La Nuova Sardegna

Il caso

Tra i barracelli e la Regione clima rovente: «Ridotta al minimo l’attività contro i roghi»

di Andrea Massidda
Tra i barracelli e la Regione clima rovente: «Ridotta al minimo l’attività contro i roghi»

La protesta della storica polizia rurale: «Vogliono trasformarci in semplici guardie giurate»

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Sassari Mentre la Sardegna sta per essere soffocata dall’anticiclone Caronte (c’è già molto caldo, ma a partire da domenica sono addirittura previste temperature ben oltre i 38 gradi, con colore d’allerta che passa da giallo ad arancione), sul fronte della lotta agli incendi il clima tra Regione e compagnie barracellari si fa sempre più rovente. Al punto che circa il 90 per cento della storica polizia rurale dislocata in 170 comuni dell’isola ha deciso di non aderire al Protocollo d’intesa con il Corpo Forestale e di conseguenza di non firmare nemmeno la convenzione economico-operativa con la Direzione regionale della Protezione civile. Il che significa che per protesta la stragrande maggioranza dei barracelli garantirà il minimo apporto alla fondamentale attività di avvistamento e spegnimento dei roghi. «Interverremo con tutte le nostre risorse e la nostra esperienza soltanto in caso d’incendi davvero importanti», dice in maniera netta il capitano Riccardo Paddeu, comandante della compagnia di Alghero e vicesegretario regionale del Sab, uno dei sindacati di categoria. I motivi della rivolta? Fondamentalmente due: «Da una parte – spiega ancora Paddeu – il mancato riconoscimento da parte dell’assessorato regionale agli Enti locali del nostro status di polizia giudiziaria. Una questione importante che vorremmo fosse chiarita definitivamente da una legge regionale. E dall’altra – continua il capitano comandante della Compagnia di Alghero – l’inaccettabile vincolo di spesa introdotto a partire da quest’anno nella convenzione che sigliamo per ottenere i contributi per attività antincendi, una clausola che ingiustamente equipara le compagnie barracellari alle associazioni del terzo settore. Ma noi barracelli. sia chiaro, non siamo dei volontari, se non per il reclutamento». Nell’attesa che le vertenze (soprattutto la seconda) trovino una soluzione a breve, questa estate l’esercito in campo per la lotta alla piaga degli incendi sta perdendo il regimento più numeroso. Su un totale di seimila barracelli, sono infatti ben 2.500 quelli abilitati all’attività contro i roghi. Un numero enorme, se paragonato alle forze messe in campo da Corpo forestale e Agenzia Forestas. «Da parte nostra – sottolinea il capitano Paddeu – c’è il forte sospetto che la Regione intenda retrocedere i barracelli, già polizia giudiziaria secondo il Codice di procedura penale, a semplici vedette al servizio di altri organi di polizia, se non addirittura sottoporli alle guardie ambientali e zoofile. Insomma – precisa Paddeu – il timore di noi barracelli è che saremo di fatto trasformati in guardie particolari giurate, dimenticando, o ignorando, che per nostra natura siamo guardie dei comuni e quindi organi di polizia rurale. La speranza – conclude – è che l’attuale compagine politica alla guida della Regione incominci a caratterizzare, riconoscendo finalmente ai seimila donne e uomini dei barracelli quel ruolo e quella funzione di polizia rurale che ogni giorno, da circa 400 anni, svolgono al servizio delle comunità locali. Soltanto la più oscura miopia burocratica continua a mantenerli fuori dal novero degli organi di polizia locale, quali le Compagnie dei barracelli sono a tutti gli effetti».

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