La Nuova Sardegna

La socialità ritrovata grazie agli Ods

di Carlo Pira

ODS: operatori di strada, così si chiama il servizio presente nel territorio nuorese fin dagli anni ‘90 che, attualmente gestita dalla Cooperativa Lariso per conto dell’assessorato comunale al...

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ODS: operatori di strada, così si chiama il servizio presente nel territorio nuorese fin dagli anni ‘90 che, attualmente gestita dalla Cooperativa Lariso per conto dell’assessorato comunale al Benessere delle persone e della comunità, nel giugno 2021 ha ripreso a pieno ritmo il proprio lavoro per le strade di Nuoro. «Il dialogo con i ragazzi e l’ascolto delle loro esigenze sono alla base di quello che facciamo» dice Gigi Murru che, insieme a Barbara Sanna, Francesca Serra e Maria Giovanna Putzu, organizza e svolge uno dei lavori più difficili, ma anche tra i più appaganti del mondo. «Il nostro lavoro – aggiunge – si svolge prevalentemente per strada, non in ufficio». Questo è il loro modus operandi, che consiste in una iniziale mappatura del territorio per poter individuare i luoghi di aggregazione dei giovani con i quali avviare il dialogo, in modo da poter comprendere ed elaborare insieme le necessità manifestate dalla gioventù nuorese. Contare ed essere ascoltati è importantissimo per chi entra in contatto con l’ODS, dato che ha la possibilità di verificare che le proprie idee vengono ascoltate, valorizzate e anche realizzate. L’intento finale degli operatori è proprio quello di essere un ponte di mediazione tra i ragazzi e le istituzioni. Attraverso il dialogo sono emerse diverse esigenze, come quella di poter disporre di uno skate park e di un numero maggiore di eventi musicali e artistici nel corso dell’anno. Le richieste dei giovani però, non si focalizzano solo sul divertimento, ma hanno anche interessi più seri, come la tutela dei diritti fondamentali della persona, e a tale proposito vorrebbero sensibilizzare la comunità anche attraverso l’organizzazione di un Gay Pride a Nuoro.

L’obiettivo del Progetto ODS non è di rimuovere i ragazzi dalle strade, anzi è proprio quello di riportarli a vivere e godersi la socialità all’aperto, non solo nei social network, come ultimamente accade per via della pandemia.

«Comunque, non neghiamo che i social siano stati utili, sia per diffondere il nostro progetto, che per favorire il contatto diretto ed efficace coi ragazzi stessi», dicono gli stessi operatori che, attraverso le loro pagine Instagram e Facebook, comunicano direttamente con chi si approccia al loro lavoro e mostrano i progetti realizzati insieme ai giovani.

Altro obiettivo, non ultimo né meno importante di ODS, è quello di sviluppare gli interessi dei ragazzi verso attività pratiche, anche attraverso l’introduzione sul campo di figure professionali che vengono definite “Maestri di Strada”, ossia persone specializzate ed esperte in quelle attività che rispondono in tutto agli interessi dei giovani, con l’intento di offrire ai ragazzi dei punti di riferimento da seguire e consultare proprio come maestri.

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