The Italian Village: Ollolai, la vita nelle case a un euro
Cinque famiglie olandesi dovranno ristrutturare le abitazioni cedute dal Comune
OLLOLAI. Un reality show prodotto dalla televisione olandese Rtl, l'ammiraglia delle tv dei Paesi Bassi, con il quale cinque famiglie olandesi verranno seguite nel loro trasferimento in Barbagia. Un format televisivo che pone le basi su un progetto ben più ampio, sviluppato in due anni di sperimentazione e collaborazioni nate grazie alla grande diffusione mediatica dell'idea "Case a un euro".
In primavera infatti, la troupe televisiva di “The Italian Village: Ollolai", seguirà nel loro trasferimento e adattamento alla nuova vita cinque tra giovani famiglie e giovani coppie che hanno scelto di vivere in pianta stabile a Ollolai. E che si dedicheranno anche al recupero delle loro future case: quelle messe a disposizione dal Comune e che saranno cedute agli acquirenti per la simbolica cifra di un euro.
L'obbligo per chi compra è solamente quello di recuperarle entro un determinato tempo, ma in questo caso con l'arrivo degli olandesi, la buona notizia non è solo per le strutture del centro storico e per le imprese che lavoreranno ai progetti, bensì per tutto la tessuto sociale e comunitario.
"In sostanza il trasferimento di cinque nuclei familiari a Ollolai - spiega Gianni Mureddu, delegato in Consiglio Comunale al Bilancio - con bambini al seguito, significa che i propositi di contrasto allo spopolamento, con la voglia di dare anche una spinta all'economia locale, stanno finalmente realizzandosi".
Ma cosa porta queste persone a trasferirsi in un piccolo comune della Barbagia? "Prima di tutto la qualità della vita - ha spiegato Eveline Rethmeier, giornalista della tv Rtl e referente per il progetto, durante un viaggio a Ollolai fatto con gli stessi autori della trasmissione ad agosto -, qua avete il sole, un ambiente incontaminato, spiagge da far invidia al resto d'Europa. E poi custodite la buona cucina e un modo di vivere la vita che molte persone in Olanda, per via dei ritmi frenetici, hanno perso". Un ritorno quindi a una vivere slow, alla ricerca della tranquillità paesana, coadiuvati però dalle molteplici possibilità offerte dalla rete internet.
Cosa garantirà infatti a queste famiglie un reddito per poter vivere a Ollolai? "Le selezioni saranno orientate su persone che abbiano le capacità di fare da ponte tra il nostro grande patrimonio culturale, quindi gastronomico e artigianale e la grande voglia di scoperta della Sardegna che ha l'Olanda - spiega Efisio Arbau, primo cittadino di Ollolai - le nuove frontiere lavorative che offre la rete, sopratutto nell'ambito commerciale sono infatti tantissime". Promozione turistica quindi, vendita di prodotti locali nei Paesi Bassi attraverso l'e-commerce.
"L'Olanda non conosce la Sardegna - ha spiegato ancora la giornalista olandese -, molti miei conterranei vanno in vacanza ai Caraibi solo perchè le agenzie di viaggio non propongono come destinazione questa isola. Ma se sapessero che a circa due ore di aereo c'è questo paradiso, sono sicura che sceglierebbero questa destinazione". E questo è un dato che emerso in maniera forte quando a giugno, nella tv olandese è stato trasmesso un servizio su Ollolai e le sue case a un euro a cura della Rethmeier.
Dopo un brevissimo tempo il paese ha registrato l'arrivo quotidiano di turisti olandesi, curiosi di conoscere questa località. Coppie giovani, famiglie, coppie di pensionati che arrivavano con mezzi propri e si dirigevano in Municipio per chiedere informazioni sulle case a un euro. Fenomeno curioso che è stato registrato anche dagli autori di Rtl Television. Sono loro che, constatato il successo del servizio trasmesso su Ollolai, hanno sondato la possibilità di realizzare una produzione televisiva. E la disponibilità da parte della amministrazione comunale è stata praticamente immediata. "Parliamo infatti di un progetto che oltre le registrazioni televisive, avrà un seguito nella permanenza di queste famiglie. Penso solo alle nostre scuole e all'arricchimento dei nostri giovani studenti che avranno la possibilità di rapportarsi con dei coetanei di una cultura lontana" spiega ancora Arbau. "Nelle precedenti edizioni dello stesso programma i bambini sono stati i primi ad adattarsi e imparare la lingua", ha concluso Eveline Rethmeier.