La Nuova Sardegna

Dati Istat

Denatalità e spopolamento: Sardegna ultima in Italia

Denatalità e spopolamento: Sardegna ultima in Italia

I dati Istat sottolineano per il terzo anno consecutivo la drammatica diminuzione delle nascite nell’isola

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Sassari Per il terzo anno consecutivo la Sardegna è la regione italiana con il tasso peggiore di natalità che si attesta sullo 0,95, cioè sotto l’unità. Classifica bassissima anche per quanto riguarda le primipare: in Sardegna la media si attesta sui 32,9 anni, peggio fa solo la Basilicata con una media di 33, 2 anni. Ovviamente a questo dato si accompagna anche quello dello spopolamento. La popolazione in Sardegna è diminuita nel 2022 del 7 per cento, al pari di Basilicata, Molise e Calabria. Calo che è invece contenuto se si considera l’Italia nella sua interezza. 

Alla luce dei primi risultati provvisori, la popolazione residente nel nostro paese al 1° gennaio 2023 è di 58 milioni e 851mila unità, 179mila in meno sull'anno precedente, per una riduzione  abbastanza trascurabile, pari al 3 per mille.

Prosegue, dunque, la tendenza alla diminuzione della popolazione, ma con un'intensità minore rispetto sia al 2021 (-3,5‰), sia soprattutto al 2020 (-6,7‰), anni durante i quali gli effetti della pandemia avevano accelerato un processo iniziato già nel 2014. E' quanto emerge dal report dell'Istat sugli 'Indicatori demografici 2022'.

Appurato che nel 2022 la popolazione residente presenta una decrescita simile a quella del 2019 (-2,9‰), sul piano territoriale si evidenzia un calo demografico importante che interessa il Mezzogiorno (-6,3‰). Il Centro (-2,6‰) e soprattutto il Nord (-0,9‰), che pur presentano un saldo demografico negativo, hanno valori migliori della media nazionale.

Sul piano regionale, la popolazione risulta in aumento solo in Trentino-Alto Adige (+1,6‰), in Lombardia (+0,8‰) e in Emilia-Romagna (+0,4‰). Le regioni,  appunto, in cui si è persa più popolazione sono la Basilicata, il Molise, la Sardegna e la Calabria, tutte con tassi di decrescita più bassi del -7‰.

Su base nazionale, rileva l'Istat, il calo della popolazione è frutto di una dinamica demografica sfavorevole che vede un eccesso dei decessi sulle nascite, non compensato dai movimenti migratori con l'estero. I decessi sono stati 713mila, le nascite 393mila, toccando un nuovo minimo storico, con un saldo naturale quindi di -320mila unità. 

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