul futuro dell’edificio medievale che fu il castello dei giudici di Arborea e che ora rischia di diventare la sede della prefettura
Oristano Il sindaco Massimiliano Sanna para il colpo e risponde chiamando in causa anche chi, sinora, è rimasto silente ovvero la Regione che di azioni in tutta questa partita sull’acquisizione della reggia giudicale degli Arborea in piazza Manno a Oristano ne ha giocate ben poche se non zero. Dopo le bordate della minoranza e dei quattro dissidenti di Forza Italia, il primo cittadino entra in scena e, leggendo tra le righe della sua comunicazione ufficiale, assume una linea diversa da quella esposta dall’assessore comunale al Patrimonio Ivano Cuccu che l’aveva rappresentato appena tre giorni fa alla giornata di presentazione del concorso di idee organizzata dal Demanio di concerto con la Prefettura che dovrebbe avere nello storico edificio dei signori medievali della città la sua prossima sede. Massimiliano Sanna spiega che il Comune non è rimasto immobile, ma ha inviato una nuova nota alla Regione per chiedere che l’antica reggia giudicale sia trasferita al patrimonio regionale: «Ribadiamo una richiesta sostenuta più volte, ma che non ha mai sortito effetto». Ha scritto nuovamente alla presidente Alessandra Todde e agli assessori regionali al Bilancio, alla Cultura e agli Enti locali nonché ai presidenti delle commissioni consiliari competenti «per chiedere alla Regione di esercitare il diritto alla titolarità del complesso storico. Personalmente – prosegue Massimiliano Sanna – mi sono sempre battuto per rivendicare la titolarità della reggia per un utilizzo esclusivo a fini culturali. Il Comune è stato tutt’altro che passivo nel corso degli anni, si è battuto e ha rivendicato la titolarità del bene che ancora oggi è di proprietà del Demanio. Riteniamo sempre che la soluzione migliore per tutti sia l’assegnazione al Comune, ma solo in presenza di un accordo di tutti i soggetti istituzionali coinvolti e con la conseguente disponibilità finanziaria necessaria a un plausibile progetto di recupero e di valorizzazione».
Tradotto significa che il Comune il suo dovere l’ha fatto e che a far valere i propri diritti, se tali sono, dovrà essere la Regione richiamandosi alla legge che le consente di acquisire i beni dismessi dello Stato qualora ne faccia richiesta. Il punto nodale è proprio questo: l’ex reggia giudicale degli Arborea, poi trasformata in carcere dai Savoia, è da considerare un bene dismesso oppure no? È una questione dirimente, ma che comunque va risolta quanto prima e a farlo non può certo essere il Comune di Oristano, bensì la Regione che però negli ultimi quindici anni si è pressoché completamente disinteressata della questione. Prosegue quindi Massimiliano Sanna: «Non possiamo stare inerti e indifferenti di fronte al decadimento di un patrimonio culturale, identitario e storico tanto importante che appartiene all’intera Sardegna. Non lo possiamo accettare e pertanto è assolutamente necessaria una sua valorizzazione e riqualificazione per restituirlo a una città che attende la sua disponibilità. Riserviamo grande attenzione alla nostra storia e alla sua valorizzazione e lo testimonia il lavoro svolto per ridare slancio al progetto del Museo della Sardegna medievale – osserva il sindaco Sanna –. Il Comune di Oristano è stato scelto quale stazione appaltante e destinatario di un finanziamento di 2 milioni 400 mila euro. È un risultato molto importante. Negli ultimi mesi abbiamo lavorato per ridare slancio a un progetto culturale di grande valenza che fatica a prendere forma». E forse proprio questo potrebbe essere il grimaldello per aprire l’altro portone, quello che sinora ha una proprietà diversa e idee differenti per il futuro del castello dei signori d’Arborea.