Con la Dad tanti addii, arrivederci amici
di Michela Zoppi *
Le difficoltà delle lezioni a distanza hanno provocato un boom di abbandoni prima di conseguire il diploma
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Caro diario, manca sempre meno alla fine della scuola, siamo pieni fino al collo di impegni; ogni giorno abbiamo una verifica, interrogazione o un recupero da dare. Sono giornate impegnative, e solo ora che siamo agli sgoccioli mi rendo conto che un altro anno è passato.
Sembra ieri che sono entrata alle Superiori, e invece mi sono resa conto che sono già arrivata al quarto anno, e che tra un anno dovrò abbandonare quelle aule così odiate, ma che ci preparano per il domani, dove ho incontrato persone che mi hanno insegnato e dato tanto, e che ricorderò sicuramente con un sorriso quando dovrò lasciarle.
Mi dispiace ricordare i miei ultimi anni scolastici in questo modo. Il Covid ha stravolto la scuola, la didattica a distanza per alcuni è andata bene e per altri no, molti miei compagni si sono ritirati, e mi è dispiaciuto molto.
Quest’anno c’è stato un elevato numero di studenti che ha abbandonato la scuola, la Dad per i più fragili non è stata un bene. L’altro giorno mi è capitato di parlarne con Giulia, che non è mai stata una grande studentessa e la Dad non l’ha aiutata, anzi le ha letteralmente tagliato le gambe, e ha dovuto prendere questa decisione.
«La scuola non fa la persona, il diploma lo prenderò perché è importante ed essenziale per il domani, ma preferisco lavorare ora come ora, e non è un alternativa semplice Michela».
Queste sono state le sue parole, parole che ho sentito spesso durante l’anno, ma non ho mai capito cosa si provasse, perché per tutti non è stata una scelta semplice, non hanno deciso dall’oggi al domani, hanno riflettuto parecchio, hanno affrontato il disappunto dei genitori e adesso iniziano a lavorare. Grazie a quella chiacchierata, ho capito che la scuola è importante ma non è in molti casi, il fulcro di tutto.
«Ora sto lavorando, perché se abbandoni la scuola e poi stai a casa, posso capire che ti dicano nullafacente, ma se invece lavori stai comunque affrontando un percorso, diverso da quello scolastico ma che ti aiuterà per il futuro». Mi sono resa conto che pensavo troppo al fatto che i compagni che hanno lasciato la scuola non sarebbero stati con me, che non ci saremmo diplomati insieme.
Ma sentendo le parole di Giulia ho capito quanto per loro fosse stato difficile prendere una decisione del genere: si diplomeranno anche loro, ne sono sicura, ma con i loro tempi.
Ho capito che sono persone coraggiose e non degli scansafatiche come molti pensano, solo perché si sono ritirati. Perché con i primi lavori entri nel mondo degli adulti, sei incerto, perché magari non hai il titolo di studio dell’altro candidato, e ti senti impreparato.
Tuttavia non ti abbatti, e nonostante tutto decidi di provarci: queste sono qualità importanti, che non si imparano a scuola, ma con le esperienze di vita.
Posso solo augurare a tutti miei compagni lavoratori, un grande in bocca al lupo, vi voglio bene e spero che con il tempo e a modo vostro riusciate a capire quale è la vostra strada, e brillare in quello che sarà il vostro lavoro. Scusatemi se non vi ho capito subito, vi sosterrò sempre, e penserò anche a voi durante la maturità, cercherò di dare il massimo anche per voi, vi voglio bene.
*Michela frequenta l’Itc Satta di Nuoro
Sembra ieri che sono entrata alle Superiori, e invece mi sono resa conto che sono già arrivata al quarto anno, e che tra un anno dovrò abbandonare quelle aule così odiate, ma che ci preparano per il domani, dove ho incontrato persone che mi hanno insegnato e dato tanto, e che ricorderò sicuramente con un sorriso quando dovrò lasciarle.
Mi dispiace ricordare i miei ultimi anni scolastici in questo modo. Il Covid ha stravolto la scuola, la didattica a distanza per alcuni è andata bene e per altri no, molti miei compagni si sono ritirati, e mi è dispiaciuto molto.
Quest’anno c’è stato un elevato numero di studenti che ha abbandonato la scuola, la Dad per i più fragili non è stata un bene. L’altro giorno mi è capitato di parlarne con Giulia, che non è mai stata una grande studentessa e la Dad non l’ha aiutata, anzi le ha letteralmente tagliato le gambe, e ha dovuto prendere questa decisione.
«La scuola non fa la persona, il diploma lo prenderò perché è importante ed essenziale per il domani, ma preferisco lavorare ora come ora, e non è un alternativa semplice Michela».
Queste sono state le sue parole, parole che ho sentito spesso durante l’anno, ma non ho mai capito cosa si provasse, perché per tutti non è stata una scelta semplice, non hanno deciso dall’oggi al domani, hanno riflettuto parecchio, hanno affrontato il disappunto dei genitori e adesso iniziano a lavorare. Grazie a quella chiacchierata, ho capito che la scuola è importante ma non è in molti casi, il fulcro di tutto.
«Ora sto lavorando, perché se abbandoni la scuola e poi stai a casa, posso capire che ti dicano nullafacente, ma se invece lavori stai comunque affrontando un percorso, diverso da quello scolastico ma che ti aiuterà per il futuro». Mi sono resa conto che pensavo troppo al fatto che i compagni che hanno lasciato la scuola non sarebbero stati con me, che non ci saremmo diplomati insieme.
Ma sentendo le parole di Giulia ho capito quanto per loro fosse stato difficile prendere una decisione del genere: si diplomeranno anche loro, ne sono sicura, ma con i loro tempi.
Ho capito che sono persone coraggiose e non degli scansafatiche come molti pensano, solo perché si sono ritirati. Perché con i primi lavori entri nel mondo degli adulti, sei incerto, perché magari non hai il titolo di studio dell’altro candidato, e ti senti impreparato.
Tuttavia non ti abbatti, e nonostante tutto decidi di provarci: queste sono qualità importanti, che non si imparano a scuola, ma con le esperienze di vita.
Posso solo augurare a tutti miei compagni lavoratori, un grande in bocca al lupo, vi voglio bene e spero che con il tempo e a modo vostro riusciate a capire quale è la vostra strada, e brillare in quello che sarà il vostro lavoro. Scusatemi se non vi ho capito subito, vi sosterrò sempre, e penserò anche a voi durante la maturità, cercherò di dare il massimo anche per voi, vi voglio bene.
*Michela frequenta l’Itc Satta di Nuoro